Lombardia
Fontana presenta una giunta totalmente priva di legittimazione popolare
Vicepresidenza ad Alparone di FdI che è anche assessore al Bilancio. Un valzer di poltrone fa rientrare in Consiglio lo screditato ex assessore Gallera

Dal corrispondente della Lombardia
Il leghista Attilio Fontana, confermato governatore della Lombardia in seguito alle elezioni del 12 e 13 febbraio scorsi, ha presentato la sua nuova giunta di “centro-destra”.
Nonostante i proclami della propaganda filo governativa che sostengono ceh questa giunta avrebbe un appoggio popolare ancora maggiore della precedente, in realtà essa è priva di qualunque legittimità e non rappresenta certo la volontà della maggioranza dei lombardi in quanto alle urne si sono recati poco più del 40% degli elettori aventi diritto al voto.
La giunta regionale risulta piena zeppa di fascisti di Fratelli d'Italia, a cominciare dal vicepresidente Marco Alparone, che ha ottenuto anche la poltrona di assessore al Bilancio e Finanza e da Romano La Russa, fratello del camerata presidente del Senato Ignazio, ripreso alla vigilia delle elezioni in un video mentre faceva il saluto romano al funerale di un militante di estrema destra, confermato assessore alla Sicurezza e Protezione civile.
I seguaci della premier Giorgia Meloni hanno ottenuto anche altri cinque assessorati: alla vicesindaca di Gallarate (Varese) Francesca Caruso va la Cultura, ad Alessandro Beduschi l’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, a Barbara Mazzali il Turismo, Marketing territoriale e Moda, Paolo Franco si occuperà di Casa e Housing sociale mentre Franco Lucente guiderà i Trasporti e la mobilità sostenibile.
Cinque assessori sono andati alla Lega: Claudia Maria Terzi alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Elena Lucchini alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Alessandro Fermi all’Università, Ricerca, Innovazione, Massimo Sertori agli Enti locali, Montagna, Risorse energetiche, Utilizzo risorsa idrica, mentre Guido Guidesi è allo Sviluppo economico.
A Forza Italia sono toccate due poltrone: Simona Tironi ha avuto la delega all'Istruzione, Formazione, Lavoro mentre la nomina di Gianluca Comazzi, ex capogruppo berlusconiano, al Territorio e Sistemi verdi ha liberato una poltrona in Consiglio regionale e consentito al compare di partito Giulio Gallera, ex assessore al Welfare sonoramente bocciato dagli elettori per l'incapacità dimostrata durante i drammatici mesi dell'emergenza pandemica, di rientrare in Regione nonostante abbia ottenuto appena 5.670 preferenze.
L'assessorato al Welfare resta nelle mani di Guido Bertolaso, mentre quello quello all'Ambiente e Clima finisce a Giorgio Maione della lista civica Lombardia Ideale Fontana Presidente.
Alle sedici poltrone di assessore si aggiungono quelle dei sottosegretari alla presidenza, ripartite tra le quattro forze politiche della coalizione di “centro-destra”: Mauro Piazza (Lega) all’Autonomia e Rapporti con il Consiglio Regionale, Ruggero Invernizzi (Forza Italia) ai Controlli, Patrimonio e Digitalizzazione, Raffaele Cattaneo (Noi Moderati) alle Relazioni internazionali ed europee e Lara Magoni (Fratelli d'Italia) allo Sport e Giovani.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, hanno iniziato a serpeggiare molti malumori all'interno della giunta perché Fratelli d'Italia intende far valere il sorpasso ottenuto sulla Lega all'interno della coalizione e, nonostante abbia appoggiato Fontana alla presidenza, ora chiede il conto e vuole ridefinire tutta la struttura organizzativa della Regione per occuparne i posti chiave, come dimostrato nella prima riunione, sospesa e riconvocata due volte e conclusasi dopo nove ore con la richiesta di affiancare al confermato segretario della Regione, Antonello Turturiello, un vice di loro fiducia.
Quel che è certo, al di là delle beghe interne al Palazzo del potere borghese regionale, è che questa giunta risulta totalmente delegittimata dall'astensionismo record, non rappresenta in alcun modo la volontà dei lombardi e spostandosi ancor più a destra continuerà più delle precedenti ad occuparsi unicamente di soddisfare le esigenze affaristiche delle lobby del grande capitale finanziario lombardo, nazionale e europeo disinteressandosi dei bisogni reali ed urgenti delle masse lavoratrici e popolari, portando a compimento la privatizzazione selvaggia della sanità smantellando definitivamente il Servizio pubblico. Con la seconda giunta Fontana, c’è da scommetterci, peggioreranno il degrado dei quartieri popolari e delle periferie urbane, l’inquinamento dell’aria e del suolo, la dilagante speculazione edilizia e la cementificazione, la discriminazione razzista e schiavista verso i migranti.
I fatti confermano la giustezza delle posizioni politiche dei marxisti-leninisti di lavorare politicamente fuori dalle istituzioni rappresentative borghesi ormai marce, irrecuperabilmente fascistizzate e inservibili a un qualsiasi uso da parte del proletariato, il PMLI in Lombardia non farà sconti alla giunta e continuerà nella lotta per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo fondate sulle Assemblee popolari e sui Comitati popolari contro le illusioni elettorali e il capitalismo, per il socialismo.

22 marzo 2023