Visita a Pechino del presidente della Repubblica islamica dell'Iran
Raisi apre l'Iran al socialimperialismo cinese
Xi si recherà in Iran in visita di Stato: “Promuoveremo il nuovo sviluppo del partenariato strategico globale Cina-Iran”

 
Preceduta da un incontro d'affari fra capitalisti iraniani e cinesi, presieduto a Pechino dal ministro dell'Industria, delle miniere e del commercio del governo di Teheran, si è svolta dal 14 al 16 febbraio la visita in Cina del presidente della Repubblica islamica dell'Iran Ebrahim Raisi, la sua prima visita da quando è stato eletto nel 2021, che i media iraniani hanno presentato come l'inizio di una nuova fase di consultazioni al massimo vertice per sviluppare le relazioni bilaterali in tutti i settori, a partire da economia e commercio, che già viaggerebbero a forte velocità.
Alla base del rapporto tra Pechino e Teheran è il patto di cooperazione strategica, politica e economica, della durata di 25 anni firmato dai due governi nel 2021. Un patto che nel definire una serie di intensi rapporti economici, soprattutto nei settori dell'energia, dei trasporti, dell'agricoltura, del commercio e degli investimenti, apriva l'Iran alla penetrazione del socialimperialismo cinese. L'accordo per il partenariato strategico globale ha un valore stimato in 400 miliardi di dollari e prevedeva investimenti cinesi in infrastrutture iraniane in cambio di forniture di gas e greggio da Teheran garantendo alla Cina il ruolo di principale partner commerciale dell'Iran, con un livello di scambi di quasi 13 miliardi di dollari sia nelle importazioni che nell'export.
L'intesa tra Cina e Iran è stata consolidata nel dicembre scorso con la firma di 16 memorandum d'intesa durante la visita a Teheran del vice primo ministro cinese Hu Chunhua, in settori che riguardano l'energia, il gas, il petrolio, gli investimenti congiunti, le interazioni finanziarie e le infrastrutture, tra cui i porti. Altri 20 accordi di cooperazione bilaterale si sono aggiunti durante la visita di Raisi a Pechino.
Un nuovo sviluppo del partenariato strategico globale Cina-Iran è l'obiettivo comune descritto da Xi e Raisi nei loro colloqui del 14 febbraio. L'amichevole cooperazione con l'Iran si svilupperà senza sosta, ripeteva il nuovo imperatore Xi, per affrontare i cambiamenti della situazione internazionale e regionale, leggi l'attacco a Teheran dell'imperialismo americano per impedirgli di sviluppare la ricerca nucleare e la parallela guerra non dichiarata dai sionisti di Tel Aviv che impuniti bombardano con droni o aerei l'Iran o l'alleata Siria. La "prospettiva strategica" che detta al socialimperialismo cinese lo sviluppo delle sue relazioni con l'Iran è il consolidamento delle posizioni di forza lungo la nuova Via della Seta, che arriva a Teheran passando dal Pakistan e dall'Afghanistan, una parte importante della preparazione allo scontro diretto tra i paesi imperialisti dell'Ovest a guida Usa con quelli dell'Est guidati dal tandem russo-cinese. Questi sono i motivi per i quali, come ha ripetuto XI "la Cina sostiene l'Iran nella salvaguardia della sovranità nazionale e nella resistenza all'unilateralismo e alla prepotenza", leggi agli attacchi Usa.
Il reazionario regime teocratico iraniano, che già deve fronteggiare una opposizione interna scesa nelle piazze sulla scia della lotta del movimento femminile contro l'imposizione del velo e non può rispondere alla pari alle aggressioni militari dei sionisti, pensa di uscire dall'angolo appoggiandosi alla cordata imperialista rivale con la partecipazione assieme a Mosca e Ankara alla spartizione della Siria, con la fornitura di droni agli aggressori russi in Ucraina, con lo sviluppo anzitutto dei rapporti economici con il socialimperialismo cinese. Che sono al momento l'anima del nuovo sviluppo del partenariato strategico globale Cina-Iran, uno sviluppo che intanto alla Repubblica islamica ha aperto le porte della Sco, l'organizzazione di Shanghai guidata da Cina e Russia e nel prossimo futuro forse anche quella dei Brics.

22 febbraio 2023