Inaudito attacco alla stampa a seguito di una denuncia del famigerato sottosegretario Durigon
Il governo Meloni manda i carabinieri a sequestrare un articolo nella redazione di Domani
“I giornalisti di Domani non si fanno intimidire”

 
Lo scorso 3 marzo scorso i carabinieri si sono presentati a Roma nella redazione del quotidiano Domani esibendo un provvedimento di sequestro di un articolo a firma di Giovanni Tizian e Nello Trocchia, riguardante la condanna di Simone Di Marcantonio, imprenditore vicinissimo al sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, il fascioleghista che nel 2021 aveva chiesto di intestare il parco di Latina al fratello di Mussolini.
Il provvedimento di sequestro, adottato in modo acritico e acquiescente dalla magistratura a seguito della denuncia sporta da Durigon contro i due giornalisti a motivo del loro articolo, è in realtà un atto liberticida del governo Meloni sotto mentite spoglie di provvedimento dell'autorità giudiziaria, un atto di intimidazione contro la stampa che fa il suo dovere di inchiesta, un inaudito attacco alla libertà di stampa.
La redazione di Domani “si trova per l’ennesima volta messa all’indice da un membro del governo: già la premier Giorgia Meloni stessa non ha esitato, neppure a incarico assunto, nel voler portare in tribunale il direttore e il vicedirettore di questo giornale. Ora un sottosegretario di questo governo ha presentato una querela con l’esito che i carabinieri sono entrati nella redazione di un giornale. Ormai è evidente su scala europea l’utilizzo delle querele a scopo di intimidazione della libera stampa”: a livello internazionale le querele bavaglio hanno anche un nome, “slapp”, ossia sberle.
Ma - secondo Domani - è anche chiaro “che siamo di fronte a una eccezione italiana, per l’uso abusivo del potere allo scopo di condizionare la libertà di informazione. Questa redazione vuole mettere in allerta l’opinione pubblica sugli attacchi alla stampa e anche confermare il patto di fiducia con i propri lettori: i giornalisti di Domani non si fanno intimidire”.
Davvero singolare e inquietante quanto accaduto al quotidiano “Domani”, il sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon ha querelato il giornale per una presunta diffamazione ma non ha allegato l’articolo. Secondo quanto denuncia il comitato di redazione la Procura di Roma ha inviato venerdì 3 dicembre i Carabinieri nella redazione per acquisire l’articolo incriminato. Un modalità decisamente fuori dal comune e dal sapore intimidatorio che va al di là del contenuto dello stesso articolo.
Carabinieri in redazione e attacchi dal governo, ecco come il governo neofascista Meloni intende difendere la libertà di stampa.

Il comunicato del Cdr di Domani
La redazione di Domani denuncia un clima inaccettabile nei confronti dei media liberi e di questa testata.
Venerdì 3 marzo le forze dell’ordine si sono presentate nella redazione di Domani esibendo un provvedimento di sequestro.
I carabinieri hanno sequestrato un articolo a firma di Giovanni Tizian e Nello Trocchia riguardante la condanna di Simone Di Marcantonio, a seguito di una denuncia da parte del sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon.
Una procedura a dir poco irrituale, motivata con la necessità di procurarsi l’articolo stesso (peraltro reperibile già pubblicamente sul sito del giornale).
La redazione di Domani si trova per l’ennesima volta messa all’indice da un membro del governo: già la premier Giorgia Meloni stessa non ha esitato, neppure a incarico assunto, nel voler portare in tribunale il direttore e il vicedirettore di questo giornale.
Ora un sottosegretario di questo governo ha presentato una querela con l’esito che i carabinieri sono entrati nella redazione di un giornale.
Ormai è evidente su scala europea l’utilizzo delle querele a scopo di intimidazione della libera stampa: a livello internazionale le querele bavaglio hanno anche un nome, “slapp”, sberle.
Ma è anche chiaro che siamo di fronte a una eccezione italiana, per l’uso abusivo del potere allo scopo di condizionare la libertà di informazione.
Questa redazione vuole mettere in allerta l’opinione pubblica sugli attacchi alla stampa, e anche confermare il patto di fiducia con i propri lettori: i giornalisti di Domani non si fanno intimidire.

29 marzo 2023