Intervento di Andrea Cammilli per il PMLI alla manifestazione di Empoli
Fascismo figlio del capitalismo, per estirparlo ci vogliono socialismo e potere politico del proletariato

Per prima cosa voglio salutare le compagne, i compagni e tutti i presenti. Abbiamo deciso di fare questa ulteriore iniziativa, oltre a partecipare a quella istituzionale, per tenere ben alta la bandiera della lotta partigiana. Spesso il 25 Aprile, nel migliore dei casi, viene celebrato con superficialità, altre volte se ne stravolge il significato e c'è anche chi ne ha proposto la cancellazione, come fece alcuni anni fa la Meloni.
Oppure lo si vuole annacquare o peggio equiparare ad altre date che non c'entrano nulla con la Liberazione e che sono utilizzate in funzione anticomunista e di mistificazione della storia. In questi giorni i partiti di governo hanno presentato una vergognosa mozione in parlamento dove in un calderone, accanto al 25 Aprile, s'infilano la “caduta del muro di Berlino”, il 2 giugno, la festa delle Forze armate, la data delle prime elezioni del dopoguerra, si accostano Olocausto e Foibe e naturalmente comunismo e nazifascismo, ma dove non appare mai la parola antifascismo.
Il tutto nel nome di quella “memoria condivisa” che mette sullo stesso piano vittime e carnefici, aguzzini e liberatori che piano piano si è fatta largo grazie a Ciampi e ai partiti della “sinistra” borghese, in particolare ad alcuni suoi esponenti come Violante e Napolitano.
Per noi non ci può essere una “pacificazione nazionale”, una “memoria condivisa” tra antifascisti e fascisti, tra chi combatté dalla parte dei boia nazifascisti oppressori e chi impugnò le armi per resistere a quell'oppressione. Al contrario, bisogna chiedere lo scioglimento immediato di tutti i gruppi e organizzazioni neofasciste e neonaziste e la chiusura di tutti i loro covi.
Noi conosciamo bene le malefatte dei fascisti e dei nazisti che nel nostro territorio hanno ucciso, torturato, perseguitato la nostra popolazione, i lavoratori e le loro organizzazioni politiche e sindacali. Una città, quella di Empoli, che si è sempre battuta contro il fascismo fin da subito, osteggiando apertamente le camicie nere e le autorità monarchiche che le spalleggiavano. Ricordiamo i fatti di Empoli del 1921, la feroce repressione che ne seguì, e la strenua resistenza anche armata contro i fascisti e poi contro i nazisti. Poche altre città d'Italia furono colpite dal Tribunale speciale fascista come Empoli.
Per non parlare delle deportazioni e degli eccidi che vi furono durante la guerra. A Empoli, Fucecchio, Vinci e comuni limitrofi l'8 marzo del 1944 ben 115 lavoratori furono deportati a Mauthausen per aver partecipato 4 giorni prima a uno sciopero generale dove si chiedevano pane, pace, lavoro e libertà. La nostra zona fu anche teatro di una delle più efferate stragi perpetrate dall'esercito nazista, spalleggiato e guidato dai fascisti. La Wehrmacht si macchiò dell'orrendo Eccidio del Padule di Fucecchio, dove furono trucidate quasi 200 persone, tra cui molte donne e bambini, accusate di aiutare e proteggere le formazioni partigiane locali.
Come abbiamo scritto nel volantino congiunto dei due partiti, PCI e PMLI, mai come oggi, celebrare il 25 Aprile significa non solo ricordare una delle pagine più luminose della storia del nostro popolo ma anche ispirarsi al suo spirito e ai suoi insegnamenti per combattere il fascismo che si presenta sotto nuove forme e nuovi vessilli, e che oggi è salito al potere con il governo neofascista Meloni. Il suo partito, Fratelli d'Italia, è l'erede dell'MSI, a sua volta erede del Partito nazionale fascista. Il capo del governo e i suoi camerati non hanno mai rinnegato questa origine, tanto da averne conservato la fiamma tricolore nel loro simbolo.
Nonostante si autoaccreditino di aver avuto “il ruolo molto importante di traghettare verso la democrazia milioni di italiani che erano usciti sconfitti dalla guerra”, e perfino “un ruolo molto importante nel combattere la violenza politica e il terrorismo” quella dell'MSI è una lugubre storia disseminata dalle nere trame del golpismo, terrorismo e stragismo. Non a caso uno degli obiettivi principali che Meloni si è data di realizzare in questa legislatura è la repubblica presidenziale disegnata dalla P2 di Gelli e che era anche nel programma del MSI di Almirante.
Perciò non ci stupiamo affatto delle sortite degli esponenti del governo e in particolare di quelli di Fratelli d'Italia. Del resto, come si fa a celebrare la Liberazione dal nazifascismo senza rinnegare le proprie origini che hanno le radici proprio in quei regimi? È bene pertanto che i neofascisti siano tenuti fuori dalle manifestazioni del 25 Aprile, che è e deve restare per sempre una Festa antifascista.
In un governo pieno zeppo di fascisti, razzisti, cattolici reazionari e sanfedisti non possono trovare spazio la Resistenza e i suoi valori. Ignazio Benito la Russa e la stessa Meloni che attaccano la lotta di Liberazione e in particolare i partigiani comunisti, il ministro Valditara che invece di condannare le aggressioni fasciste nelle scuole minaccia i presidi antifascisti, Sangiuliano che mette sullo stesso piano fascisti e antifascisti, Lollobrigida che invoca la purezza della razza per bloccare la “sostituzione etnica” riesumando le stesse tesi di Hitler e Mussolini. E mi fermo qua ma potrei continuare ancora per molto.
Non dobbiamo altresì sottovalutare la politica economica e sociale del governo, che certamente non cambia molto rispetto ai precedenti ma che, se possibile, è ancor più antioperaia e antipopolare. La stessa Meloni appena insediata dichiarò: “il motto del nostro governo sarà lasciare in pace chi vuole fare” ovvero non toccare i padroni. Guerra ai poveri e ai migranti, reintroduzione dei voucher e allargamento del precariato, meno tasse ai ricchi e condoni agli evasori, mano libera alle aziende e repressione delle lotte sociali, tagli a scuola e sanità e aumento delle spese militari. Infine, ma non per importanza, l'attivismo per rilanciare l'imperialismo italiano come dimostrano le recenti visite in Libia e Etiopia della Meloni.
Tutto questo mentre le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, le famiglie popolari, devono far fronte a un repentino peggioramento delle proprie condizioni di vita con salari e pensioni da fame, lavori poveri e precari, carovita alle stelle, sanità e tutti i servizi pubblici ridotti all'osso a causa dei tagli alla spesa attuati da tutti gli ultimi governi a tutto vantaggio delle privatizzazioni e liberalizzazioni.
Per questo noi diciamo che bisogna unire tutte le masse antifasciste, anticapitaliste e progressiste, e anche le forze riformiste e dei partiti parlamentari in un fronte unito di lotta più ampio possibile, senza settarismo, pregiudizi ed esclusioni, per abbattere il governo neofascista Meloni prima che faccia altri gravi danni alle masse e rimetta la camicia nera all'Italia.
Ma questo non basta a noi marxisti-leninisti e non deve bastare a tutti i partiti con la falce e martello. Non basta chiedere il rispetto della Costituzione nata nel dopoguerra, oltretutto fatta a brandelli e piegata alle esigenze del federalismo e del presidenzialismo. Occorre comprendere che il fascismo è figlio del capitalismo, e che per estirparlo per sempre è necessario porsi l'obiettivo di abbattere il sistema capitalista e sostituirlo col socialismo e il potere politico del proletariato. Senza questo passaggio non si può cambiare veramente l'Italia, che era anche l'aspirazione delle partigiane e dei partigiani comunisti.
Viva il 25 Aprile!
Viva la Resistenza e i Partigiani!
Uniamoci contro il governo neofascista Meloni!

26 aprile 2023