Lenin sulla Repubblica socialista sovietica ucraina: Il proletariato e il potere politico

 
Pubblichiamo qui di seguito questo “ Progetto di Risoluzione del CC del PCR(b) sul potere sovietico in Ucraina” scritto da Lenin nel novembre 1919 e approvato come base alla seduta dell’ufficio politico del Comitato centrale il 21 novembre 1919 e trasmesso alla commissione per la sua redazione definitiva. Questo progetto, con le correzioni della commissione e con raggiunta del punto 2, proposta da Lenin, fu approvata dall’assemblea plenaria del CC il 29 novembre 1919 e pubblicato. La risoluzione del Comitato centrale fu confermata il 3 dicembre 1919 dall’VII Conferenza del PCR(b).
Si tratta di una risoluzione particolarmente importante che conferma quale importanza attribuisse il partito bolscevico di Lenin e Stalin ai rapporti paritari nel processo federativo che dovevano instaurare le diverse repubbliche sovietiche, come l'Ucraina, la Bielorussia, la Lettonia e Lituania “ secondo il principio dell’autodecisione dei popoli ”. Conformemente a queste considerazioni, il 1° giugno 1919 era stato promulgato un decreto Sull’unificazione delle Repubbliche sovietiche di Russia, d’Ucraina, di Lettonia, di Lituania, di Bielorussia per lottare contro l’imperialismo mondiale. Il decreto affermava la necessità dell’unione militare di tutte le repubbliche menzionate per opporre resistenza ai nemici del potere sovietico.
In questo scritto Lenin tratta la questione del potere sovietico in Ucraina riaffermando la rottura radicale con la politica zarista “ poiché – come egli scrive- la cultura ucraina (lingua, scuola, ecc.) è stata oppressa per secoli dallo zarismo russo e dalle classi sfruttatrici ”. Mentre l'armata bianca di Kornilov e Denikin soffiava sul nazionalismo anticomunista tra i grandi proprietari fondiari e i contadini ricchi, Lenin avvertiva che: “ la politica del partito che non ammette a questo riguardo nessuna costrizione, lasciando esclusivamente ai contadini stessi la libertà di decidere e punendo severamente tutti i tentativi d’instaurare in questo campo il principio della costrizione ”. E riaffermava questo principio sacro: “ Pur considerando che la necessità della unione più stretta di tutte le repubbliche sovietiche nella loro lotta contro le forze minacciose dell’imperialismo mondiale è incontestabile per ogni comunista e ogni operaio cosciente, il PCR ritiene che gli operai e i contadini lavoratori ucraini dovranno determinare essi stessi definitivamente le forme di quest’unione .”

 

 
 
1. Dopo aver discusso l’atteggiamento da tenere nei confronti del popolo lavoratore dell’Ucraina che si sta liberando dalla temporanea invasione delle bande di Denikin, il CC del PCR, applicando rigorosamente il principio dell’autodecisione dei popoli, ritiene necessario confermare ancora una volta che il PCR continua fermamente a riconoscere l’indipendenza della Repubblica socialista sovietica ucraina.
2. Il PCR cercherà di stabilire relazioni federative fra la RSFSR e la Repubblica socialista sovietica ucraina, fondate sulle decisioni del Comitato esecutivo centrale di tutta la Russia, riunitosi il 1° giugno 1919 e del Comitato esecutivo centrale d’Ucraina riunitosi il 18 maggio 1919 38 (si allega la risoluzione).
3. Poiché la cultura ucraina (lingua, scuola, ecc.) è stata oppressa per secoli dallo zarismo russo e dalle classi sfruttatrici, il Comitato centrale del PCR fa obbligo a tutti i membri del partito di contribuire con ogni mezzo a eliminare tutti gli ostacoli che si oppongono al libero sviluppo della lingua e della cultura ucraina. Poiché, in seguito a una oppressione di molti secoli, si notano tendenze nazionalistiche negli strati più arretrati delle masse ucraine, i membri del PCR sono tenuti a comportarsi nei loro confronti con la massima cautela, opponendo loro parole fraterne che spieghino l’identità d’interessi delle masse lavoratrici dell’Ucraina e della Russia. I membri del PCR in territorio ucraino devono mettere in pratica il diritto delle masse lavoratrici a studiare nella loro lingua materna e a servirsene in tutte le istituzioni sovietiche, ad opporsi in ogni modo ai tentativi di russificazione, che consistono nel mettere in secondo piano la lingua ucraina, mentre questa deve invece divenire uno strumento di educazione comunista delle masse lavoratrici. Devono essere presi immediatamente provvedimenti affinché in tutte le istituzioni sovietiche vi sia una quantità sufficiente d’impiegati che conoscono la lingua ucraina e affinché in avvenire tutti gl’impiegati sappiano esprimersi in ucraino.
4. Bisogna assicurare uno strettissimo contatto fra le istituzioni sovietiche e la popolazione contadina del paese; a tal fine si deve, fin dall’inizio, dal momento dell’istituzione dei comitati rivoluzionari e dei soviet, seguine la regola: in essi devono avere la maggioranza i contadini lavoratori e l’influenza decisiva deve essere esercitata dai contadini poveri.
5. Siccome in Ucraina, più ancora che in Russia, la popolazione è costituita in prevalenza dai contadini, il compito del potere sovietico è di conquistare la fiducia non soltanto dei contadini poveri, ma anche di larghi strati di contadini medi, che per i loro effettivi interessi, sono strettamente legati al potere sovietico. In particolare, pur mantenendo il principio della nostra politica annonaria (ammasso del grano da parte dello Stato a prezzi da questo stabiliti), occorre modificarne i metodi di applicazione.
Il compito più impellente della politica annonaria in Ucraina deve essere il prelevamento delle eccedenze di grano in misura strettamente limitata, nella misura indispensabile per rifornire i contadini poveri ucraini, gli operai e l’esercito rosso. Quando si procede a questo prelevamento si deve rivolgere particolare attenzione agli interessi del contadino medio che deve essere ben distinto dai kulak. Occorre smascherare di fronte ai contadini ucraini, citando fatti, la demagogia controrivoluzionaria che tende a far credere loro che l’obiettivo della Russia sovietica sia di raccogliere cereali ed altri prodotti alimentari in Ucraina per mandarli in Russia.
Bisogna impegnare i fiduciari del potere centrale, tutti gli attivisti del partito, gli istruttori politici, ecc. a far partecipare il più largamente possibile i contadini poveri e medi all’amministrazione.
Sempre allo scopo di instaurare un vero potere dei lavoratori, si devono adottare immediatamente provvedimenti che tendano a impedire l’invasione delle istituzioni sovietiche da parte di elementi della piccola borghesia urbana ucraina, che non comprendono le condizioni di vita delie larghe masse contadine e non di rado si coprono col nome di comunisti.
La condizione necessaria per ammettere simili elementi sia nelle file del partito, sia nelle istituzioni sovietiche, dev’essere il controllo preventivo della loro capacità di lavoro e della loro effettiva devozione agli interessi dei lavoratori, in primo luogo al fronte, nell’esercito. Dappertutto e in ogni circostanza occorre mettere questi elementi sotto il rigido controllo di classe del proletariato.
Siccome, data la mancanza di organizzazione dei contadini poveri, gran parte delle armi detenute dalla popolazione rurale in Ucraina è inevitabilmente concentrata, come dimostra l’esperienza, nelle mani dei kulak e degli elementi controrivoluzionari, il che conduce, anziché alla dittatura dei lavoratori, al dominio effettivo dei banditi kulak, il primo compito dell’edificazione sovietica in Ucraina è di confiscare tutte le armi e di concentrarle nelle mani dell'esercito rosso operaio e contadino.
6. Nello stesso modo, la politica agraria deve essere attuata salvaguardando in particolare gli interessi delle aziende dei contadini poveri e medi.
L’obiettivo della politica agraria in Ucraina deve essere:
1) Liquidare completamente le tenute dei grandi proprietari fondiari, restaurate da Denikin, trasmettendo le loro terre ai contadini senza terra o con poca terra.
2) Costituire aziende sovietiche in numero e proporzioni strettamente limitate, conformandosi rigorosamente in ogni caso agli interessi dei contadini dei dintorni.
3) Quanto all’unione dei contadini in comuni, artel , ecc., bisogna attuare rigorosamente la politica del partito che non ammette a questo riguardo nessuna costrizione, lasciando esclusivamente ai contadini stessi la libertà di decidere e punendo severamente tutti i tentativi d’instaurare in questo campo il principio della costrizione.
Pur considerando che la necessità della unione più stretta di tutte le repubbliche sovietiche nella loro lotta contro le forze minacciose dell’imperialismo mondiale è incontestabile per ogni comunista e ogni operaio cosciente, il PCR ritiene che gli operai e i contadini lavoratori ucraini dovranno determinare essi stessi definitivamente le forme di quest’unione.
 
(Lenin, “Progetto di Risoluzione del CC del PCR(b) sul potere sovietico in Ucraina”, novembre 1919, Opere complete, vol. 30, pagg.141-143, Ed. Riuniti)
 

3 maggio 2023