Corruzione all’ospedale di Locri
Certificati medici falsi in cambio di soldi e favori

Dal corrispondente della provincia di Reggio Calabria e della Calabria
Venerdì 5 maggio un vera e propria bufera giudiziaria ha travolto l’ospedale di Locri. I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria coordinati dalla procura della Repubblica di Locri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 11 soggetti ai quali vengono contestati i reati di corruzione e falsità ideologica in atti pubblici, commessi in provincia di Reggio Calabria tra il 2021 e il 2022.
Tra i professionisti coinvolti nel blitz denominato “Sua sanità”, risultano Antonio Bombara primario del reparto di psichiatria, il suo vice Filippo Lascala, dirigente dell’Asp di Reggio Calabria e l’avvocato Antonio Sotira interdetto dalla professione forense per essere stato istigatore e determinatore di un certificato medico falso preparato da Lascala per un suo cliente.
Complessivamente sono 90 le persone indagate tra i quali medici, tecnici di laboratorio, avvocati e altri pubblici ufficiali.
Le articolate indagini condotte dalla guardia di finanza avrebbero permesso di scoprire l’esistenza di un complesso sistema illecito volto al rilascio di certificati medici falsi attestanti diagnosi non corrispondenti alla realtà, finalizzati a giustificare la mancata partecipazione ad udienze da parte di imputati di gravi reati, di accedere a benefici assistenziali non dovuti o ad ottenere rimborsi assicurativi non spettanti, inabilità temporanee al servizio o indebiti trasferimenti di studio e lavoro. Il tutto dietro la pattuizione di somme di denaro o di altre utilità.
Non solo, Bombara e Lascala considerati “deus ex machina” dell’intero sistema corruttivo avrebbero fatto conseguire a soggetti privati delle pensioni “miracolose” trattando la sanità locrese come fosse casa loro. Vergognose le intercettazioni in cui Lascala si vantava di “aver fatto pensionare pure le galline” reputandosi il “Dio dell’inganno” e “fottendosene della guardia di finanza” si definiva addirittura un benefattore: “Facciamo opere di bene… il Signore mi ha voluto ancora qua per aiutare le persone che veramente hanno bisogno… a quanti ho scritto, gente che sono tutti pensionati… San Filippo Lascala, San Filippo Lascala”.
Insomma, che la corruzione del sistema sanitario calabrese basato sul clientelismo e sullo scambio politico-mafioso abbia assunto dimensioni impressionati ormai è sotto gli occhi di tutti. D’altronde, senza corruzione il capitalismo non potrebbe di certo funzionare a dovere, essendo ad esso connaturata. Senza tralasciare l’influenza della classe dominante borghese la cui cultura mette al centro l’individualismo, l’egoismo, l’edonismo, l’interesse e l’arricchimento personale.
Ecco perché in questo regime capitalista e neofascista occorre continuare a denunciare combattere la corruzione a tutti i livelli con la consapevolezza che potrà essere definitivamente estirpata solo con l’instaurazione del socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato.

10 maggio 2023