L'editoriale di Scuderi: La questione del potere politico
È incredibilmente perspicace e stimolante


di Christopher – America

 
Il titolo di questo importante e incoraggiante articolo è dell'autore, il compagno americano Cristopfer, che ringraziamo calorosamente per gli apprezzamenti all'Editoriale del Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi dal titolo “La questione del potere politico”.
L'eco che questo Editoriale ha avuto in America dimostra quanto sia importante e autorevole, ciò dovrebbe spingere tutti i membri e i simpatizzanti del PMLI a studiarlo, valorizzarlo e diffonderlo nelle fabbriche. Non ha scadenza, ma è bene farlo subito. Diversi compagni e compagne l'hanno già fatto.
 
 
Congratulazioni per il recente Anniversario del PMLI. Sono stato particolarmente interessato all’Editoriale del compagno Giovanni Scuderi, pubblicato sul vostro giornale “Il Bolscevico”, che ho trovato incredibilmente perspicace e stimolante. Sono grato per il suo lavoro e per la sua continua dedizione a questa causa. Lo ringrazio perché continua a fornire nei suoi articoli spunti e analisi così preziosi.
Vi invio un mio articolo che ho intitolato “Un discorso potente di orientamento. Mettere il potere sulla mappa” per esprimere il mio punto di vista in termini più approfonditi su “La questione del potere politico. Vi invio anche un mio piccolo progetto, un tentativo di traduzione (o interpretazione) del vostro Inno di Partito. Non è assolutamente perfetto, è al massimo un abbozzo. Spero che sia di vostro gradimento.
 
Il compagno V.I. Lenin diceva che "tutto è illusorio, tranne il potere" . Il potere è come la luce del sole e la sua luce guida il cammino dei lavoratori verso la libertà. Nel crogiolo di un’ardente fucina, il potere si ottiene attraverso mezzi rivoluzionari. Questo è un insegnamento essenziale - la questione del potere - e non c'è questione più cruciale di questa che è fondamentale.
"È la questione del potere politico, la madre di tutte le questioni", afferma Giovanni Scuderi. Quello che il compagno insegna col suo Editoriale è molto importante e dev’essere studiato a fondo. Molte persone hanno paura del potere, come gli anarchici. A loro viene insegnato che il potere corrompe. "Il potere tende a corrompere, e il potere assoluto corrompe in modo assoluto", scriveva Lord Acton. Gli anarchici affermano che il socialismo è assenza di potere, poiché il potere è autoritario, è verticistico, oppressore. Alcuni di questi anarchici affermano addirittura di essere "rivoluzionari" ma, come dice Engels, "Questi signori hanno mai visto una rivoluzione? Una rivoluzione è certamente la cosa più autoritaria che vi sia. Gli anarchici dicono anche che il potere è una distrazione. Dicono che tutto deve essere spazzato via in ‘un colpo solo’" . Le classi, lo Stato e ogni oppressione: spariti in un istante, vaporizzati! Che sogno! Noi diciamo che alla fine gli strumenti e le istituzioni del dominio di classe - lo Stato - finiranno per dissolversi, ma non subito. Gli anarchici dicono, non volete abolire il potere dello Stato? Per dirla con le parole del Presidente Mao, "Sì, lo vogliamo, ma non adesso. Non possiamo ancora farlo. Perché? Perché l'imperialismo esiste ancora, perché la reazione interna esiste ancora, perché le classi esistono ancora nel nostro Paese. Il nostro compito attuale è quello di rafforzare l'apparato statale popolare, soprattutto l'esercito popolare la polizia popolare e i tribunali popolari, per consolidare la difesa nazionale e proteggere gli interessi del popolo". Quindi il potere è tutto. È la linfa vitale, è il Dna, è la mente del proletariato. I comunisti senza potere non hanno nulla. Ci dà la carica, ci elettrizza e ci vivifica. Senza potere, il proletariato non ha nulla. Non è il potere che corrompe, ma la classe che corrompe. Più precisamente, la classe borghese e la sua ideologia velenosa.
Il compagno Scuderi ha scritto della contraddizione fondamentale del capitalismo: tra il proletariato e la borghesia, e questa contraddizione permea tutto. Il potere significa tutto per la classe dominante, perché ha tutto il potere. È egoistico da parte nostra chiedere il potere per il popolo? Dovremmo rifiutare il potere perché "corrompe"? E senza il potere, dovremmo piegare le ginocchia e pregare? Aspettare la salvezza? Chi verrà a portarcela? Il nostro potere è nei cieli? Oppure - avere il coraggio di dire! - che dobbiamo ottenere il potere votando? No, il potere si prende. È con le nostre mani che conquistiamo il potere. È un nostro diritto. La classe dominante parla per se stessa di un "mandato del cielo", ma la storia ci ha insegnato che se c'è un "diritto divino" di governare, quello è nelle nostre mani.
Il compagno Scuderi afferma: "Il proletariato ha il diritto di avere il potere politico". Sarà dura, ma non temiamo le difficoltà. Né il dolore né la miseria ci faranno indebolire o indietreggiare. Con in alto le bandiere rosse da combattimento, con i reparti spalla a spalla uniti nella lotta, non ci tireremo mai indietro. Questo è l'ottimismo strategico e la resilienza di cui abbiamo bisogno nei nostri cuori. "Che il proletariato rifletta sul suo futuro", esclama Scuderi, e "Si riappropri della sua cultura". Quale altra via c'è, se non questa lastricata di rosso? Qualunque sia la formula, qualunque sia l’elencazione, qualunque sia il quadro di riferimento, se è saldamente fondato sugli insegnamenti scientifici dei Maestri, c'è unità, c'è fraternità, c'è solidarietà.
Non c'è altra fonte inesauribile di insegnamenti, bellezza, sfida e libertà. Non c'è maggiore grandiosità e gloria. È una garanzia di vittoria. Dove c'è l'oscurità, l’avanguardia è una luce brillante, e dove c'è oppressione, l'avanguardia è la guida sulla via della liberazione. Negli infiammati animi, c'è la scintilla che dà fuoco alla prateria. Cosa c'è di più grande che incoraggiare gli animi con la prospettiva, il progetto, la piattaforma e la via luminosa del comunismo, che il presidente Mao ha arricchito e sviluppato a un nuovo e più alto stadio? Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao: questi sono i nostri Maestri, le nostre guide, i nostri timonieri. Pensiamo in termini di grande leadership, grande responsabilità, grande guida e grande vittoria. Il Presidente Mao ci dice che "chi non ha paura di morire di mille ferite osa disarcionare l'imperatore" e "questo è l’indomabile spirito necessario nella nostra lotta per il socialismo e il comunismo".
Le rose rosse del Potere Politico stanno già fiorendo nel mondo. Il nemico di classe manifesta sempre più la sua paura di dover affrontare un'altra "guerra delle pulci", come definisce l'arte militare della "guerra popolare", che Mao ci ha insegnato. Abbiamo molti esempi nella storia della via della guerra popolare e di cosa significa per noi. Legami profondi con le masse, accerchiamento del nemico, una lotta prolungata, questi sono elementi essenziali della guerra popolare e noi li dobbiamo apprendere. Con reparti d’assalto di ferro proletari, uniti in invincibili eserciti popolari e comitati popolari e guidati dai nostri partiti d'avanguardia, la vittoria è all'orizzonte. Senza gli elementi riuniti delle "tre armi magiche", parlare di vittoria e quindi di potere, è vano. Alcuni vanno ipotizzando strade inesplorate, altri invece stanno forgiando quello che deve essere rilanciato. C'è molto da imparare, molto da fare e molto dev’essere fatto. L'universalità non preclude la diversità. I compagni in Kampuchea, Thailandia, Malesia, Birmania, Perù, India, Nepal e Filippine conoscono molto bene quest'arte. Armati dal Presidente Mao e dal suo pensiero, questi combattenti risoluti hanno realizzato splendidi capolavori.
Io sono colpito dalla bellezza di quest'arte. Valore, dignità, coraggio, forza. Difensiva, stallo, offensiva. Sconfitta, di nuovo sconfitta, poi vittoria. Dalle campagne, alle città. Dieci contro uno, uno contro dieci. Sangue, sudore, lacrime, dolore e difficoltà. Nonostante la fatica, è un'arte, uno stile che dobbiamo padroneggiare e applicare per eliminare finalmente le montagne che ostacolano il cammino. Ma il potere è solo una parte dell'equazione. Stalin ci insegna che "la presa del potere è solo l'inizio". Grande potere, grande responsabilità: non ci si può sottrarre. Dopo che i comunisti "hanno preso il timone della vita sociale e politica", è allora che la rivoluzione si approfondisce, si intensifica, ed aumenta la necessità di un doveroso scrupolo. Anche se non siamo diretti da cattive guide, e se non cadiamo preda di pallottole zuccherate, la strada da percorrere sarà comunque tortuosa. Nessuno ha detto che il potere sia facile, nessuno ha detto che la rivoluzione sia facile, e nessuno ha detto che la liberazione sia facile. Ma sono proprio queste le cose che ci animano. Spargere i semi della progenie sociale, spezzare tutte le catene, emergere nella gloria della storia, tale è la passione ardente, connessa al servizio, al sacrificio e al dovere.
Il PMLI si eleva come un baluardo. Come ha detto un compagno di Napoli, sta sfidando "mille tempeste, affrontando con dignità e sacrificio le difficoltà economiche, il tradimento dei falsi militanti, l'abbandono da parte di persone non temprate per la lotta, sfidando l'ostilità dei revisionisti, dei falsi partiti marxisti-leninisti, l’ostracismo dei media, critiche infondate e accuse inconsistenti". In molti Paesi, queste sono le sfide che i comunisti si trovano oggi ad affrontare, ma con il passare del tempo, dobbiamo ricordare che non sta diventando tutto più facile. Dobbiamo adattarci, dobbiamo prepararci, dobbiamo essere pronti. La rivoluzione è sofferenza e sacrificio. La guerra è un inferno, ma accogliamo con favore ciò che sta per arrivare. Sappiamo cosa sta per arrivare, è quello per cui ci siamo arruolati ed è il dovere che abbiamo assunto. Il potere non si ottiene facilmente, si conquista con il sangue.
I vecchi templi si stanno sgretolando, i muri stanno cedendo. I vecchi stracci non sventolano più e la bandiera rossa è pronta per essere issata in alto. Le vecchie vette sono esaurite, e nuove vette devono essere superate. Nonostante le problematiche di oggi, il sole ancora non si è oscurato. Gli starnazzanti uccelli rapaci stanno per scomparire. Tempestosi secoli con la falce e il martello, con i fucili e con i pugni delle masse arriveranno, l'arte di conquistare il potere è ciò che dobbiamo studiare a fondo.
Il discorso del compagno Scuderi rappresenta un riorientamento nei confronti di questo studio e il suo contributo è espressamente benvenuto. La marcia è ardua e lunga, ma alla fine ne sarà valsa la pena.
Conquistare il mondo, lo dobbiamo fare, e abbiamo solo un mondo da guadagnare! Con i Maestri vinceremo!

3 maggio 2023