In Piazza 9 marzo 1945, davanti al monumento partigiano di Salussola, nel Biellese
I combattivi antifascisti contestano sonoramente l'ex senatore Fd'I Mantovani
”Bella Ciao” sovrasta incessantemente il provocatorio intervento dell’esponente fascista

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Biella del PMLI
Domenica 12 marzo si è svolta la 79ª commemorazione dell'eccidio di Salussola (Biella) quando, il 9 marzo 1945, vennero barbaramente trucidati 20 partigiani per mano delle belve nazifasciste del Battaglione Montebello giustamente definiti dall'unico partigiano sopravvissuto alla strage, Sergio Canuto Rosa nome di battaglia “Pittore”, “Criminali, vigliacchi e mostri in camicia nera che ci torturarono per tutta la notte massacrandoci a pugni, calci, bastonate, con il calcio del moschetto, e molti di noi riportarono rotta la testa e le mandibole”.
La ricorrenza di quest’anno è stata preceduta da numerose polemiche in quanto la sindaca di Salussola, Manuela Chioda, ha ritenuto opportuno invitare il suo caro amico ex senatore di Fratelli d’Italia, Mario Mantovani, quale oratore ufficiale della commemorazione. Per tale inopportuna scelta l’ANPI provinciale ha comunicato ufficialmente che non avrebbe partecipato all’iniziativa in quanto “Fratelli d’Italia è un partito che non ha mai rinnegato il fascismo”.
L’Organizzazione di Biella del PMLI, unitamente al Coordinamento Biella antifascista, all’ANPI Valle Elvo e Serra sez. “Pietro Secchia”, al Partito della Rifondazione Comunista (PRC) e al Laboratorio sociale “La città di sotto”, hanno emesso un comunicato unitario non condividendo la scelta di astenersi dalla partecipazione dell’ANPI provinciale che, di fatto, avrebbe lasciato la piazza e il ricordo dei partigiani a un esponente meloniano.
La segreteria biellese del Partito Democratico (PD) ha preso posizione in favore dell’ANPI: “Una volta in più l’arroganza e prepotenza di questa destra costringe chi ne ha titolo a fare un passo indietro. Non è accettabile che a una manifestazione in cui si ricorda il sacrificio di tante vite e il dolore di tante famiglie vengano invitati rappresentanti di uno schieramento politico che dal fascismo non si è mai completamente affrancato e non ne ha mai preso con decisione le distanze”.
Al termine della deposizione della corona d’alloro ai piedi della targa che ricorda i nomi dei partigiani uccisi, un breve corteo si è diretto al cippo partigiano in Piazza 9 marzo 1945 - giorno del massacro - e qui la sindaca, oltretutto con imbarazzante povertà lessicale, ha brevemente ripercorso i tragici fatti di quella strage, senza nessuna partecipazione emotiva. Come se non bastasse ha concluso il suo intervento con un vergognoso e delirante “Buon eccidio a tutti”.
Come da programma, ha infine preso la parola Mario Mantovani che dopo due parole di circostanza sui partigiani trucidati ha iniziato a sproloquiare di “riappacificazione nazionale” col palese obiettivo di riscrivere la storia a proprio uso e consumo e delegittimare la Resistenza e la lotta di Liberazione in nome di “una memoria e di una storia condivisa”.
Immediatamente dal fronte degli antifascisti in piazza è partita una sonora contestazione per affermare che l’antifascismo si fonda sul principio dell’impossibilità di una memoria condivisa tra vittime e carnefici. Per sovrastare le provocatorie parole dell’ex senatore è stato intonato il canto partigiano “Bella ciao” ripetuto per tutto il tempo dell’intervento dell’esponente di Fratelli d’Italia. Così le compagne e i compagni del Coordinamento Biella antifascista, dell’ANPI Valle Elvo e Serra, della Federazione biellese del Partito della Rifondazione Comunista tra cui il compagno Oreste che esibiva l’eloquente cartello: “Fuori i fascisti e complici dai luoghi della Resistenza”, del Partito Democratico con in prima fila Rita de Lima e l’Organizzazione biellese del PMLI hanno sturato le orecchie a Mantovani che ha forse compreso cos’è l’antifascismo militante e quanto stia a cuore alle biellesi e ai biellesi la memoria e il rispetto nei confronti dei partigiani che ci hanno riconsegnato la libertà - pagata cara con il loro sangue versato - dopo vent’anni di dittatura mussoliniana.
È stato appagante e politicamente rilevante ricevere la gratitudine e stima della popolazione e osservare gli striscioni appesi ai balconi di Salussola tra cui il più significativo, “Nessuna memoria condivisa: o con le vittime o coi carnefici!”.

15 marzo 2023