265 cortei in Francia contro l'innalzamento della pensione a 64 anni

 
Le principali organizzazioni sindacali e le organizzazioni giovanili e studentesche contrarie alla proposta del governo francese di aumentare l'età del pensionamento da 62 a 64 anni avevano promesso che avrebbero accompagnato l'iter di approvazione della legge in parlamento con una crescente mobilitazione fino a "fermare il paese". Lo sciopero del 7 marzo, proseguito in diversi settori anche l'8 Marzo, per la sesta giornata di mobilitazione nazionale per bloccare la controriforma pensionistica di Macron ha effettivamente segnato un record di partecipazione agli scioperi nei settori pubblici e nel privato, rappresentata negli striscioni, cartelli e slogan nei 265 cortei che hanno attraversato le città grandi e piccole della Francia a cui secondo la Cgt hanno partecipato 3,5 milioni di manifestanti. Un successo di partecipazione in particolare nella manifestazione a Parigi dove il numero dei partecipanti è arrivato fino a circa 700 mila quando nelle altre giornate di mobilitazione iniziate il 31 gennaio era arrivato al massimo fino a 500 mila.
La primo ministro Elisabeth Borne, coperta dal presidente Macron che rifiutava un nuovo incontro richiesto dai sindacati, tirava dritto e il 9 marzo al Senato incassava l'approvazione, grazie al contributo esterno della destra dei repubblicani, l’articolo 7 del provvedimento, quello che innalza l’età di pensionamento da 62 a 64 anni e l'11 marzo del testo completo con una maggioranza di 195 voti contro 112 e 37 astensioni. Sindacati e organizzazioni giovanili rilanciavano con altre nuove giornate di sciopero nazionale e di un presidio di protesta a partire dal 16 marzo davanti la sede dell'Assemblea nazionale, la Camera francese, che iniziava la discussione sul testo varato dal Senato. Le organizzazioni studentesche organizzavano nuove occupazioni di protesta nelle università e l'avvio delle occupazioni nei licei.

15 marzo 2023