Neppure la Domenica delle Palme ortodossa ferma i criminali bombardamenti russi sull’Ucraina
Zelensky: “ In questa guerra non ci sono compromessi: non rinunceremo al nostro territorio, alla nostra libertà o ai nostri figli”
Per il falco del Cremlino Medvedev: “Abbiamo bisogno della Grande Russia e non della sotto-Ucraina". Respinta al mittente dall’Ucraina la capitolarda proposta del presidente del Brasile Lula della Crimea alla Russia in cambio della pace

 
Dati e notizie ancora una volta raccapriccianti aprono la nuova settimana di aggressione neozarista russa all’Ucraina. Almeno 501 bambini sono stati uccisi in Ucraina dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha lanciato la sua invasione. Lo ha riferito il 3 aprile Catherine Russell, direttrice esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef). "Un'altra tragica pietra miliare per i bambini e le famiglie ucraine", ha scritto Russell in un tweet, avvertendo che la cifra reale è "probabilmente molto più alta" rispetto ai numeri verificati dall'agenzia Onu. Sono, inoltre, quasi 1.000 i bambini ucraini rimasti feriti, con "cicatrici - sia visibili che invisibili - che potrebbero durare per tutta la vita", ha aggiunto Russell.
Intanto sei civili sono morti e altri sette sono rimasti feriti durante i bombardamenti russi del 4 aprile nel nord della regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale: lo ha reso noto l'ufficio del Procuratore Generale, come riporta Ukrainska Pravda. Le vittime sono state segnalate a Toretsk, Krasnohorivka e nel villaggio di Lastochkine del distretto di Pokrovsky. Si sono registrati danni ad un edificio amministrativo, alcuni condominii e strutture agricole. Secondo l'ufficio del Procuratore le forze russe hanno attaccato la regione con artiglieria e lanciarazzi Grad. Cinque persone sono state uccise e nove sono rimaste ferite dagli attacchi della Russia nel Donetsk nella giornata seguente del 5 aprile. Lo ha riferito il governatore della regione Pavlo Kyrylenko, precisando che 2 donne sono state uccise durante il bombardamento del villaggio di Oleksiievo-Druzhkivka situato a sud di Kramatorsk. Altri quattro sono rimasti feriti da schegge e mine esplose. Secondo l'ufficio del procuratore generale, le forze russe hanno lanciato lanciarazzi multipli Uragan contro la popolazione civile di Oleksiievo-Druzhkivka. Altre 2 persone sono state uccise e altre 3 sono rimaste ferite a Bakhmut, la città che ha visto alcuni dei combattimenti più pesanti tra le forze ucraine e russe negli ultimi mesi. Altre 4 persone sono morte in attacchi russi nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale il 6 aprile, tre a Bohorodychne e un'altra a Torske. Le truppe russe hanno effettuato attacchi contro nove regioni ucraine, provocando anche 17 feriti, come riferito dal ministero della Difesa di Kiev. I russi hanno colpito nelle regioni di Donetsk, Kherson, Chernihiv, Kharkiv, Sumy, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Mykolaiv e Luhansk. Secondo il rapporto, la Russia ha colpito un totale di 114 insediamenti utilizzando mortai, carri armati, artiglieria, missili S-300, sistemi di razzi a lancio multiplo (MLRS), droni e aviazione tattica. Sono state colpite anche 32 infrastrutture. Infine sono almeno 7 in Ucraina i civili rimasti uccisi nei bombardamenti nel fine settimana di Pasqua. L'esercito ucraino ha riferito che mentre la Russia continua a concentrarsi sulla conquista di tutto l'est industriale dell'Ucraina, le due province di Kharkiv nel nord-est e Zaporizhzhia nel sud-est - sono state sottoposte al fuoco di missili, razzi e artiglieria. Colpita duramente il 10 aprile l’intera regione di Kherson.
Il 5 aprile il presidente ucraino Zelensky in visita ufficiale a Varsavia ha ammesso che la situazione in cui si trovano le truppe ucraine a Bakhmut è “molto difficile”, facendo riferimento ai “continui attacchi di artiglieria pesante” e alla “carenza di munizioni”. Tuttavia "Posso assicurarvi che il nemico non controlla Bakhmut", ha poi sottolineato in conferenza stampa congiunta con l'omologo polacco, Andrzej Duda. Ha poi aggiunto che "in questa guerra non ci sono compromessi: non rinunceremo al nostro territorio, alla nostra libertà o ai nostri figli". Sempre a Bakhmut "Il nemico è passato alla cosiddetta tattica della terra bruciata. Sta distruggendo edifici e posizioni con attacchi aerei e fuoco di artiglieria", ha dichiarato il colonnello generale Oleksandr Syrskyi, comandante ucraino delle truppe di terra. Lo stesso Zelensky è convinto che la Russia si stia isolando ancora di più dal mondo e dall'umanità, dopo avere colpito una casa a Zaporizhzhia con missili proprio nella domenica delle Palme ed uccidendo un uomo e sua figlia. Lo ha scritto l'Ukrainska Pravda, riportando estratti del suo videomessaggio serale. "Questa notte, l'esercito russo ha sparato a Zaporizhzhia colpendo un edificio residenziale ed uccidendo un uomo di 50 anni e sua figlia di 11. È così che lo stato terrorista trascorre questa Domenica delle Palme. È così che la Russia si isola ancora di più dal mondo, dall'umanità".
L'esercito russo ha affrontato "perdite colossali" vicino alle città di Avdiivka e Marinka nell’oblast di Donetsk negli ultimi giorni, perdendo lì circa due compagnie di militari, fino a 400 soldati ogni giorno, ha detto il portavoce militare ucraino Oleksii Dmytrashkovskyi. Sono 670 i soldati russi che sono stati uccisi invece la domenica di Pasqua in Ucraina. Cifre diffuse dallo Stato Maggiore dell'esercito di Kiev, che aggiorna a 178.820 il numero totale dei militari russi morti dall'invasione dell'Ucraina lo scorso 24 febbraio.
Niente di nuovo anche sul piano diplomatico, con il presidente ucraino Zelensky sempre più impegnato nella direzione della resistenza all’aggressore russo, sul campo ma anche sui tavoli della diplomazia mondiale, da dove partono a giorni alterni sproloqui imperialisti e neonazisti scriteriati come quello del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che l’8 aprile ha sentenziato che l’Ucraina cesserà di esistere. "Perché l'Ucraina scomparirà? Perché nessuno ne ha bisogno", ha sostenuto l'ex presidente russo, aggiungendo che né l'Europa, né gli Stati Uniti, né l'Africa e l'America Latina, né l'Asia, né la Russia hanno bisogno di una repubblica post-sovietica. "L'Ucraina, guidata dall'élite nazista, non è necessaria nemmeno per i suoi stessi cittadini", ha proseguito il vicepresidente del Consiglio di sicurezza. "La nuova Piccola Russia del modello del 1991 è costituita da territori tagliati artificialmente, molti dei quali sono originariamente russi, strappati accidentalmente nel 20esimo secolo", ha detto Medvedev. Su questi territori vivono "milioni di nostri connazionali", che da anni subiscono discriminazioni da parte delle autorità di Kiev, ha aggiunto. "Sono loro che proteggiamo nel corso dell'operazione militare speciale, distruggendo senza pietà il nemico. Ma i pezzi di Russia, chiamati Ucraina in base ai confini del 1991, sono solo un malinteso generato dal crollo dell'Urss", ha proseguito Medvedev. Ed è per questo motivo, ha sostenuto, che "abbiamo bisogno della Grande Russia" e non della "sotto-Ucraina".
Il giorno prima Kiev aveva respinto la proposta del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva di una pace con la Russia in cambio della cessione della Crimea. "L'Ucraina apprezza gli sforzi del presidente del Brasile per trovare una soluzione che fermi l'aggressione russa. Allo stesso tempo vogliamo essere chiari: l'Ucraina non negozia i suoi territori", ha detto su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Oleh Nikolenko. "Non vi è ragione legale, politica o morale in base alla quale l'Ucraina dovrebbe cedere un centimetro del proprio territorio", ha scritto ancora il portavoce. La posizione ucraina non cambia, ha ribadito, "ogni sforzo di mediazione per ripristinare la pace in Ucraina deve basarsi sul rispetto della sovranità e il pieno ripristino dell'integrità territoriale in conformità con i principi della Carta dell'Onu". Niente pace dunque, se non giusta, non ci sono le condizioni. Lo dice Kiev in maniera sacrosanta e lo riafferma Mosca col suo abituale piglio imperialista. Il ministro degli Esteri Lavrov lo ha ribadito partecipando il 7 aprile ad un incontro in Turchia: “Il negoziato può esserci fino a che i nostri interessi non saranno presi in considerazione”. Ricevuto dal presidente Erdogan, Lavrov ha discusso anche con l’omologo turco Mevlut Cavusoglu che ha ribadito la posizione di Ankara: la guerra in Ucraina dovrebbe finire al più presto possibile attraverso negoziati e la Turchia è pronta a dare il suo sostegno per raggiungere questo obiettivo.

12 aprile 2023