L'Università borghese capitalista uccide studentesse e studenti

Antonio Corrado, 29 anni, iscritto a Medicina all'Università di Chieti-Pescara è il quarto studente universitario che si è tolto la vita nel corso dei primi quattro mesi del 2023; il ventesimo nel corso degli ultimi due anni e mezzo.
Corrado, come Diana Biondi (27 anni, fuoricorso alla triennale in Lettere moderne all'Università di Napoli) e gli altri 18 studenti e studentesse universitarie tutti giovanissimi, tra i 19 anni e i 30 anni, si sono suicidati mentre frequentavano i corsi di studio a Catania, Palermo, Napoli, Chieti, Pisa, Bologna, Pavia, Milano e Padova.
Quasi tutti, prima di compiere l'agghiacciante gesto, hanno denunciato implicitamente o esplicitamente lo stato d'ansia da prestazione e il disagio che li ha divorati nel cercare di superare gli esami in tempo utile e acquisire i crediti necessari per ottenere una misera borsa di studio e la possibilità di pagarsi una stanza in affitto per proseguire gli studi.
Vittime di un sistema d'istruzione borghese assassino basato sull'individualismo e sulla competitività più esasperata, su una concezione del mondo classista e meritocratica, dove la selezione è spietata e precoce affinché i giovani siano subito addomesticati alle delizie del capitalismo: convogliati su rigidi percorsi che poi li immetteranno nel mondo del lavoro, dai mestieri più dequalificati e infimi, via via alle mansioni intermedie e, infine, ai quadri dirigenti.
Un sistema d'istruzione incentrato su percorsi e piani di studio mutuati direttamente dal sistema di produzione capitalistico, introdotti a suon di controriforme e decreti legge varati negli anni da tutti i governi che si sono succeduti alla guida del Paese, sia di centro destra ma anche e soprattutto di “centro-sinistra”. Risultato di un lungo processo che ha progressivamente trasformato le scuole e le università in vere e proprie aziende private dove il diritto allo studio è diventato un privilegio garantito solo ai pochi eletti che hanno mezzi economici e culturali per raggiungere i livelli più alti dell'istruzione sulla base di una “competitività tossica” e una forte selezione classista e meritocratica che ora il governo neofascista Meloni spaccia ai giovani in maniera esplicita come l'unico modello da seguire per raggiungere l'arricchimento e il successo personali.
Un sistema insomma che concepisce gli studenti come consumatori-utenti, imprenditori di sé stessi, individualmente responsabili del proprio successo o insuccesso scolastico e del proprio futuro. Indottrinati a pensare fin dai primi anni delle elementari che il successo o l'insuccesso scolastico sono completamente slegate dalle origini di classe, e dalle condizioni economiche, sociali e geografiche in cui uno nasce. E che, anche quando riesci a completare gli studi e a realizzarti in ambito sociale e lavorativo, ciò è dovuto al fatto che sei stato un bravo imprenditore di te stesso e sei riuscito a interpretare al meglio e a tuo vantaggio le regole del mercato capitalista; mentre se ti va male la colpa è solo tua e perciò sei considerato un fallito, come hanno scritto alcuni dei ragazzi suicidi: “Sono un fallimento, non merito di vivere”. “La mia vita è inconcludente e inutile”.
La verità è che questo sistema di istruzione invece di formare gli studenti e di aiutare i più deboli a colmare le lacune, li condanna all'abbandono scolastico, all'isolamento sociale e alla morte.
Per questo nelle settimane scorse gli studenti universitari sono più volte scesi in piazza proprio per denunciare che "La vostra università ci uccide". Che "Non si può morire di università"; "Pretendere che siamo infallibili e chi non ce la fa è considerato un fallito".
Gli universitari denunciano che “le cause sono strutturali” ed esse impediscono agli studenti privi di mezzi di esercitare il sacrosanto diritto all'istruzione. perciò: “andrebbe cancellato il concetto di fuoricorso, rivisti i regolamenti punitivi sulle tasse, va fermata la speculazione sugli affitti, aumentate le borse di studio, rivista la didattica e introdotte più prove intermedie e attivazione di sportelli psicologici gratuiti e continuativi”.
Mentre il governo neofascista Meloni e i suoi corifei si affannano ad accusare le giovani generazioni di essere fragili e incapaci di dominare l'ansia da prestazione, ci troviamo davanti a un regime capitalista neofascista che come un mostro divora i suoi stessi figli, soprattutto i più deboli, indifesi e poveri, proprio quelli che dovrebbero essere i primi a crescere, maturare e costruire il proprio futuro nella scuola e nella università pubbliche.

19 aprile 2023