Promozione dello yuan, forniture di gas, apertura delle zone di influenza nell'Artico
Xi in visita a Mosca fa affari d'oro col “caro amico” Putin
Il socialimperialismo cinese stringe a sé il nuovo zar del Cremlino. L'imperialismo dell'Est si prepara alla guerra con l'imperialismo dell'Ovest. Putin favorevole al “Piano di pace” della Cina
Approfondita la “partnership globale per la nuova era”

 
L'arrivo del presidente cinese Xi Jinping a Mosca il 20 gennaio per una visita ufficiale di tre giorni aveva spinto i concorrenti imperialisti dell'Ovest a mettere alla berlina il capofila dei paesi imperialisti dell'Est e colpirlo nei suoi punti deboli, in particolare sull'atteggiamento complice verso il "caro amico" Vladimir Putin nell'aggressione all'Ucraina. “La risoluzione del conflitto in Ucraina sarà possibile se le parti seguiranno le linee guida del concetto di sicurezza collettiva”, l'ambigua risposta di Xi in un articolo scritto per il quotidiano russo Rossiyskaya Gazeta e pubblicato alla vigilia del suo arrivo che confermava quella posizione di Pechino di copertura dell'aggressione russa; al fuoco di fila dei paesi imperialisti dell'Ovest che avevano impallinato il suo cosiddetto piano di pace per l'Ucraina rispondeva sostenendo che "la comunità internazionale ha riconosciuto che nessun paese è superiore agli altri, nessun modello di governo è universale e nessun singolo paese dovrebbe dettare l’ordine internazionale”, riferendosi solo all'imperialismo americano come se il suo alleato strategico russo non avesse tentato con la forza delle armi di modificare confini nazionali e ordine internazionale e Pechino non si stesse attrezzando alla guerra a partire dalla moltiplicazione delle spese militari.
 
Una partnership globale “senza limiti”
In ogni caso il vertice di Mosca tra Putin e XI è stato molto altro, una tappa importante della costruzione di quella partnership “senza limiti” annunciata dai due leader all’apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino nel febbraio 2022 e rafforzata durante l'ultimo anno con lo sviluppo dei rapporti non solo politici ma anche sul piano commerciale e finanziario, nonché della cooperazione militare che si ferma alla soglia degli aiuti nella guerra in Ucraina, secondo quanto monitorizza quotidianamente il Pentagono. Va comunque avanti quella che il nuovo imperatore della Cina Xi e il nuovo zar Putin definiscono una relazione speciale, sempre più stretta e con l'obiettivo di fondo dell'imperialismo dell'Est, di cui Pechino è il vero leader, di prepararsi alla guerra per il domino del mondo con l'imperialismo dell'Ovest. Una nuova guerra mondiale che ha i suoi primi bagliori accesi proprio in Europa dall'aggressione russa in Ucraina.
Nel penultimo incontro, quello in videoconferenza del 30 dicembre scorso, Putin aveva salutato il "caro amico" Xi sottolineando che le relazioni con la Cina "hanno superato tutte le prove, stanno vivendo il periodo migliore della loro storia e possono essere considerate un modello di cooperazione tra le grandi potenze nel 21° secolo". Una cooperazione anche economica, segnata dai tassi di crescita record nel commercio tra Russia e Cina di circa il 25% nel 2022, e una cooperazione "tecnologica militare e di difesa che occupa un posto speciale nelle nostre relazioni". E nell'articolo pubblicato sul Quotidiano del Popolo , l'organo del PCC, in contemporanea con quello di Xi sulla stampa russa ripeteva che "le relazioni Russia-Cina hanno raggiunto il livello più alto della loro storia e si stanno rafforzando sempre di più, superano le alleanze politico-militari dei tempi della Guerra Fredda per la loro qualità, senza nessuno che ordina e nessuno che obbedisce, senza limiti o tabù". Gonfiava il petto il nuovo zar del Cremlino che si presentava come un leader imperialista alla pari col lanciatissimo Xi, mentre non lo è, e anzi si trova in palese difficoltà nello scontro coi rivali Usa, Ue e Nato coalizzati nella difesa dell'Ucraina aggredita. Nel saluto di fine anno Xi definiva la cooperazione energetica, leggi le forniture di gas e petrolio russo all'industria cinese, come "la pietra angolare delle nostre relazioni" e sottolineava che la "partnership globale Russia-Cina e la loro cooperazione strategica dimostrano maturità e capacità di resistere alle sfide in questa nuova era", quella che nelle ambizioni di Pechino dovrebbe portare alla conquista dell'egemonia mondiale detenuta dall'imperialismo americano, e definiva in particolare. A distanza di tre mesi i due capifila dell'imperialismo dell'Est registrano i progressi in tutti i campi e la loro alleanza strategica viaggia rapida, neanche scalfita dagli attacchi dei rivali imperialisti dell'Ovest.
 
Firmati 14 accordi e una dichiarazione economica congiunta
Nella seconda giornata della visita a Mosca, Xi e Putin firmavano 14 accordi e una dichiarazione economica congiunta valevole fino al 2030 allo scopo di rafforzare ulteriormente la loro "cooperazione strategica" nei settori dell'energia, delle industrie high-tech e per aprire nuovi affari fino a "sviluppare una rotta settentrionale marittima insieme nell'Artico russo". Lo scorso anno gli scambi tra Cina e Russia hanno raggiunto il record di 185 miliardi di dollari, trainati dalla crescita delle forniture di greggio russe, e il Cremlino punta a arrivare a 200 miliardi nel 2023 anche per compensare le sanzioni dei paesi imperialisti occidentali e finanziare la sua guerra in Europa. Una quota crescente di questi scambi commerciali è regolata in rubli, ma soprattutto in yuan tanto che la Russia è diventata il quarto più grande centro di commercio offshore in yuan al di fuori di Hong Kong. "Lo yuan verrà utilizzato nei pagamenti in Asia, Africa e America Latina", assicurava Putin nella conferenza stampa a fine vertice indicando la volontà di Cina e Russia di andare avanti anche nel vecchio progetto di sostituire il dollaro americano come moneta di riferimento negli scambi commerciali. Alla fine dei primi tre trimestri del 2022, la quota del rublo e dello yuan nelle transazioni commerciali reciproche ha già raggiunto il 65% e continua a crescere, evidenziava Putin.
Il nuovo zar russo infine toccava il tema della guerra in Ucraina dichiarando che ritiene "che molte delle disposizioni del piano di pace presentato dalla Cina siano in linea con gli approcci russi e possano essere prese come base per una soluzione pacifica quando l'Occidente e Kiev saranno pronti a farlo. Finora, tuttavia, non abbiamo riscontrato tale disponibilità da parte loro" e a testimoniare la malafede del fronte avversario ricordava che appena il giorno prima il vice ministro della Difesa britannico aveva annunciato che il Regno Unito fornirà all'Ucraina non solo carri armati ma anche proiettili all'uranio impoverito. Come se lui fosse l'aggredito e non l'aggressore che deve fare il passo indietro.
 
Xi ha il coltello dalla parte del manico
Nel rapporto bilaterale è Xi che ha il coltello dalla parte del manico e senza problemi regge bordone a Putin, in fondo l'aggressione all'Ucraina tiene impegnati i paesi imperialisti dell'Ovest sul fronte europeo e li distoglie dalla missione principale pensata dalla Casa Bianca di spostare il centro dello scontro nell'area dell'indo-pacifico contro la Cina. Permette al nuovo imperatore cinese di presentarsi come mediatore, di puntare a altri risultati dopo il patrocinio dell'accordo Iran-Arabia Saudita, di organizzare senza sollevare proteste a Mosca il primo vertice "Cina-Asia centrale", invitando a maggio i leader delle ex Repubbliche sovietiche centroasiatiche che Mosca considera il "suo cortile di casa". A Putin riservava il contentino dell'invito al terzo forum sulla Via della Seta che si terrà entro l'anno e lasciava il Cremlino a bordo della limousine ufficiale, una limousine Hongqi di produzione cinese.
Non era troppo distante dalla verità il giudizio seppur di parte del caporione imperialista mondiale americano, secondo quanto espresso dal portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby che il 20 marzo riguardo al vertice di tra Russia e Cina dichiarava che "si tratta di due Paesi che stanno cercando da molto tempo di logorare la leadership americana nel mondo e l'ordine internazionale basato sulle regole. In questo Xi ha bisogno di Putin come alleato, mentre Putin ha bisogno di Xi come salvagente per la guerra che va male". L'imperialismo americano in declino vede la sua leadership messa sempre più seriamente in discussione dal rivale socialimperialismo cinese in ascesa ma si sentirebbe tranquillo, secondo Kirby che sentenziava che Xi e Putin perderanno perché "non hanno la rete di alleanze, partnership e amicizie degli Usa".
A dire il vero sono martellanti anche i moniti bellicisti del Pentagono, l'ultimo del 23 marzo di Lloyd Austin durante un'audizione al Congresso che minacciava "se la Cina arma Mosca si rischia conflitto globale". Ma restando alle questioni diplomatiche neanche una settimana dopo le affermazioni di Kirby, il 26 marzo, la Cina annunciava di aver instaurato relazioni diplomatiche con l'Honduras, dopo che il paese sudamericano aveva ufficializzato l'interruzione dei rapporti con Taiwan; l'indipendenza dell'isola è ormai riconosciuta da soli 13 Stati al mondo.

29 marzo 2023