Il 26 maggio nelle piazze di tutta Italia, per l'aumento dei salari e contro il governo
Manifestazioni e presidi in 24 città per lo sciopero generale indetto dal sindacato USB
A Milano, Genova e Napoli il PMLI ha diffuso il volantino con l'Editoriale di Scuderi "La questione del potere politico". A Palermo è stato intervistato Schembri a nome del PMLI

“Vogliamo rimettere al centro della discussione il salario rubato da 30 anni, l’orario di lavoro estenuante, le pensioni misere e i servizi pubblici allo sfacelo”. Queste le motivazioni che stanno alla base dello sciopero generale indetto venerdì 26 maggio dal sindacato USB. Oltre 20 le piazze di tutta Italia in cui si sono svolte manifestazioni e presidi, dalle grandi città come Milano, Torino, Roma e Napoli, alle campagne del foggiano, dove migliaia di braccianti, in gran parte migranti, lottano da anni per la loro dignità. In Emilia-Romagna, a causa della disastrosa alluvione che ha colpito la regione, tutti i servizi pubblici essenziali erano stati esentati dall’astensione del lavoro.
Nel dettaglio il sindacato rivendica "aumenti salariali di 300 euro e per una nuova indicizzazione; contro il codice appalti, il decreto Cutro e il progetto di autonomia differenziata; per l’abolizione dell’Iva e per il tetto ai prezzi sui beni prima necessità; per la detassazione di pensioni e le minime a 1.000 euro; per un milione di assunzioni nella pubblica amministrazione; in difesa del Reddito di Cittadinanza; per il salario minimo a 10 euro, la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore a parità di salario, il diritto ai servizi pubblici gratuiti, il diritto alla casa e per il blocco di sfratti e sgomberi; per tutela e salute nei luoghi di lavoro e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro; contro l’assoggettamento delle istituzioni scolastiche agli interessi delle aziende private; in difesa del diritto di sciopero; contro il coinvolgimento nella guerra in Ucraina".
Alla mobilitazione lanciata da USB, stando ai dati forniti dal sindacato, hanno aderito un milione di lavoratori. Le percentuali più alte si sono avute nei trasporti, alte le adesioni nella scuola e nel settore pubblico, più contenute in quello privato anche se nella logistica e tra i lavoratori agricoli lo sciopero ha avuto ripercussioni sul normale svolgimento delle attività. “Lo sciopero rappresenta un passaggio importante per la ripresa delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia dentro un'economia di guerra, sia quella in Ucraina sia quella scatenata dal governo Meloni contro le fasce più povere e deboli" affermava la sigla sindacale nel suo comunicato. Una linea ben sintetizzata nello slogan “È tempo di lottare, il governo Meloni se ne deve andare”. Sacrosanto anche il richiamo a destinare le risorse verso i lavoratori e le masse popolari anziché all'aumento delle spese militari anche se la parola d'ordine “giù le armi su i salari” lascia qualche ambiguità perché induce a non fare differenze tra aggrediti e aggressori nella guerra in corso in Ucraina.
A Milano, Roma e Napoli si sono svolte le manifestazioni più partecipate, con veri e propri cortei. Nel capoluogo lombardo si sono avuti momenti di tensione quando i manifestanti volevano avvicinarsi alla sede regionale di Confindustria per sturare da vicino le orecchie ai padroni. Per tutta risposta la polizia ha caricato a testa bassa riconfermando come il governo neofascista della Meloni e del ministro degli Interni Piantedosi, così comprensivo con i padroni e gli evasori, usa il manganello verso le lotte operaie e sociali. Tante lavoratrici e lavoratori, precari, disoccupati e studenti anche alla manifestazione di Napoli. A Torretta Antonacci, in provincia di Foggia, la manifestazione dei braccianti agricoli si è conclusa con una simbolica occupazione delle terre.
Una mobilitazione e uno sciopero senz'altro da lodare, di fronte all'immobilismo dei sindacati confederali. Si poteva però cercare di allargare la partecipazione coinvolgendo altre sigle sindacali, almeno quelle di base, invece con questo modo di agire ognuno per conto proprio si rischia di disperdere le forze. A Milano, Genova e Napoli il PMLI ha diffuso il volantino con l'Editoriale di Scuderi "La questione del potere politico". A Palermo è stato intervistato Schembri a nome del PMLI. (si vedano gli articoli a parte)
Il prossimo appuntamento lanciato da USB è per la manifestazione nazionale contro il governo Meloni del 24 giugno a Roma, auspichiamo che in quell'occasione si riesca a riunire un fronte di forze politiche, sindacali e sociali il più ampio possibile.

31 maggio 2023