Piazza Armerina (Enna)
La polizia irrompe nell'assemblea studentesca che discute di legalizzazione della cannabis

Dalla contestazione del 25 ottobre alla Sapienza di Roma contro il convegno fascista di Azione universitaria, alla grande manifestazione nazionale antifascista del 4 marzo scorso a Firenze, gli studenti sono stati tra i primi a mobilitarsi e a denunciare in più occasioni la natura capitalista, neofascista, repressiva, xenofoba e razzista del governo Meloni.
Una denuncia che evidentemente ha colpito nel segno il governo neofascista Meloni e in particolar modo i suoi ministri fascioleghisti dell'Istruzione e del “merito”, Giseppe Valditara, e quello degli Interni, Matteo Piantedosi, che intendono farla pagare molto cara agli studenti non solo a suon di manganellate ma anche con denunce e intimidazioni.
In questo contesto si inserisce la gravissima e provocatoria irruzione avvenuta il 1° marzo scorso da parte di due agenti della Digos all’istituto tecnico superiore Majorana-cascino di Piazza Armerina (Enna).
Senza alcun preavviso e senza dare nemmeno alcuna spiegazione gli agenti sono piombati all'interno dell'edificio, hanno interrotto l'assemblea e identificato i tre studenti, il rappresentante d'istituto e due membri della consulta provinciale, che da un'aula dell'istituto in collegamento via web gestivano gli interventi al dibattito con all'ordine del giorno la legalizzazione delle droghe leggere.
“Parlavamo di droga, di cannabis, di liberalizzazione delle droghe ma anche dei loro effetti sugli adolescenti e a un certo punto è arrivata la polizia. Hanno chiesto chi eravamo, i nostri nomi e noi non abbiamo capito perché, volevamo spiegazioni e ci hanno risposto che 'le domande le facciamo noi'”, hanno raccontato i tre studenti identificati e ancora visibilmente sconvolti per la violenza subita.
“L’assemblea congiunta è stata regolarmente richiesta dai rappresentanti di classe e regolarmente concessa con la partecipazione, attraverso piattaforme meet, degli alunni e insegnanti collegati dalle singole classi con i rappresentanti dell'associazione ‘Meglio Legale’, Pierluigi Gagliardi e Antonella Soldo, che hanno presentato agli studenti un quadro normativo chiarendo subito che l’obiettivo dell’associazione è quello di argomentare tesi circa l’auspicato utilizzo legale della cannabis per contrastare i fenomeni di criminalità connessi con lo spaccio clandestino”, ha spiegato la preside Lidia Carola Di Gangi.
“Facciamo assemblee dappertutto – ha aggiunto la presidente dell'associazione Soldo - ogni settimana in una scuola diversa e non era mai capitato che arrivasse la polizia. Non capiamo nemmeno noi le ragioni, la nostra associazione non sostiene l'uso delle droghe, nemmeno di quelle leggere. I nostri esperti spiegano anzi con chiarezza gli effetti negativi e collaterali che anche questo tipo di stupefacenti possono avere sulle fasce giovanili, adolescenziali. Questi incontri, anche quello che si svolgeva con la presenza del mio collaboratore Pierluigi Gagliardi, collegato con l'istituto Majorana-Cascino, hanno una doppia valenza, anche contro la mafia e i traffici di droga. Non si devono a maggior ragione criminalizzare queste iniziative: quello che è successo – conclude Soldo – è stato arbitrario, irrazionale. Ciò che è avvenuto nella scuola di Piazza Armerina ha dell’incredibile. Siamo convinti che la polizia non debba entrare nelle scuole. Non vorrei che fosse un effetto del nuovo clima politico”.
In effetti, anche in questo caso, come per l'aggressione squadrista al Michelangiolo di Firenze, dal governo e dalle istituzioni non è arrivato nessun commento e nessuna richiesta di spiegazioni alla questura di Enna che a sua volta si rifiuta di comunicare i motivi in base ai quali è stata decisa l'irruzione.
Segno evidente che siamo di fronte a un attacco diretto e ben coordinato da parte del governo neofascista Meloni teso a fascistizzare le scuole e intimorire il movimento studentesco che coraggiosamente sta rialzando la testa nelle scuole e nelle piazze di tutto il Paese.
Il PMLI solidarizza con i coraggiosi ed esemplari studenti antifascisti di Roma, Firenze, Enna che dimostrano che il governo neofascista Meloni si deve combattere anche nelle piazze attraverso la costituzione di un fronte unito più ampio possibile composto dalle forze anticapitaliste, a cominciare da quelle con la bandiera rossa, dalle forze riformiste e dai partiti parlamentari di opposizione. Senza settarismi, pregiudizi ed esclusioni. Deve contare solo l’opposizione a questo governo che va spazzato via il prima possibile.

8 marzo 2023