Per denunciare le cause del cambiamento climatico
Attivisti di Ultima generazione si versano del fango davanti al Senato e imbrattano con vernice lavabile la fontana di Trevi
 
Continuano i disastri ambientali che confermano il riscaldamento climatico, e continuano anche le azioni degli attivisti di Ultima Generazione. Il ramo italiano dell’organizzazione ha ormai superato le 100 azioni di disobbedienza civile non violenta iniziate nel dicembre 2021.

Le ultime due azioni di UG
Domenica 21 maggio, in una piazza gremita di turisti, una decina di attivisti di Ultima Generazione sono entrati nella Fontana di Trevi versando carbone vegetale, lo stesso utilizzato e sversato nella Barcaccia di piazza di Spagna e per tingere di nero la Fontana dei Fiumi a Piazza Navona.
In piedi dentro la fontana, gli attivisti hanno srotolato striscioni arancioni e neri con su scritto “Non paghiamo il fossile”, urlando "il nostro Paese sta morendo" e lanciato alcuni slogan. L'iniziativa è stata interrotta dagli agenti della Polizia Locale che ha tratto in stato di fermo gli attivisti, poi identificati, denunciati emultati anche per essersi tuffati nella fontana, come prevede il regolamento capitolino.
Pochi giorni dopo, davanti al Senato due ragazze si sono tolte la maglietta e si sono versate del fango addosso, mentre altri attivisti lo rovesciavano davanti al portone d'ingresso. Vigili e carabinieri nel frattempo hanno intercettato e bloccato quattro ragazzi che muniti di estintore si stavano dirigendo verso la facciata del palazzo per bagnarla, presumibilmente d’acqua. In totale all’azione hanno preso parte undici persone.
Due azioni che fanno parte della campagna “Non paghiamo il fossile”, intrapresa da UG per chiedere al governo italiano di interrompere ogni forma di sostegno e finanziamento all'espansione dei combustibili fossili, per rispettare gli impegni sul taglio delle emissioni climalteranti, portando in generale l'attenzione sul collasso climatico. Naturalmente in primo piano c'è anche il riferimento a quanto è accaduto in Emilia Romagna, l'evidente connessione tra l'alluvione e i cambiamenti climatici, e il rapporto tra eventi climatici estremi e siccità che sono due facce della stessa medaglia.
Quest'ultimo blitz, in realtà è stato anche una risposta al presidente del Senato, il camerata Ignazio La Russa, che venerdì scorso ha puntato il dito contro gli ecoattivisti invitandoli ad andare “in Emilia-Romagna per aiutare a eliminare i danni dell’alluvione”, promettendo in cambio il ritiro della costituzione di parte civile di Palazzo Madama per il precedente imbrattamento del Senato stesso.

Gualtieri si unisce al coro di discredito di UG
Naturalmente non sono mancati gli affondi di coloro che sono capaci di ignorare la crisi climatica anche all'indomani del più grande alluvione della storia dell'Emilia-Romagna.
La destra fascista e razzista non solo nega certi impatti, ma finisce anche per dare incredibilmente la responsabilità di certi eventi agli attivisti per il clima. Il caporione della Lega Matteo Salvini, commentando i blitz, ha ad esempio twittato: “Quelli che dicono sempre NO a tutto, quelli del NO ad ogni opera umana per mettere in sicurezza fiumi, laghi, boschi, campagne e città, sono un danno per l’ambiente e per l’Italia Vandali, patetici, e con molto tempo libero. L’Emilia-Romagna li aspetta, a spalare”.
Ad attaccare i giovani ambientalisti, seppur con una dialettica diversa, è il sindaco di Roma Gualtieri (PD), che parla di “assurde aggressioni al nostro patrimonio artistico", e svia dalla questione principale che rimane il riscaldamento climatico e l'utilizzo dei combustibili fossili, concentrando tutte le sue dichiarazioni sul "costoso e complesso ripristino” della fontana di Trevi. L'invito rivolto agli attivisti di “misurarsi su un terreno di confronto senza mettere a rischio i monumenti", assieme all'ipotesi iniziale di danni permanenti alla fontana, è un invito truffaldino e scorretto, poiché in tutte le azioni UG utilizza materiali lavabili e d'origine naturale che non lasciano conseguenza alcuna. Sono “reversibili”, come ha dichiarato un attivista, “mentre il riscaldamento globale non lo è”.
Il tutto, senza dimenticare che continua la repressione anche del comune di Roma agli attivisti ai quali fioccano denunce per imbrattamento, multe, processi e fogli di via.

Ultima Generazione prosegue la propria battaglia
Tre attivisti di Ultima Generazione accusati di aver danneggiato il basamento in marmo del gruppo scultoreo di Laocoonte in Vaticano, si sono presentati alla prima udienza, dopo che è stato loro assegnato un avvocato d’ufficio, non potendosi permettere di pagare professionisti dai costi inaccessibili. l processo è stato aggiornato al 12 giugno. Rischiano una multa da 3mila euro in su a testa e una pena che potrebbe arrivare a tre anni di carcere. Il processo è stato aggiornato al 12 giugno.
In un presidio, hanno portato solidarietà a Ultima Generazione, fra gli altri, Amnesty, Mediterranea, Associazione diritti e frontiere, gli studenti di Cambiare rotta e della Sapienza. Contemporaneamente altri attivisti della stessa organizzazione hanno realizzato un’azione dimostrativa alla tappa del giro d’Italia tra Caorle e Valsugana, incatenandosi al guard rail esponendo striscioni con la scritta “Non paghiamo il fossile”.
Nonostante la repressione, la campagna di UG non si arresta e procede spedita verso il suo semplice quanto chiaro e importante obiettivo. L'auspicio è che il movimento ambientalista e per il clima del quale Ultima Generazione fa parte, diventi più ampio, di massa, e si leghi quanto prima alla lotta anticapitalista per il socialismo, e che possa dunque incidere maggiormente nel contrastare le scelte dei governi borghesi in camicia nera ai quali interessano solo i profitti delle multinazionali dell'energia e del cemento, anche se il prezzo da pagare è quello altissimo della distruzione del pianeta e della vita stessa delle future generazioni.

31 maggio 2023