Lo ha annunciato il sottocapo di Stato maggiore della Marina italiana Giuseppe Berutti Bergotto
Navi militari italiane in rotta per l'Indo-Pacifico
 
Si inaspriscono le contraddizioni tra il blocco imperialista dell'Ovest (Usa, Ue, Nato) di cui l'Italia fa parte e quello dell'Est, (Russia, Cina). Gli Usa, la cui priorità in politica estera e non da oggi è contenere l'espansionismo del socialimperialismo cinese, preme sui suoi alleati affinché diano il loro contributo economico, politico, tecnologico e militare per impedire che la RPC si espanda in ogni luogo del mondo e quindi nell'immensa area dell'Indo-Pacifico.
Questo avviene anche nei confronti dell'Italia e del suo governo neofascista Meloni al quale il FMI e la Banca Mondiale, strumenti dell'imperialismo americano, hanno espressamente chiesto, in particolare al ministro dell'Economia, il fascioleghista Giorgetti, di non rinnovare l'accordo sulla Nuova Via della Seta, firmato dal governo Conte I, Salvini-Di Maio.
In più il nostro Paese tesse proprio in questi giorni tutta una serie di relazioni economiche e militari con paesi geograficamente assai vicini alla Cina, come Giappone, Corea del Sud, Filippine, Australia.
In particolare in India la neofascista Meloni, mentre il ministro della difesa Crosetto si trovava in Giappone, ha incontrato il premier Modi, firmando un Patto Bilaterale tra i due paesi che recita tra l'altro: "Oggi istituiamo un ponte tra India e Italia, aprendo un nuovo capitolo, la cooperazione in materia di difesa, per la produzione e sviluppo in questo settore che può essere un beneficio per ambedue i Paesi", che include tra l'altro "esercitazioni, corsi di formazione congiunti e opportunità nella produzione di sistemi".
L'operazione è già in atto, dai primi di aprile infatti la nave militare italiana Morosini della classe pattugliatori Polivalenti d'Altura è salpata da La Spezia verso l'India per un'operazione congiunta che durerà 5 mesi e la vedrà arrivare fino al Pacifico, passando per il Mar Cinese meridionale e quindi l'isola di Formosa, ovvero la Repubblica di Cina, meglio conosciuta con il nome di Taiwan (traduzione in cinese appunto di Formosa), con capitale Taipei, fondata da Chiang Kai-shek dopo la sconfitta contro i comunisti guidati da Mao e la fuga di costui e di quello che ne rimaneva delle truppe del Kuomitang nell'arcipelago, creando di fatto negli anni un gigantesco avamposto militare Usa e una brutale dittatura fascista la quale, schiavizzando i lavoratori, riusci a industrializzarsi e esportare i suoi prodotti in tutto il mondo.
Isola al centro in effetti dal 1950 dello scontro in questo lato del mondo tra RPC e Usa, la prima intenzionata quando era un autentico paese socialista guidato da Mao, a ricongiungerla alla RPC, in nome dell'unità nazionale e per riunire il popolo cinese, diviso dalla secessione di Chang, la seconda volta a contenere il comunismo.
Con il passaggio della RPC al capitalismo per effetto del rinnegato Deng e dei suoi successori, dopo la morte di Mao e l'impetuosa ascesa nel mondo del socialimperialismo cinese, la contraddizione riguardante Taiwan si è trasformata in una contesa interimperialistica legata quindi a ragioni egemoniche e di dominio economico, politico e militare nella strategica regione circumpacifica, dove si produce da decenni ormai gran parte del PIL manufatturiero mondiale e dove l'esportazione dei capitali e delle merci cinesi diviene sempre più massiccia a scapito del declinante impero Usa e dei suoi satelliti, il quale non ha nessuna intenzione però di rassegnarsi al domino cinese nella regione e nel mondo e coinvolge in questo quadro tutti i suoi alleati, Italia in primis.
Da questo punto di vista la partenza della nave fa parte di un progetto economico e militare ben preciso e ambizioso. Lo spiega lo stesso sottocapo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto: “Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 la nostra Marina invierà una squadra portaerei nella regione dell’indo-pacifico per operare con gli alleati. Navigherà fino al Giappone, prendendo poi la via del ritorno. La formazione comprenderà la portaerei Cavour e il suo naviglio di scorta, cioè un cacciatorpediniere, una fregata e un rifornitore di squadra. La missione verrà preceduta dall’invio nel Pacifico del pattugliatore d’altura Morosini, che compirà una crociera addestrativa di 4 mesi”, ha dichiarato il 14 marzo in un convegno all’Università Cattolica di Milano.
Queste missioni servono anche a mostrare i prodotti militari vendibili dall'Italia ai Paesi alleati in funzione anticinese, non hanno quindi solo carattere militare, inaccettabile, ma anche commerciale, che risponde ad una strategia politica dettata dalla stessa Nato, che chiede al governo italiano di sostenere sempre più l'imperialismo dell'Ovest (forse preoccupata dalla presenza dei tanti, troppi filoputiniani presenti innanzitutto nella maggioranza?) andando oltre le direttrici storiche dell'imperialismo italiano e quindi raggiungendo l'Indo-Pacifico inteso come una sorta di "Mediterraneo allargato", nell'ambito dello scontro globale tra i due blocchi imperialisti e in particolare appunto in funzione anticinese.
Insomma si rinsaldano e rafforzano alleanze, aumentano provocazioni militari e accuse reciproche tra i due blocchi imperialisti, la qual cosa è un tragico preludio all'effettivo scoppio, sempre possibile, di una nuova terrificante guerra mondiale, tanto più probabile se ai governanti dei vari Paesi imperialisti non si impone con la forza la cacciata dai Paesi occupati e se non si sostengono con forza i popoli e le nazioni oppresse da ogni imperialismo che combattono le loro giuste guerre di liberazione nazionale, come quelle condotte dal glorioso popolo ucraino contro la Russia neozarista di Putin e dai palestinesi contro la stato nazisionista israeliano, che vanno condotte fino alla vittoria, evidentemente non con i fiori ma con le armi e senza concedere nulla in termini territoriali ai vari imperialismi aggressori, perché altrimenti si scatenerebbe ulteriormente la loro aggressività e brutalità, come fu per la Germania nazista, che portò dritto il mondo alla scoppio della Seconda guerra mondiale imperialista nonostante la politica e la propaganda dell'imbelle "pacifismo" (appeasement) del 1938 cercasse di convincere i popoli del contrario, cioè che concedendo ai nazifascisti l'annessione di interi paesi senza colpo ferire avrebbe appunto favorito la pace e allontanato la guerra mondiale.
Che poi è la stessa tesi dei putiniani nostrani che si spacciano per "pacifisti" , di ogni risma e colore, dai falsi comunisti fino ai veri fascisti, che fanno leva sulla paura anche del nostro popolo di una nuova guerra mondiale indebolendo, con il loro sostegno palese o occulto a Putin, di fatto, il diritto del popolo ucraino di combattere fino in fondo per la propria liberazione, per la pace, possibile solo con la lotta per l'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale.
Come si vede in ogni caso l'imperialismo italiano, componente di quello dell'Ovest, allarga a scandalosamente il proprio raggio d'azione, a tutto vantaggio degli appetiti dei monopoli e della borghesia italiana, dei suoi servi di destra e di "sinistra", sulle spalle del nostro martoriato popolo e dei migranti, sempre più poveri e affamati e oggettivamente sempre più vicini, per volontà del regime capitalista neofascista imperante, a diventare, per l'ennesima volta, carne da cannone sull'altare della legge del massimo profitto capitalistico, ossia la legge fondamentale del capitalismo giunto alla sua fase finale, monopolistica e in putrefazione, ossia l'imperialismo.

31 maggio 2023