Secondo l'Atlantic Council
La Cina aiuta Mosca con microchip, droni spia e camion
 
Uno studio pubblicato lo scorso 8 maggio dall'Atlantic Council – istituto di ricerca nel campo degli affari internazionali – sostiene che da quando è iniziata l'invasione dell'Ucraina il 24 febbraio 2022 la Cina, pur non avendo mai aiutato la Russia con armamenti offensivi, sta comunque rifornendo quest'ultimo Paese di materiale militare.
In modo particolare, si evidenzia nello studio, le forniture cinesi a Mosca consisterebbero in microchip e circuiti elettronici integrati (il cui giro di affari è stato nel 2022 di 179 milioni di dollari, il doppio rispetto all'anno precedente), droni di osservazione e camion (nel dicembre del 2022 la quota di veicoli esportati da Pechino a Mosca è cresciuta del 1143% rispetto al dicembre dell'anno precedente), ossia in materiale apparentemente non militare che però i russi applicano ai loro armamenti: così i microchip acquistati dai russi vengono da questi ultimi destinati all'esercito, i droni di osservazione si trasformano in droni spia militari e i camion vengono destinati alle forze armate russe per le esigenze militari.
Secondo l'Atlantic Council molto di questo materiale, soprattutto microchip e droni, arriva in Cina dall'estero, soprattutto tramite una triangolazione dalla Turchia, mentre i mezzi pesanti (camion e fuoristrada) sono quasi tutti di produzione cinese.
La Cina, secondo l'Atlantic Council, sta garantendo un vero e proprio appoggio vitale alla Russia, che in questo modo può sopportare gli sforzi bellici, mantenere in efficienza l'industria militare, contribuire a eludere le sanzioni occidentali e garantire una crescita economica, nel 2023, dello 0,7%, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale.
Del resto, non è un mistero la posizione di ambigua neutralità di Pechino sulla crisi ucraina, posizione ufficiale che secondo molti osservatori nasconde in realtà un appoggio di fatto alla Russia: il governo di Xi, infatti, si è costantemente astenuto all'Onu sulle risoluzioni di condanna dell'invasione di Kiev e al G20 gli inviati di Pechino hanno sempre impedito qualsiasi documento di censura nei confronti della Russia, e anche i tentativi di mediazione cinesi sul conflitto in corso contro l'Ucraina si sono rivelati grossolanamente sbilanciati a favore della Russia.
I dati economici analizzati dall'Atlantic Council parlano più chiaro di qualsiasi ambiguità diplomatica, e mostrano che il commercio bilaterale di beni tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese è cresciuto del 29% nel 2022, mentre l'import di petrolio greggio da parte cinese è salito dell'8%, un fatto, quest'ultimo, che ha una conseguenza importantissima sull'industria energetica russa poiché consente alla Russia di diversificare la clientela internazionale dopo che i Paesi europei hanno bloccato le importazioni dopo lo scoppio della guerra.

7 giugno 2023