A Firenze, indetta da CGIL, CISL e UIL. Rispondono in cinquantamila da tutta Italia
Grandiosa e storica manifestazione nazionale antifascista
Presenti quasi tutte le forze politiche, sindacali, sociali, ambientaliste, culturali e religiose antifasciste, donne e uomini anziani, di mezza età, giovani e giovanissimi, lavoratori, studenti, docenti. Lo SPI sfila cantando Bandiera Rossa. Il presidente dell'ANPI chiede di sciogliere Casaggì. Chieste le dimissioni di Valditara e Piantedosi. Le interviste di Erne Guidi e di Andrea Cammilli non trasmesse. Il canto corale di “Bella Ciao” conclude la manifestazione
La delegazione nazionale del PMLI diretta dalla compagna Claudia Del Decennale coadiuvata dai compagni Enrico Chiavacci e Simone Malesci lancia l'appello “uniamoci e lottiamo contro il governo neofascista Meloni”

 
Dal nostro inviato speciale
Nel pomeriggio di sabato 4 marzo Firenze, medaglia d'oro per la Resistenza, è divenuta la capitale d'Italia dell'antifascismo. Cinquantamila persone, uomini e donne e di ogni età, tantissimi giovani e giovanissimi ed ancora lavoratori, militanti politici, attivisti d'ogni sorta, hanno invaso la città del giglio in risposta al pestaggio squadrista al liceo Michelangiolo, ma anche a seguito delle vergognose dichiarazioni di Giuseppe Valditara, Ministro dell'Istruzione e del Merito, il quale, invece di condannare la violenza neofascista, si è scagliato contro la Dirigente del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, Annalisa Savino, attaccandola per aver invitato attraverso una circolare la propria comunità scolastica a vigilare contro il ritorno di ideologie violente come appunto il fascismo.
Il concentramento in piazza SS. Annunziata evidenziava già dalle prime ore del pomeriggio che la partecipazione sarebbe stata di portata storica. È così è stato, perché un mare di bandiere di ogni colore – ma in prevalenza rosse – hanno animato il grandioso corteo organizzato del settore scuola dei tre sindacati confederali CGIL, CISL e UIL che si è sviluppato in via della Colonna dove proprio davanti al liceo Michelangiolo sono stati accesi dei fumogeni rossi, per poi proseguire in direzione via della Mattonaia e piazza Ghiberti, passando per piazza dei Cavalleggeri, Corso Tintori, via Magliabechi, per concludersi infine in una piazza Santa Croce stracolma, incapace di contenere tutti i manifestanti.
Le adesioni sono state innumerevoli ed hanno coinvolto tutti i partiti politici di matrice antifascista dal PD alla cosiddetta “sinistra radicale” come PCI, PCL, Potere al Popolo, PRC, passando per i 5 Stelle, Verdi e Sinistra Italiana. Assente il PC di Rizzo che ha bollato questa storica manifestazione antifascista come un mera “legittimazione dell'antifascismo di facciata” che invece, come vedremo più avanti, proprio questa piazza ha condannato chiedendo un cambio di passo. Per l'imbroglione Rizzo ora sovranista addirittura, cinquantamila antifascisti in piazza rappresenterebbero solo “uno “squallido teatrino”, come indicato nel comunicato del 2 marzo del PC.
Presente anche l'ANPI con centinaia di militanti, i COBAS ed altri sindacati di base, Legambiente, Arci, Uisp, e tante altre associazioni sociali e civili.
Grandi protagonisti le studentesse e gli studenti ed i collettivi di alcune scuole fiorentine con striscioni sui quali era scritto “Fuori i Fascisti dalle Scuole”, altri contro il governo Meloni come “Liberiamoci dal fascismo e dal governo Meloni”, “Valditara e Piantedosi dimissioni subito”, e tanti altri. Molto nutrito anche lo spezzone dei docenti antifascisti al quale ha partecipato anche la preside Savino.
Nel corteo, all'altezza di piazza d'Azeglio, è entrato anche lo spezzone della Firenze Antifascista del quale faceva parte la delegazione del Collettivo lavoratori GKN di Campi Bisenzio, preceduta dall'ormai celebre striscione “Insorgiamo”.
 

Un palco istituzionale graffiato dall'ANPI e dagli studenti
Mentre la coda del serpentone stava ancora marciando, sul palco si sono susseguiti numerosi interventi di sindacalisti, docenti, studenti ed i portavoce di alcune associazioni. Degno di nota l'intervento di Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale dell'ANPI, che ha pronunciato un discorso molto incisivo, descrivendo il panorama dei tanti organismi che compongono la galassia fascista e denunciando la commistione del partito Fratelli d'Italia con essi, ed in particolare con Casaggì che tira le fila fiorentine anche di Azione Studentesca. Pagliarulo – al pari di altri interventi – ha ricordato che la quasi totalità dei consiglieri fiorentini di FDI proviene da Casaggì, così come i capigruppo al comune ed alla regione di quello stesso partito. Pagliarulo ha terminato il suo intervento rilanciando un obiettivo storico dell'ANPI quale la chiusura delle sedi dei movimenti neofascisti e la loro messa al bando, che ha definito urgente e non più rimandabile. Significativo il fatto che egli in un passaggio del suo discorso si sia rivolto agli astensionisti dando loro la stessa dignità dei votanti i partiti; segno inequivocabile che pian piano si allarga il fronte di chi riesce, anche se con difficoltà data l’impostazione elettoralista ed istituzionale a 360 gradi, a considerare l'astensionismo come una chiara espressione politica, principalmente di sinistra, e non come semplice disinteresse o qualunquismo.
Tra gli interventi anche quello del rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, più volte attaccato da FDI e dai fascisti, che ha definito – parafrasando Peppino Impastato sulla mafia – il fascismo “una montagna di merda”, per poi appiattirsi però sulla Costituzione e sulla non violenza.
Chi veramente ha squarciato il tono generalmente “istituzionale” degli interventi, sono stati una studentessa del liceo Michelangiolo, Maia Senatori, ed uno studente, Cosimo Bonaiuti, del liceo Castelnuovo.
Alla presenza dell'ex-Ministro Speranza ora indagato, di Nicola Fratoianni segretario di Sinistra Italiana, del segretario generale della CGIL Maurizio Landini, ma soprattutto di Elly Schlein e di Giuseppe Conte che hanno colto l'occasione per trovare un punto d'incontro di rilancio comune per l'opposizione istituzionale al governo Meloni di PD e 5 Stelle con l’auspicio di un recupero elettorale, i due giovani hanno espresso alcuni concetti fondamentali urlando alla piazza cosa sia in realtà l'antifascismo.
Maia ha letto due comunicati, il primo degli studenti del Michelangiolo ed il secondo del collettivo SUM del quale facevano parte gli studenti aggrediti; del suo intervento sottolineiamo la richiesta di togliere ogni spazio ai neofascisti ed ai movimenti o partiti che si rifanno al nazifascismo: “Vogliamo che le sedi fasciste siano chiuse, invertendo la situazione creata da troppi governi finora, ed i gruppi sciolti”. Il collettivo SUM, che ha rafforzato l'intervento di Pagliarulo sul panorama neofascista fiorentino, si chiede retoricamente perché “nessuno prova sconcerto per le provenienze politiche del presidente del Senato La Russa dal MSI erede di Mussolini”. I ragazzi del SUM per voce di Maia bollano il governo come neofascista e ribadiscono che “i fascisti non devono essere tollerati”, chiudendo con l'affermare che “L'antifascismo che si limita alla condanna formale non è antifascismo”, puntando metaforicamente il dito contro tutti i partiti presenti che governando in passato hanno ignorato anche le più elementari disposizioni costituzionali in materia, in particolare la dodicesima, alla quale tutti ora lanciano un peloso appello.
Cosimo invece, vicino a Firenze Antifascista come si evince dal suo intervento, ha parlato di “revisionismo delle foibe”, della “logica degli opposti estremismi che favorisce i fascisti” e di “fascisti che propagandano indisturbati nel nome della democrazia”. Un intervento coraggioso e determinato aperto dalla frase “Non è una piazza per piangersi addosso o con le celebrazioni del 25 Aprile che riusciremo ad estirpare i fascisti dal nostro tessuto sociale”. Infine Cosimo ha espresso solidarietà ai lavoratori ex-GKN ed alle loro famiglie da mesi senza stipendio, rendendo in verità anche il giusto tributo alla delegazione GKN che è entrata in piazza Santa Croce tra l'indifferenza di conduttore e palco, nonostante i loro rumorosi tamburi e, soprattutto, la vertenza che rappresentano.
Da brividi il coro che tutta piazza Santa Croce gremita ha scandito cantando Bella Ciao accompagnata dall'orchestra che dal palco ha chiuso l'iniziativa
 

Gli antifascisti e le antifasciste ci sono, la piattaforma giusta ed efficace ancora no
Gli slogan lanciati a più voci, i tanti striscioni e cartelli mostrati con orgoglio dai manifestanti, e come abbiamo visto alcuni interventi, hanno superato di una intera spanna la parola d'ordine ufficiale della mobilitazione, sintetizzata in uno sterile, “A difesa della scuola e della Costituzione”.
Una parola d'ordine senz'altro limitata, parziale e generica, incapace di centrare la sensibilità della piazza mobilitata contro il neofascismo a tutto tondo, e soprattutto insufficiente poiché estranea alla questione principale, e cioè alla necessità di lottare uniti per abbattere il governo neofascista Meloni.
Certo che la scuola pubblica va difesa. Va difesa dagli attacchi e dalle “riforme” di questo governo che a partire dalla modifica dei nomi dei ministeri che vi fanno riferimento, dà una chiara impronta politica e culturale neofascita. Ma oltre che difenderla, la scuola pubblica, va messa al servizio delle studentesse e degli studenti e scevra dall'impostazione che anche i governi precedenti di “centro-sinistra”, gialloneri o giallorossi che siano stati le hanno dato a suon di controriforme liberiste ed antipopolari. Questo scuola borghese è un mero cantiere nozionistico, prepara i giovani non alla capacità critica, bensì come strumenti per i lavori utili al capitale.
Gli studenti e le studentesse sanno bene di cosa stiamo parlando, ed infatti sia negli interventi che in alcuni striscioni il riferimento all'abolizione della “scuola classista, così come “dell'alternanza scuola lavoro”, era ben presente. Allo stesso tempo è vivo e vegeto qual principio per cui essa stessa, così come la nostra società in generale, debba basarsi innanzitutto sull'antifascismo fattivo. Anche per questo la scuola dovrebbe essere governata dalle studentesse e dagli studenti.
Per quanto riguarda la seconda parte ella parola d’ordine, la “difesa della Costituzione” ci limitiamo solo a ricordare che il rilancio continuo di questa sorta di “mantra” che accomuna tutti i partiti parlamentari, è del tutto inutile se poi non si fa nulla di concreto nemmeno per mettere fuori legge i partiti, i gruppi e le associazioni che si rifanno al fascismo.
In un contesto di questo tipo, di fronte ad episodi squadristici così gravi, e considerata la mobilitazione spontanea che aveva portato gli studenti e le studentesse a manifestare anche nel pomeriggio di martedì 21 a Firenze, questa è stata senz'altro una occasione persa per lanciare da parte degli organizzatori un grande fronte unito di opposizione al governo Meloni che tutela, protegge e legittima i neofascisti proprio perché essi stessi ne fanno parte e costituiscono una fetta consistente – a Firenze maggioritaria – dei suoi dirigenti.
Invece nella parola d’ordine non c’era nulla di tutto questo; ciò spiega perché Schlein e Conte non abbiano avuto alcuna difficoltà a posare per i fotografi con a fianco Landini con la maglietta bianca che riportava questo slogan enormemente carente nei contenuti e che non rispecchiava affatto le aspirazioni dei manifestanti.
 

Combattere uniti per abbattere il governo neofascista Meloni e mettere al bando i suoi scagnozzi
A nostro avviso la parola d'ordine generale delle forze antifasciste attorno alla quale creare convergenza ed appoggio dovrebbe essere la seguente: “Combattere uniti ed abbattere il governo neofascista Meloni. Mettere fuorilegge i gruppi neonazisti e neofascisti”. Chi oggi difende gli interessi del capitalismo, del quale il fascismo rappresenta il braccio armato, promuove attacchi trasversali riscrivendo la storia mettendo il fascismo ed i suoi “valori” in primo piano, tenta di variare ancora l'assetto istituzionale della Repubblica borghese italiana in senso presidenzialista e federalista con l'autonomia differenziata, mette al centro della società la triade “Dio, patria e famiglia”, e via di seguito, è il governo Meloni che non può essere legittimato in alcun modo proprio perché le sue radici affondano nel Movimento Sociale, diretto erede del PNF di Mussolini.
Le masse popolari antifasciste erano coscienti di avere di fronte un governo neofascista, i leader politici e sindacali istituzionali presenti per niente; ecco perché una piattaforma così chiara ed esplicita come quella che proponiamo e che si combacia con le rivendicazioni della piazza più avanzata, determinerebbe una linea di demarcazione netta fra chi si oppone realmente al fascismo e chi usa l'antifascismo esclusivamente per fini elettorali. Alla fine tutti dovranno scegliere, nella pratica, da quale parte stare.
La piazza ha parlato, ora occorre darle gambe ed insistere sulla via della mobilitazione e della costituzione di un grande fronte unito antifascista e di opposizione al governo neofascista Meloni.
 

Qualificata partecipazione del PMLI
In questa storica giornata il PMLI ha fatto la sua parte. Una delegazione di compagne e compagni provenienti dalla Toscana, dalla Lombardia e dal Molise, diretta dalla compagna Claudia del Decennale, coadiuvata dai compagni Enrico Chiavacci e Simone Malesci, ha portato in piazza numerose bandiere ed i cartelli che solidarizzavano con gli studenti aggrediti dagli squadristi e con la preside Savino, chiedevano le dimissioni del ministro Valditara, assieme alla esplicita richiesta di mettere fuori legge i gruppi neofascisti e neonazisti. Il manifesto portato in piazza chiudeva con l'esortazione “uniamoci e lottiamo contro il governo neofascista Meloni”.
In piazza le nostre compagne ed i nostri compagni hanno potuto tastare di persona quanto il nostro amato Partito sia apprezzato e rispettato. "Appena sono entrata in piazza vi ho cercati con lo sguardo. Siete un punto di riferimento", sono state le parole di una militante di un altro partito con la bandiera rossa con falce e martello.
Le compagne ed i compagni, instancabili diffusori, hanno distribuito circa 1.200 volantini che sono andati a ruba fra i manifestanti; in molti, anche al concentramento finale, hanno detto di apprezzare le parole d'ordine "La vostra parola d'ordine è azzeccatissima", a tal punto che anche molte locandine che i compagni e le compagne tenevano nel corpetto sono stare regalate a coloro che le richiedevano per se o per i propri figli.
La delegazione ha attirato l'attenzione, oltre che per i manifesti come al solito molto fotografati, anche per gli slogan che sono stati lanciati, fra i quali “Governo Meloni buttiamolo giù”, “I repubblichini di Mussolini siano sempre ricordati come assassini”, “Il sistema capitalista è la matrice del regime neofascista”, “Valditara dimettiti” ed altri ancora. Nel corteo i compagni hanno sfilato assieme al PCL ed il PCI con i cui militanti sono stati intonati slogan in comune, su tutti “siamo tutti antifascisti”, e canti come Bella Ciao, Fischia il Vento e Bandiera Rossa, in un clima di rispettosa unità antifascista. Per il PMLI è stata una ulteriore dimostrazione che i lavoratori, i giovani e le masse popolari, se sollecitate su temi che stanno loro a cuore, come appunto l'antifascismo, hanno una gran voglia di lottare e di partecipare. Questa è stata anche una importantissima tappa per costruire quel fronte unito contro il governo neofascista Meloni che il nostro partito ha sollecitato ancora prima del suo insediamento.
Fra l'altro proprio alla delegazione del PMLI si deve il primo canto corale di “Bella Ciao”, partito dal nostro megafono e poi rilanciato come una sola voce da gran parte di pazza SS.Annunziata.
Nonostante la presenza qualificata e l'immenso affetto dimostrato delle masse popolari, i media di regime hanno sostanzialmente ignorato il PMLI e le sue parole d'ordine; fanno eccezione le immagini della diretta su Collettiva della CGIL che riprendeva tutta piazza Santa Croce, i filmati mandati in rete da Firenze Today ed alcune foto su testate on line locali che non hanno potuto evitare di inquadrare le nostre insegne portate generosamente sotto il palco da alcuni compagni che si sono staccati dallo spezzone ed hanno raggiunto Santa Croce in anticipo. Anche le interviste rilasciate dai compagni Erne Guidi a Mediaset e da Andrea Cammilli a Rai News 24 non sono poi state trasmesse, a conferma del ferreo black out che salvo rare eccezioni oscura da sempre il nostro partito e le sue posizioni.
Il compagno Giovanni Scuderi, segretario generale del PMLI, subito dopo la fine della manifestazione ha telefonato alla compagna Claudia Del Decennale ed ai compagni Enrico Chiavacci e Simone Malesci per ringraziare calorosamente tutti i membri della delegazione che hanno assolto il compito importantissimo di trasmettere alle manifestanti ed ai manifestanti le parole d'ordine del partito necessarie per indirizzare correttamente l'attuale lotta antifascista, facendo convergere questo vasto e variegato fronte sui due obiettivi principali; la lotta per abbattere il governo neofascista Meloni e quella affinché siano messi fuorilegge i gruppi neonazisti e neofascisti.

8 marzo 2023