Indetta dal coordinamento "Per il clima, fuori dal fossile" e dalla Rete NoRigassificatori
Migliaia di manifestanti in corteo a Piombino
Contestati il meloniano sindaco Ferrari, il presidente della Regione Giani (Pd) e la premier Meloni

In occasione della manifestazione nazionale indetta dal coordinamento "Per il clima, fuori dal fossile" e dalla Rete NoRigassificatori, nel pomeriggio dell'11 marzo circa 6 mila manifestanti provenienti da tutta la Toscana e da varie altre regioni d'Italia sono sfilati in corteo a Piombino (Livorno) da Largo Caduti Sul Lavoro a Piazza Bovio per ribadire la propria opposizione all'installazione del rigassificatore galleggiante nel piccolo porto della cittadina livornese a ridosso dalle abitazioni e dalle attività commerciali che mette in serio pericolo la salute e l'incolumità fisica della popolazione.
Fin dal primo mattino la città dell'acciaio era stata completamente blindata da un provocatorio schieramento di polizia, carabinieri e guardia di finanza in assetto antisommossa, con decine di blindati, camionette e auto-civetta a presidiare le rotatorie e gli incroci e un elicottero della guardia di finanza in volo costante sulle teste dei manifestanti. Misure di sicurezza da vero e proprio stato di polizia come non si erano mai viste nelle precedenti manifestazioni che hanno assediato i manifestanti per tutta la durata della manifestazione.
Al combattivo corteo, aperto dallo striscione "Per la giustizia climatica, liberiamoci da fossile e dalle opere inutili" hanno preso parte comitati, reti e associazioni ambientaliste, sindacati di base, lavoratori, studenti, militanti, attivisti e esponenti di partito che hanno marciato fianco a fianco con le delegazioni dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio e degli operai e solidali della ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze).
Al grido “Se la nave arriverà bloccheremo la città”, “Piombino è nostra e non si tocca” in Piazza Bovio l'arrivo del corteo è stato accolto da un lungo e caloroso applauso e i manifestanti hanno tributato un minuto di silenzio in memoria della vittime della strage di Stato di migranti di Cutro.
Lungo il tragitto del corteo residenti e proprietari dei negozi espongono cartelli e striscioni contro il rigassificatore e a sostegno dei manifestanti.
Duramente contestati e bersagliati dagli slogan dei manifestanti il sindaco neofascista di Piombino Francesco Ferrari, fischiato e costretto a interrompere il suo il intervento e a lasciare il palco mentre i manifestanti gli urlano dietro: “Vai a casa, fascista!”, il presidente della Regione Eugenio Giani (Pd) e la premier Meloni.
A testimonianza che il movimento NoRigassificatori si oppone non solo al rigassificatore di Piombino ma a tutta la politica energetica del governo basata sul rilancio del fossile come fonte primaria di approvvigionamento. Una politica messa in campo dal governo Draghi e portata alle estreme conseguenze dall'attuale governo neofascista Meloni che prevede l'insattalazione di uno/due nuovi rigassificatori in arrivo a Ravenna, cinque in Sardegna, il più grande del mondo andrà in Calabria e altri nelle Marche e in Sicilia, oltre a quelli già attivi a Panigaglia (La Spezia), a Livorno e a Porto Viro (Rovigo). Ma anche nuovi metanodotti, nuovi impianti di stoccaggio, nuove trivelle che puntano a far diventare l’Italia un Hub del gas per l’Europa.
Uno scempio e un rischio per la popolazione e per l'ambiente senza precedenti ,a cui si aggiunge la devastazione di interi territori e aree marine protette per arrivare a una capacità di importazione e trasporto di 106 miliardi di mc all’anno, con una sovracapacità del 45% rispetto al fabbisogno nazionale attuale, e profitti da capogiro per le multinazionali, con alla testa la Snam, che hanno in mano il monopolio del mercato energetico.

15 marzo 2023