Perché il PMLI ha cambiato posizione sull'invio delle armi in Ucraina

La nostra posizione contraria ai due referendum sulle armi all’Ucraina che giovano all’aggressore russo non all’aggredito ucraino, la conseguente contraddizione con il Partito dei Carc che ha rotto unilateralmente l’unità d’azione col PMLI e la pubblicazione del documento dell’Ufficio politico del 24 aprile, hanno scatenato una vera e propria canea anti PMLI da parte dei falsi comunisti filoputiniani, palesi o occulti, prevalentemente a base di insulti e di attacchi malevoli e privi di argomentazioni a commento dei post sulla nostra pagina nazionale Facebook.
Ancora una volta, un ritornello stucchevole che si ripete ormai dall’inizio dell’aggressione neozarista russa all’Ucraina; si accusa in particolare il PMLI di “non aver capito nulla del marxismo-leninismo”, di essersi schierato “con l'imperialismo USA e con la NATO”, di essere “filonazista” e dalla parte dei “nazisti ucraini”, di essere “complice” di Zelensky e simili altre assurdità. Insulti, solo insulti e una chiusura totale alla dialettica che dovrebbe animare ogni discussione tra coloro che si dichiarano autentici comunisti o antimperialisti.
Sulla scia dei Carc siamo stati poi, nel particolare, attaccati per aver cambiato posizione sull’invio delle armi in Ucraina. Come scritto nel citato documento dell’Ufficio politico del 24 aprile: “Il PMLI era contro l’invio delle armi all’Ucraina ma di fronte alla macelleria crescente del nuovo zar Putin e dal momento che l’Ucraina si prepara alla controffensiva per cacciare dal Donbass l’invasore e occupante russo non è più possibile sostenere di non inviare armi all’Ucraina”.
Una volta che era cambiata la fase della guerra, che potrebbe essere determinante per la vittoria finale dell'Ucraina, non poteva non cambiare dialetticamente la posizione del PMLI. Dovevamo inoltre contrastare le crescenti e pericolose iniziative dei falsi pacifisti come Michele Santoro e Ugo Mattei tese a far condividere al popolo italiano le posizioni dell'aggressore russo.
Nessuna “giravolta” quindi. Fin dal primo momento dell’aggressione russa abbiamo seguito una linea antimperialista coerente guidati dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao, dagli insegnamenti di Lenin, Stalin e Mao sull'imperialismo, le guerre imperialiste e le relative alleanze, senza i quali è più difficile orientarsi e avere una posizione corretta da veri comunisti, cioè marxisti-leninisti, e dal CC del PMLI con alla testa il Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi. Ed essere stati contro l’invio delle armi è stata, sul momento, una decisione corretta. Come oggi non lo è più, sulla base esclusivamente della suddetta linea antimperialista coerente e aggiornata alla attuale situazione sul campo di guerra.
L’inverno è passato, l’aggressore russo è stato fronteggiato con successo dall’eroica Resistenza ucraina; ora a quest'ultima occorrono le armi per dare il via a quella controffensiva atta a cacciarlo dal Donbass e dalle altre terre ucraine illegalmente occupate. Come fecero l’URSS di Stalin e la Cina di Mao con la Corea del Nord, con il Vietnam e l’Indocina, a cui andavano il sostegno internazionalista ma anche e soprattutto le armi per difendersi e sconfiggere l’imperialismo occidentale. Sì, perché l’imperialismo russo è una tigre di carta e uscirà sconfitto da questa ignobile e proditoria aggressione, ma come diceva Mao ha denti veri e propri e non possiamo non rispettare il diritto degli ucraini ad armarsi per difendere il loro paese dall'aggressione russa. Come gli ucraini debbano condurre la loro lotta di liberazione dagli invasori spetta solo a loro decidere. “Mi servono munizioni, non un passaggio”, così rispondeva il 26 febbraio 2022, poche ore dopo l’inizio dell’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, il presidente ucraino Volodymir Zelensky al governo americano, rifiutando senza mezzi termini la possibilità offerta dagli USA di mettersi in salvo e lasciare Kiev in modo sicuro.
E i pericoli di guerra per il mondo intero, l’utilizzo dell’arma nucleare, compresa la guerra di ritorsione dell’imperialismo russo verso il nostro Paese, non possono essere scongiurati sacrificando all'invasore pezzi di territorio ucraino, il che non farebbe che covare nuovi focolai di guerra sotto la cenere.
Gli invasori non si fermano oggi dicendo e invitando gli ucraini a cedere, ad arrendersi, per placare gli appetiti del nuovo zar del Cremlino Putin. La storia ci viene in aiuto, a partire dalla vergognosa capitolazione anglo-francese di Monaco del 1938, allorché i nazisti hitleriani a seguito di una martellante campagna di propaganda nazionalistica per rivendicare l'autodeterminazione della popolazione tedesca della regione dei Sudeti, ottennero questa regione. E subito dopo invasero in sequenza Cecoslovacchia, Polonia e Lituania, scatenando il più grande massacro imperialista della storia moderna.
Dopo oltre un anno nel nostro Paese anziché predicare e praticare l’unità antimperialista, i putiniani palesi o occulti, che vanno dalla destra neofascista e “sovranista”, a giornalisti e intellettuali, partiti e organizzazioni rossobrune e purtroppo anche partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, fanno da megafono alla Russia neozarista e imperialista di Putin e alla Cina socialimperialista di Xi Jinping. Costoro fanno passare la superpotenza imperialista russa per la nazione aggredita, costretta a “difendersi” invadendo e distruggendo un paese più piccolo e più debole come l'Ucraina, in reazione all'espansionismo dell'imperialismo occidentale. Tesi falsa e di comodo, perché in questo momento e in questo teatro geopolitico, come chiarisce il documento dell’Ufficio politico del PMLI, non è l'imperialismo dell'Ovest a soffiare sui venti di guerra, bensì la Russia di Putin, con i bombardamenti indiscriminati contro obiettivi civili e centrali nucleari, i massacri e le deportazioni della popolazione ucraina, l'annessione illegale di suoi territori, la minaccia dell'uso di armi atomiche, la mobilitazione forzata di centinaia di migliaia di giovani russi per spedirli al fronte, e così via. Sono i suoi maggiori esponenti, da Peskov a Medvedev, che un giorno sì e l’altro pure parlano nazisticamente che è giunto il momento di eliminare fisicamente Zelensky, di radere al suolo Kiev e tutta l’Ucraina. Tanto che nella notte dell’8 maggio ben 36 droni russi sono piovuti sulla capitale Kiev, l’attacco più massiccio dall’inizio della guerra. Tutti abbattuti dalla contraerea ucraina grazie alle nuove armi di difesa ricevute. Senza di queste sarebbe stato l’ennesimo e incalcolabile massacro di civili.
Noi marxisti-leninisti, per principio, se riteniamo che una causa è giusta, l'appoggiamo, anche se è sostenuta da altre forze lontane e nemiche; quello che conta è la motivazione di ogni sostenitore. La lotta armata dell'Ucraina per difendere la propria libertà, indipendenza, sovranità e integrità non è una causa giusta? Non ha l'Ucraina il diritto di liberare il Donbass, Kherson e Zaporizhzhia, parte integrante del suo territorio? La questione dei russi e dei russofoni presenti in quei territori non potrà che essere risolta alla fine della guerra; essa non può e non potrà mai giustificare il tentativo neonazista di Putin di cancellare il popolo ucraino e di annettersi l'Ucraina per ricreare l'impero zarista. Quella dell'Ucraina è una guerra di resistenza classica, che mira soltanto a liberare il Paese da un invasore straniero e ripristinare i suoi confini legalmente e internazionalmente riconosciuti, e finché sarà tale i sinceri comunisti, gli anticapitalisti, antimperialisti e i pacifisti hanno il dovere di stare dalla sua parte e contro il vero aggressore, indipendentemente se tale guerra di resistenza è appoggiata anche dall'imperialismo dell'Ovest per altri suoi fini. Pensiamo a come dovremmo comportarci se l'Italia fosse invasa da una potenza straniera che si annettesse unilateralmente tre o quattro regioni del nostro Paese.
Altro che “filoatlantisti”! Anche noi ci opponiamo all'espansionismo della NATO (che peraltro la guerra di Putin ha potentemente favorito, provocando l'adesione della Finlandia e della Svezia), ma in questo momento c'è un aggredito e un aggressore, e bisogna scegliere da che parte stare, fino al ritiro dell'invasore e il pieno ripristino della libertà, la sovranità e l'integrità territoriale del paese aggredito.
Affinché i sinceri pacifisti si liberino dall'influenza della propaganda putiniana devono stabilire due punti fermi irrinunciabili: pretendere il ritiro delle truppe di Putin dall'Ucraina e sostenere la Resistenza ucraina guidata da Zelensky.
Uniamoci e stiamo in cordata, animati dalle fiducie marxiste-leniniste e antimperialiste, per aiutare il glorioso popolo ucraino a liberarsi dall'occupante, oppressore e macellaio russo. Con lo stesso spirito con il quale dobbiamo unirci e lottare per aiutare il glorioso e martoriato popolo palestinese a liberarsi dall'oppressione neonazista, genocida e sionista di Israele e tutti gli altri popoli e Paesi che lottano contro le ingerenze dell’imperialismo dell’Ovest e di quello dell’Est.

10 maggio 2023