Deciso dal vertice di San Diego fra Biden, Sunak e Albanese
L'Aukus lancia il piano che doterà l'Australia di 3 sommergibili atomici per contenere la Cina
Pechino: “Un atto illegale di proliferazione nucleare”

 
Il Trattato per la sicurezza tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti (AUKUS), promosso dall'imperialismo americano e definito un partenariato di sicurezza per l'Indo-Pacifico ma il cui vero obiettivo è quello contenere la Cina, a un anno e mezzo dalla sua costituzione ha mosso un primo significativo passo con la decisione dei leader dei tre Paesi nel vertice del 13 marzo presso la base navale di Point Loma a San Diego (California) di lanciare il piano che doterà l'Australia di 3 sommergibili atomici. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro australiano Anthony Albanese e il suo omologo britannico Rishi Sunak hanno firmato l'intesa su un piano gigantesco, della durata ultradecennale per costruire
una nuova generazione di sommergibili d'attacco a propulsione naturale, chiamati "SSN-Aukus".
I nuovi sommergibili a propulsione nucleare sostituiranno i vecchi natanti a propulsione convenzionale che il governo di Canberra aveva in programma di ammodernare con una versione degli SSN francesi Barracuda. Giusto un anno e mezzo fa il nuovo governo laburista stracciava l'accordo con l'imperialismo francese e dava il via all'intesa sulla costituzione dell'Aukus e apriva la porta al nuovo fornitore.
Il primo passo dell'accordo prevede che già a partire dall'anno in corso personale australiano sarà imbarcato per addestramento su sottomarini americani e britannici che saranno ospitati a rotazione nella base di Perth, una volta che sarà attrezzata per fornire il necessario supporto. I programmi prevedono la possibilità di approdo per battelli in missione di addestramento fino al 2026 e per missioni operative nell’Indo-Pacifico dal 2027, sempre con equipaggi misti.
La Royal Australian Navy (RAN) avrà mezzi propri ma con tempi molto lunghi, si indica il 2032 come data possibile di acquisto di 3, forse 5 sottomarini d’attacco a propulsione nucleare americani della classe Virginia. Che per non far scivolare ancora più in là le date di consegna potrebbero essere unità di seconda mano cedute dalla Marina americana. Ammesso che non ci siano ritardi non previsti come quelli nella consegna delle fregate britanniche Type 26 ordinate anche dall’Australia che ha dovuto spostare l'avvio della fase perativa delle unità a dopo il 2031.
L'accordo prevede anche una successiva fase che a partire dal 2040 vedrà anche l’Australia partecipare alla progettazione già avviata da Londra e alla costruzione della nuova classe SSN AUKUS. Il costo totale del progetto è stato valutato nella cifra record, per tali attività, di 368 miliardi di dollari fino al 2055.
Il primo effetto dell'accordo sarà la costituzione, comunque nel giro di diversi anni, di un punto di appoggio attrezzato nella base navale australiana di Perth delle flotte dei sottomarini nucleari degli imperialisti americani e inglesi impegnati a fronteggiare l'espansione del socialimperialismo cinese nell'Indo-Pacifico.
Pechino è impegnata con una serie di aumenti continui del suo bilancio militare a colmare il divario militare che la vede ancora molto sotto alla prima superpotenza imperialista americana che si rafforza nella regione grazie all'AUKUS. E alla decisione del vertice di San Diego fra Biden, Sunak e Albanese rispondeva col portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin che il 15 marzo la definiva un atto che "rappresenta un grave rischio di proliferazione nucleare, viola lo scopo e il principio del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) e compromette il sistema internazionale di non proliferazione nucleare". Sarebbe la prima volta, secondo il portavoce cinese, che uno Stato dotato di armi nucleari trasferisce reattori per sottomarini nucleari e uranio arricchito a uno Stato non dotato di armi nucleari, che non può essere efficacemente supervisionato dall'AIEA in base al suo attuale sistema di sorveglianza e non può controllare e impedire che tale materiale non sia usato l'Australia per fabbricare armi nucleari. L'appello all'AIEA cadeva nel vuoto.

29 marzo 2023