“La città futura”, gramsciana e putiniana, attacca il PMLI sull'Ucraina
Ai sostenitori dell'imperialismo russo e del socialimperialimo cinese non va giù che i marxisti-leninisti appoggino la Resistenza ucraina

 
Dopo l'ex senatore Fosco Giannini direttore di “Cumpanis” e il partito dei Carc è arrivato l’attacco de “La città futura”, con un articolo del 19 maggio su “La sinistra comunista e il conflitto in Ucraina”, a firma del suo massimo esponente, Renato Caputo. Anch’essi sono venuti fuori allo scoperto, a dimostrazione di come ai sostenitori dell’imperialismo russo e del socialimperialismo cinese non vada giù che i marxisti-leninisti appoggino la Resistenza ucraina. Infischiandosene dell’unità d’azione, che ci ha visto da tempo e ultimamente coinvolti in battaglie comuni, costoro non si riguardano nell’attaccare frontalmente il PMLI sull’Ucraina, adducendo anche false e perniciose argomentazioni, quali quelle di “mistificare” la storia e i fatti o quello di addirittura “scimmiottare” Lenin sull’imperialismo e l’autodeterminazione dei popoli. Niente di più falso.
“La città futura” è un gruppo gramsciano e putiniano, già corrente del PRC e successivamente di Potere al popolo, recentemente vicina al PCI a livello teorico, politico e organizzativo, elettoralmente sostenitrice di Unione popolare di De Magistris alle ultime politiche del settembre scorso, diretto dal presuntuoso intellettuale riformista, parlamentarista, critico dell'Urss di Stalin e della Cina di Mao, Renato Caputo. Costui insegna storia e filosofia nei licei, docente presso l'Università popolare Antonio Gramsci e membro del direttivo della Internationale Gesellschaft Hegel-Marx. Questo gruppo, costituito per lo più di intellettuali della stesso stampo ideologico e politico di Caputo, è dichiaratamente sostenitore dell'imperialismo russo e del socialimperialismo cinese, sia pure con tanti distinguo e giri di parole.
“La città futura” nel suo articolo antiPMLI afferma che “Anche la sinistra comunista appare quanto mai variegata, divisa e addirittura contrapposta al proprio interno sul giudizio e la posizione da assumere rispetto ai tragici eventi del conflitto ucraino. (...) Peraltro anche all’interno delle forze di ispirazione maoista si sono sviluppate posizioni non solo fra loro differenti ma, addirittura, opposte. C’è, infatti, chi sostiene a spada tratta la resistenza degli ucraini alla aggressione imperialista russa e chi, di fatto, si schiera a sostegno della Russia. Nel panorama italiano queste tesi contrapposte possono essere esemplificate dalla critica dei Carc al PMLI: “'Sostegno alla resistenza ucraina contro l’imperialismo russo'” è la posizione del PMLI, che si definisce non solo marxista-leninista ma anche maoista. I sostenitori di questa posizione condividono con la sinistra borghese l’idea che attualmente esistono due imperialismi uguali e contrapposti (l’imperialismo USA e quello della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese), ma fanno un passo in più: di fatto, al di là delle intenzioni, si schierano al fianco dell’imperialismo USA-NATO. Scimmiottano Lenin (L’imperialismo, fase suprema del capitalismo ), quando si dichiarano «contro la guerra imperialista» e «per il diritto dei popoli all’autodeterminazione” (anche se la NATO non sembra poi curarsene tanto dell’autodeterminazione dei popoli), ma dimenticano l’indicazione dello stesso Lenin che 'la dimostrazione del vero carattere sociale o più esattamente classista della guerra non è contenuta, naturalmente, nella storia diplomatica della medesima, ma nell’analisi della situazione obiettiva delle classi dirigenti in tutti i paesi belligeranti. Per rappresentare la situazione obiettiva non vale citare esempi e addurre dati isolati (i fenomeni della vita sociale sono talmente complessi che si può sempre mettere insieme un bel fascio di esempi e di dati a sostegno di qualsivoglia tesi), ma prendere il complesso dei dati relativi alle basi della vita economica di tutti gli Stati belligeranti e di tutto il mondo' (L’imperialismo, fase suprema del capitalismo , giugno 1916, in Opere, Editori Riuniti – vol. 22) e che “la sostanza stessa, l’anima viva del marxismo è l’analisi concreta della situazione concreta” (Comunismo , giugno 1920, in Opere, Editori Riuniti – vol. 31). E finiscono col portare acqua al mulino della classe dominante. Le argomentazioni che usano per sostenere la loro posizione cadono nel grottesco: in particolare il PMLI definisce la Federazione Russa un 'impero zarista nazista' e dipinge i battaglioni dei mercenari nazisti e l’esercito ucraino come fosse un esercito popolare di liberazione, esattamente come fanno i promotori della partecipazione del nostro paese alla guerra degli imperialisti USA-NATO e della propaganda di guerra, che il PMLI afferma di voler combattere. Bisogna essere chiari: le posizioni di questi partiti e organizzazioni sono un errore grave e grossolano oppure sono collaborazionismo, consapevole e subdolo, con la borghesia imperialista.
Siamo convinti che laddove si tratta di un errore, grazie al dibattito franco e aperto i compagni che lo hanno compiuto sapranno correggersi usando il metodo della critica, dell’autocritica e della trasformazione. Anziché ripetere nella situazione di oggi l’analisi fatta da Lenin del concreto corso delle cose di un secolo fa e gridare alla «guerra imperialista» come se quella in corso in Ucraina fosse una guerra tra potenze imperialiste per spartirsi il mondo, bisogna usare gli insegnamenti di Lenin per comprendere il senso del conflitto in Ucraina, il corso delle cose di cui è espressione e tracciare una linea d’azione conseguente”.
Cosa che non fa certo Caputo, per cui “La Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese non sono paesi imperialisti al pari degli USA, della Germania, della Francia, dell’Italia, ecc.”. Mentre noi marxisti-leninisti lo facciamo quotidianamente, tanto che invitiamo “La città futura” ad andarsi a rileggere il “ Progetto di Risoluzione del CC del PCR(b) sul potere sovietico in Ucraina” scritto da Lenin nel novembre 1919 e recentemente ripubblicato su “Il Bolscevico”. In questo scritto Lenin tratta la questione del potere sovietico in Ucraina riaffermando la rottura radicale con la politica zarista “poiché - come egli scrive - la cultura ucraina (lingua, scuola, ecc.) è stata oppressa per secoli dallo zarismo russo e dalle classi sfruttatrici” . Mentre l'armata bianca di Kornilov e Denikin soffiava sul nazionalismo anticomunista tra i grandi proprietari fondiari e i contadini ricchi, Lenin avvertiva che: “la politica del partito che non ammette a questo riguardo nessuna costrizione, lasciando esclusivamente ai contadini stessi la libertà di decidere e punendo severamente tutti i tentativi d’instaurare in questo campo il principio della costrizione”. E riaffermava questo principio sacro: “Pur considerando che la necessità della unione più stretta di tutte le repubbliche sovietiche nella loro lotta contro le forze minacciose dell’imperialismo mondiale è incontestabile per ogni comunista e ogni operaio cosciente, il PCR ritiene che gli operai e i contadini lavoratori ucraini dovranno determinare essi stessi definitivamente le forme di quest’unione”.
Noi non siamo atlantisti, né “collaboriamo con la borghesia imperialista”, la nostra elaborazione ultracinquantenaria lo dimostra, ma fermi sostenitori dell'eroica Resistenza ucraina che lotta contro l'aggressore imperialista russo. Noi marxisti-leninisti, per principio, se riteniamo che una causa è giusta, l'appoggiamo, anche se è sostenuta da altre forze lontane e nemiche; quello che conta è la motivazione di ogni sostenitore. La lotta armata dell'Ucraina per difendere la propria libertà, indipendenza, sovranità e integrità non è una causa giusta? Non ha l'Ucraina il diritto di liberare il Donbass, parte integrante del suo territorio? La questione dei russi e dei russofoni presenti in essa non potrà che essere risolta alla fine della guerra. Ed anche ammesso e non concesso che avesse ragione Caputo e torto noi, come può “La città futura” giustificare senza vederlo il tentativo neonazista di Putin di cancellare il popolo ucraino e di annettersi l'Ucraina per ricreare l'impero zarista?
Quindi “La città futura” non solo sostiene la Russia imperialista e il socialimperialismo cinese, ma anche le tesi della Tendenza marxista internazionale (TMI) trotzkista. “La posizione della TMI – scrive infatti Caputo - appare fra le più articolate e dialettiche fra le molteplici che ho avuto modo di analizzare. Gli si potrebbe al massimo rimproverare che sembrano principalmente mancare in questa analisi due aspetti significativi: 1) non si menziona fra le forze imperialiste da contrastare (da parte di italiani e abitanti di altri paesi dell’Ue) l’Unione europea; 2) si rischia di far apparire, in fin dei conti, sullo stesso piano le responsabilità della Nato e della Russia nell’attuale conflitto. In tal modo, si finisce con il non tener conto del ruolo di sostegno – che oggettivamente svolge la Russia – alle forze della resistenza antimperialista sul piano internazionale”. Dove e quando lo sa solo lui, visto il ruolo nefasto, neozarista e imperialista, svolto attualmente dalla Russia in Asia e Africa anche grazie ai mercenari neonazisti della Wagner.

31 maggio 2023