Maltrattamenti perpetrati dalla fine del XIX alla seconda metà del XX secolo
La Chiesa sotto accusa per gli abusi contro i bambini nativi canadesi
Ritrovate nuove fosse comuni con i corpi di migliaia di bambini

 
Tra aprile e maggio del 2021 nel sud della Columbia Britannica, nel Canada occidentale, era stata trovata una fossa comune contenente i resti di 215 bambini vicino all'edificio che ospitava la Kamloops Indian Residential School, una scuola cattolica attiva tra il 1890 e il 1969, destinata all'educazione dei bambini e dei giovani nativi americani di quel territorio.
I bambini, la maggioranza dei quali avevano meno di dieci anni, morirono probabilmente a causa del freddo, della cattiva nutrizione, di malattie non sufficientemente curate e in generale a causa delle cattive condizioni di vita, come avrebbero stabilito successive ricognizioni medico legali sui resti, e dagli esami del DNA è risultato che tali bambini, senza eccezione, appartenevano alle comunità indigene del Canada.
Di quella notizia aveva anche dato conto Il Bolscevico in un ampio articolo pubblicato sul n. 23 del 17 giugno 2021, e da allora molte altre macabre scoperte si sono succedute, perché le autorità canadesi vogliono indagare a fondo su ciò che accadeva sui 118 convitti per giovani studenti nativi aperti in Canada tra il XIX e il XX secolo - di cui 79 dipendenti direttamente dal Vaticano e il resto gestite da anglicani, evangelici e dall'autorità civile – e hanno iniziato a perlustrare i terreni adiacenti gli edifici che ospitavano i convitti, soprattutto a seguito della forte mobilitazione della società civile – in prima fila vi sono le comunità indigene canadesi delle First Nations, degli Inuit e dei Métis – il che ha costretto lo stesso Francesco a offrire pubbliche scuse per l'abominevole condotta degli istituti religiosi cattolici su quei territori e ha creato imbarazzo anche tra le stesse autorità canadesi, colpevoli di avere consapevolmente tollerato, all'epoca, simili nefandezze.
Dal primo ritrovamento del maggio 2021 altre migliaia di corpi di bambini nativi sono state trovate in territorio canadese, in decine di fosse comuni, durante il corso di quell'anno: 104 presso la Brandon Indian Residential School nel Manitoba, 751 presso la Marieval Indian Residential School nel Saskatchewan, 182 presso la Kootenay Island Residential School nella Columbia Britannica, 160 nella Kuper Island Indian Industrial School nella Columbia Britannica e 44 nella Thunderchild Residential School nel Saskatchewan.
Lo scorso anno sono state trovate fosse comuni con 93 corpi presso la St. Joseph's Mission Residential School nella Columbia Britannica, 12 corpi presso la St. Philips's Indian Residential School nel Saskatchewan, 42 corpi presso la Fort Pelly Residential School nel Saskatchewan, 168 corpi presso la St. Bernard's Residential School nell'Alberta, 14 nella George Gordon Indian Residential School nel Saskatchewan e 13 nella Sandy Bay nella Sandy Bay Indian Residential School nel Manitoba.
Dall'inizio di quest'anno – e gli scavi sono ancora in corso - nei terreni dove sorgeva la Qu'Appelle Indian Residential School nel Saskatchewan è stato ritrovato un frammento della mascella di un bambino mentre all'interno della proprietà dove sorgeva la St. Mary's Indian Residential School nell'Ontario sono già 171 gli scheletri ritrovati.
Nel frattempo molti nativi americani, ormai tutti anziani, hanno raccontato pubblicamente di aver subito maltrattamenti e abusi all’interno delle scuole gestite in stragrande maggioranza da ordini religiosi cattolici: molti di loro hanno raccontato che venivano picchiati a sangue qualora fossero stati sorpresi a parlare nella loro madrelingua.
Fu la Gradual Civilization Act, una norma varata dal parlamento canadese nel 1857, a prevedere l'istituzione sull'intero territorio del Paese nordamericano di convitti forzati per popolazioni native indiane, meticce ed eschimesi che vivevano entro i suoi confini, e a obbligare le famiglie a firmare un documento che trasferiva a tali istituti i diritti di tutela dei loro figli e dei beni dei deceduti. Nel 1933 fu poi approvata una norma federale, la Sterilization Law, che permetteva di far sterilizzare in maniera massiccia e pianificata qualsiasi ospite nativo delle scuole residenziali che non risultasse in buona salute fisica o psichica.
In Canada tra il 1863, anno in cui il sistema dei convitti forzati fu effettivamente realizzato, e il 1998, anno in cui l'ultimo fu chiuso, si calcola che non meno di 150.000 bambini appartenenti ai nativi d'America furono strappati a forza alle famiglie e affidati alla ramificata e potente rete di convitti in parte gestiti direttamente dal governo canadese e in parte concessi in gestione a ordini religiosi, soprattutto cattolici. Vittime di una colonizzazione forzata che li riduceva in uno stato di semischiavitù, li privava non solo delle famiglie di origine ma anche di ogni riferimento ai loro usi, costumi e tradizioni per indottrinarli violentemente con i principi cattolici dei bianchi colonizzatori.
Tale tragedia non fu il frutto del caso, ma di una spietata politica delle autorità borghesi, le quali con il programma dei convitti obbligatori si ponevano l'obiettivo di assimilare le popolazioni native omologandole nella società nata con la colonizzazione europea. Si trattava di istituti dove soprattutto si insegnavano materie tecniche così da formare schiavi salariati, lavoratori con bassa specializzazione da impiegare nelle miniere e nell'industria del legname, un vero e proprio progetto mirato, finalizzato a ottenere operai pienamente assimilati e asserviti allo sviluppo del capitalismo del Paese nordamericano. E, come si è visto, i più deboli morivano, e soltanto i più forti alla fine resistevano per diventare, di fatto, schiavi di quello stesso sistema che aveva annientato la loro identità culturale vecchia di millenni.

19 aprile 2023