Milano
I marxisti-leninisti respingono con fermezza le provocazioni dei falsi comunisti filo putiniani e sostengono i sacrosanti diritti di indipendenza giuridica, sovranità politica e integrità territoriale dell’Ucraina aggredita

Redazione di Milano
Nell’ambito della campagna “Europe for Peace”, venerdì 24 febbraio – 1° anniversario dell’inizio della guerra di aggressione imperialista della Russia di Putin all’Ucraina - si è svolto in Piazza Santo Stefano, a Milano, un presidio organizzato dai sindacati confederali assieme a Acli, Arci, Anpi, Aned, Azione Cattolica e Comunità di Sant'Egidio con la partecipazione di Emergency. Il presidio è stato indetto per chiedere al governo italiano, all’Unione europea e agli Stati membri e all’ONU di “assumersi la responsabilità dell’avvio del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco”.
Su cartelli e striscioni si leggevano scritte come: “Cessare il fuoco subito” e “Mettere al bando tutte le armi nucleari”, “NO Putin, no Nato: uniti per la pace”, “No invio di armi, l’Italia ripudia la guerra”. Gli organizzatori hanno stimato una partecipazione di circa 3mila manifestanti.
Oltre al PRC, PCI e SI in piazza c’era la Cellula “Mao” di Milano del PMLI che ha tenuto ben alto un cartello con il manifesto “La pace è possibile solo con la vittoria dell’Ucraina libera, indipendente, sovrana, integrale”, raffigurante Putin in veste di zar, e ha diffuso copie del volantino realizzato a cura del Comitato lombardo del Partito dal titolo “Quale pace per l’Ucraina?” riportante in sintesi la posizione antimperialista a favore della resistenza ucraina e contro l’aggressore neozarista. Il volantino è letteralmente andato a ruba e letto subito con interesse da molti manifestanti.
Il cartello portato dai nostri compagni ha suscitato diverse reazioni, da chi era d’accordo a chi era in disaccordo sostenendo le posizioni “pacifiste” dei promotori del presidio che in nome della pace a tutti i costi fanno il gioco di Putin con le posizioni ambiguamente “equidistanti” tra aggressore ed aggredito senza fare una reale distinzione tra le ragioni legittime del secondo e le illegittime pretese del primo. In modo dialettico ma con fermezza, i nostri compagni hanno loro risposto che noi marxisti-leninisti siamo contrari ad un appeasement con Putin ma siamo invece per una pace giusta senza annessioni da parte dell’aggressore imperialista russo e che rispetti totalmente i sacrosanti diritti di indipendenza giuridica, sovranità politica e integrità territoriale dell’Ucraina aggredita, rimandando quindi alla lettura del suddetto volantino. I marxisti-leninisti hanno inoltre ribadito che è giusto che l’Italia non invii armi in Ucraina - pur senza negare a quest’ultima il diritto di rifornirsi di armi da paesi stranieri - ma nel contempo occorre isolare la Federazione russa sul piano politico e diplomatico e ostacolare il suo sforzo bellico aggressivo con l’isolamento economico e commerciale al fine di pretendere il ritiro delle truppe di Putin dall’Ucraina.
I nostri compagni, forti della loro preparazione e capacità dialettica, hanno respinto con fermezza varie provocazioni di falsi comunisti putiniani (lasciandoli senza validi argomenti e costringendoli ad andarsene vomitando insulti volgari degni del loro basso livello), e discusso con calma esplicativa con chi invece in buona fede si è intrattenuto coi nostri compagni sostenendo (anche con veemenza) posizioni “multipolariste” e filoputiniane frutto di falsità ossessivamente ripetute dai propagandisti italiani servi dell’imperialismo russo e cinese.
A nome degli organizzatori di “Europe for Peace” è intervenuto dal palco Gianfranco Pagliarulo, Presidente ANPI. Nel suo discorso non c’è stata alcun riferimento alla giusta resistenza nazionale dell’Ucraina all’aggressione e invasione dell’imperialismo russo e alla legittima aspirazione alla liberazione del territorio occupato del Paese che da un anno è vittima di un’aggressione aperta e generalizzata dopo esserlo stato per 8 anni in forma più subdola e localizzata in Crimea e nel Donbass.
Senza fare alcuna distinzione tra guerra ingiusta (di aggressione imperialista) e giusta (di liberazione nazionale), Pagliarulo ha dichiarato di preferire, ad una vittoria delle due parti, un “negoziato realistico che faccia cessare le ostilità” sulla base di una pace ingiusta e instabile, esaltando le proposte di mediazione avanzate dal Brasile di Lula e soprattutto gli altisonanti (e ipocriti) 12 punti del “piano di pace” proposto dal socialimperialismo cinese che non dispiace al nuovo zar Putin perché non mette in discussione le sue predatorie annessioni di territorio ucraino.

1 marzo 2023