50 mila in piazza nella mobilitazione promossa da Cgil-Cisl-Uil
A Napoli forte il no all’autonomia differenziata
Le lavoratrici e i lavoratori chiedono lo sciopero generale: Landini nicchia

Redazione di Napoli
Nonostante un forte mal tempo e una pioggia che ha scandito ad intermittenza la giornata, è stata ben partecipata la mobilitazione promossa dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil a Napoli alla Rotonda Diaz, nei pressi del lungomare partenopeo, di fatto insufficiente a contenere i partecipanti.
Ben 50 mila lavoratrici e lavoratori, infatti, hanno invaso con una certa combattività la zona del quartiere Chiaia per dire un forte No alla autonomia differenziata che sta dominando la scena delle controriforme del governo neofascista Meloni. Molti provenienti dalla Campania, ma anche da altre regioni, come l’Abruzzo, la Puglia, la Calabria, affrontando spesso viaggi assolutamente non facili e resi ancora più complicati dalla eccezionalità del maltempo.
Nella mattinata, mentre Cisl e Uil già si trovavano nei pressi del palco della Rotonda Diaz, la Cgil inscenava un riuscito corteo da piazza Vittoria fino al luogo del presidio dove il segretario generale del sindacato, Maurizio Landini, affermava: “c'è il rischio che queste disuguaglianze aumentino e una delle ragioni per cui noi manifestiamo e pensiamo che le scelte del governo siano sbagliate è perché non c'è bisogno dell'autonomia differenziata, c'è già abbastanza divisione, c'è già abbastanza diversità”. Il malcontento dei numerosi lavoratrici e lavoratori è però incalzante e molti vorrebbero che Landini proclamasse uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione a Roma e confluenza del corteo nei pressi delle sedi del governo e del parlamento nero. Ma il segretario nazionale Cgil nicchia: “Non escludiamo nulla. L'importante è che il governo cambi le politiche. Se questo non avviene noi intendiamo proseguire, useremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, anche perché nei prossimi mesi non solo c'è la legge sul fisco da affrontare, ma anche la legge di bilancio, e quindi pensiamo che oggi è il momento di cambiare e fare scelte che vanno nella direzione che abbiamo chiesto: salari, riforma del fisco, sanità pubblica, ridurre la precarietà e utilizzare tutti i soldi europei per far crescere davvero questo Paese”.
L’importante giornata di lotta, dove tra le masse lavoratrici era palpabile la volontà di non attendere le “proposte” del governo Meloni, ma di passare alle vie di fatto con la proclamazione dello sciopero generale di tutte le categorie, si concludeva nel primo pomeriggio sotto una pioggia incessante.

24 maggio 2023