L'editoriale di Scuderi: La questione del potere politico

Sottolinea il ruolo centrale del proletariato. Il Partito marxista-leninista italiano è la “nostra corazza d’acciaio”


 
Il 9 aprile 2023 il nostro amato Partito ha compiuto 46 anni. Sono ormai scolpite nella mente di ognuno di noi le solenni parole pronunciate dal Compagno Segretario Generale Giovanni Scuderi all’inizio del congresso di fondazione del PMLI: “Il grande giorno lungamente atteso e per il quale abbiamo profuso per oltre sette anni tutte le migliori energie e speranze è finalmente giunto. Questo giorno, che sarà ricordato nella storia a caratteri d’oro, cambierà radicalmente il nostro destino e quello del nostro amato popolo.[…] I nostri figli e i figli dei nostri figli, e così tutte le generazioni future, impareranno dal nostro spirito e dalla nostra determinazione rivoluzionari e si ricorderanno di noi, piccola pattuglia di ardimentosi, che abbiamo gettato il seme per quello che sarà il grande, giusto e imbattibile Partito del proletariato italiano.”
Quest’anno la ricorrenza del 9 aprile è caduta nel giorno di Pasqua, parola che, al di là delle sue implicazioni religiose, affonda la sua etimologia nell’aramaico pasah , che significa passare oltre . È esattamente quanto avvenne quel giorno solenne, il 9 aprile 1977, quando un piccolo gruppo di “sognatori” , ma con i piedi saldamente fissati a terra, dopo uno strenuo e appassionato lavoro, durato quasi un decennio, diede inizio con la fondazione del PMLI, alla terza (e definitiva) fase della storia del proletariato italiano. Dopo la deriva riformista del Partito Socialista Italiano, fondato nel 1892, e le speranze tradite dal Partito Comunista d’Italia, che nato dalla Scissione di Livorno del 1921, rivelò presto la sua natura revisionista, fino ad arrivare alla teorizzazione togliattiana (1956) della via italiana al socialismo , seme ed epifania della dissoluzione del Partito Comunista Italiano avvenuta negli anni 1989/91, questo gruppo di valorosi compagni, sulla spinta dei grandi movimenti del Sessantotto e sulla scia luminosa della rivoluzione culturale che Mao stava portando avanti in Cina, maturò la consapevolezza che (riprendendo le parole di Marx pronunciate in occasione dell’inaugurazione della Prima Internazionale, nel 1864) la conquista del potere politico è diventato il grande dovere della classe operaia e che ciò poteva essere realizzato soltanto con la creazione di un forte Partito che rappresentasse l’avanguardia cosciente e organizzata (Scuderi) del nostro proletariato. Il compito primario del Partito Marxista Leninista Italiano, la sua ragione d’essere fondamentale è stata ed è quella di guidare la classe operaia e le larghe masse popolari ad abbattere la dittatura della borghesia ed instaurare la dittatura del proletariato (Scuderi).
La questione della conquista del potere politico da parte del proletariato è fondamentale: essa nasce dalla consapevolezza, mai venuta meno nel PMLI in questi 46 anni, che il capitalismo con i suoi gangli che derubano e affamano il proletariato a vantaggio e per l’ingrasso della borghesia non è riformabile. Chi afferma il contrario, negando la storia e le leggi della logica, è un imbecille oppure è in malafede.
Nell’editoriale dell’ultimo numero de “Il Bolscevico” (n. 14 - 13 aprile 2023), intitolato “La questione del potere politico” , il compagno Scuderi, come in altre occasioni (cfr. ad esempio, il discorso pronunciato per il 40° anniversario della fondazione del PMLI riportato nel n. 15 – 20 aprile 2017 de “Il Bolscevico”), rivendica con forza il fatto che il PMLI sia l’unico partito a parlare della questione del potere politico, in quanto gli altri soggetti politici sono proni e servi della borghesia e del suo potere economico, politico, sociale e culturale. Egli sottolinea il ruolo centrale del proletariato. Esso ha il diritto di avere il potere politico sia perché produce tutta la ricchezza del Paese, sia perché è l’unica classe che può sradicare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le cause economiche che generano le classi e tutti i problemi delle masse, sia perché numericamente è di gran lunga maggiore rispetto alla borghesia. Egli ammonisce però che le sacrosante rivendicazioni del proletariato in tema di lavoro, salari, pensioni, sanità, istruzione etc. non potranno sortire la vittoria definitiva se verranno portate avanti su un piano riformista, elettorale e costituzionale, senza mettere in discussione il potere della borghesia e il suo sistema economico capitalista .
Il Partito Marxista Leninista Italiano, questo piccolo Gigante Rosso, in tutti questi anni, con lo studio assiduo e la pratica della teoria rivoluzionaria dei Maestri Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao ha rappresentato il faro, l’unica guida salda, chiara e unita per il proletariato. Ha condotto il suo piccolo naviglio attraverso mille tempeste, affrontando con dignità e sacrificio le difficoltà economiche, il tradimento dei falsi militanti, l’abbandono da parte di persone non temprate alla lotta, sfidando l’ostilità dei revisionisti, dei falsi partiti marxisti-leninisti, l’ostracismo dei mezzi di comunicazione, le critiche infondate e le accuse inconsistenti. Nonostante tutto ciò, il Partito ha conservato tutta la freschezza, l’entusiasmo, la forza e la tempra iniziali, senza mai recedere di un sol passo dalla dottrina marxista-leninista-pensiero di Mao. La strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa, ma, come scrisse Marx ad Engels, “venti anni contano un giorno nei grandi sviluppi storici, ma vi possono essere giorni che concentrano in sé venti anni.
 
Carlo Cafiero, Napoli

12 aprile 2023