Elezioni comunali parziali in Sardegna del 28 e 29 maggio (I turno) e dell’11 e 12 giugno 2023 (ballottaggio)
Oltre un terzo dell’elettorato sardo diserta le urne
Il 36,8% di elettrici ed elettori in 39 comuni chiamati alle urne si astiene. Nei due principali comuni: Assemini diserzione al 53,3% al primo turno e al 65,7% al ballottaggio; a Iglesias al 34,9%. I due sindaci eletti da una minoranza di elettori. Cocente sconfitta per il M5S a Assemini
Far montare in Sardegna la battaglia per il lavoro, contro la militarizzazione, lo sfascio della sanità e il carovita, contro il capitalismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato

Con il ballottaggio dell’11 e 12 giugno del comune di Assemini (Cagliari) si è completata la tornata di elezioni amministrative parziali in Sardegna.
Il 28 e 29 maggio 2023 erano infatti chiamati alle urne 139.045 elettrici ed elettori sardi distribuiti in 39 comuni (circa il 10% di tutti i comuni dell’isola) di cui solo due comuni con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti, ossia Iglesias (provincia di Sud Sardegna) e Assemini (provincia di Cagliari). Nessun comune capoluogo coinvolto.
Al primo turno ha disertato le urne il 36,8% degli aventi diritto, oltre un terzo dell’intero elettorato, con un lievissimo calo dello 0,1% rispetto alle precedenti comunali.
Difficile valutare complessivamente i risultati di questa tornata. I comuni interessati sono in genere piccoli o piccolissimi ed ognuno ha situazioni economiche, sociali, politiche, storiche e congiunturali diverse. Una diversità che si riflette anche nell’andamento della diserzione dalle urne. Così abbiamo comuni che registrano una diserzione oltre il 50%, come Assemini (Cagliari), con oltre 23 mila elettori e che fa registrare una diserzione del 53,3% e un +3,4% rispetto alle precedenti comunali. E comuni come Gesturi (provincia di Sud Sardegna), poco più di mille abitanti, in cui la diserzione si attesta al 21,4% e cala del 3,1% rispetto alle precedenti comunali. Occorre tenere presente che quando l’elettorato è molto ristretto incidono fortemente la capacità dei singoli partiti ma anche dei singoli candidati di lista a fare pressioni e convincere gli elettori a recarsi alle urne, non foss’altro perché loro familiari, parenti e amici stretti, ed è impossibile sottrarsi al controllo e alla verifica del proprio comportamento elettorale, soprattutto se ci si reca o no alle urne.
Comunque sia la differente partecipazione alle urne registrata nei singoli comuni non solo non mette in discussione la tendenza massiccia anche dell’elettorato sardo a disertare in massa le urne, ma testimonia per l’ennesima volta che l’astensionismo non è una scelta di voto casuale, generico e qualunquista, e non risente del clima, delle stagioni, o di altre possibili variabili. Si tratta di una scelta che gli elettori fanno sempre più consapevolmente secondo il tipo di consultazione, i candidati e le liste in lizza, il contesto economico, sociale e politico.
Ciò si riflette anche nei due principali comuni sardi chiamati alle urne, Assemini e Iglesias dove l’esito della competizione non era scontato, e dove ha pesato, soprattutto verso gli elettori di sinistra il ricatto di non lasciare l’amministrazione comunale alle destre.
 
I risultati a Iglesias
È andata così a Iglesias, capoluogo del distretto industriale del Sulcis, oltre 23 mila elettori, che registra una percentuale di diserzione del 34,9%, e un calo del 6% rispetto alle precedenti comunali; un calo evidentemente imputabile al richiamo alle urne in soccorso del “centro-sinistra”, di una parte dell’elettorato di sinistra che aveva in passato scelto l’astensionismo.
Qui viene riconfermato già al primo turno il sindaco uscente Mauro Usai (PD) con il 73,5% dei voti validi (pari al 46,6% di tutti gli elettori) quasi raddoppiando i voti presi nel 2018.
Usai ha potuto contare, oltreché sul PD, sul sostegno di una serie di Liste civiche eterogenee che fanno capo ad Azione e Italia viva, Articolo 1, socialisti, Fortza Paris ed ex Udc.
Secondo, staccato di molto, si colloca Giuseppe Pes (20,8% dei voti validi) appoggiato da quattro liste civiche con esponenti del M5S, Riformatori, Lega, Udc, Forza Italia. Si ferma al 5,6% di voti validi il candidato di Fratelli d’Italia che correva da solo.
 
I risultati a Assemini
Ad Assemini, dove l’astensionismo è stato decisamente più alto, c’è voluto il ballottaggio per decidere chi amministrerà il comune per i prossimi cinque anni. Al ballottaggio i candidati in lizza non riescono però a richiamare le elettrici e gli elettori alle urne, e infatti il 65,7% diserta le urne, ossia il 12,4% in più rispetto al primo turno.
Prevale Mario Puddu, già sindaco con il M5S tra il 2013 e il 2018 e oggi sostenuto da liste civiche riconducibili alle forze che in Regione appoggiano la maggioranza destra-Partito Sardo d’Azione del governatore Solinas. Battuto Diego Corrias (PD, M5S, PSI e la civica Assemini in avanti) che ha superato solo per una manciata di voti (9 voti di scarto) la candidata della destra Niside Muscas.
Assemini era governata da un commissario prefettizio, Bruno Carcangiu, dal giugno 2022, ossia da quando l’ex sindaco Sabrina Licheri (M5S) si era dimessa dopo essere stata battuta in consiglio comunale sul bilancio per l’abbandono di cinque consiglieri del suo gruppo. La Licheri è stata poi eletta senatrice sempre per il movimento di Conte alle elezioni politiche del settembre dello stesso anno.
Puddu viene eletto al secondo turno col 56,2% di voti validi (pari al 18,7% dell’intero corpo elettorale). Corrias si ferma al 43,8% di voti validi (pari al 14,5% degli elettori).
Il PD, che pure ha cambiato cavallo puntando sul candidato del M5S, per l’ennesima volta resta al palo. Anche se in questa tornata ad Assemini, il grande sconfitto è il M5S che dopo due legislature in cui aveva vinto le elezioni piazzandosi come il primo partito (dopo l’astensionismo) non solo risulta perdente, non solo subisce la beffa di vedere un suo ex esponente, Puddu, sedersi di nuovo sulla poltrona di sindaco, ma precipita anche dai 4.798 voti ottenuti nel 2018 agli attuali 1.145.
Vedremo in seguito quanto queste elezioni parziali siano indicative per le varie coalizioni o prove di coalizione in vista delle elezioni regionali fissate in Sardegna per febbraio del prossimo anno. Le bocce sono ancora tutte in movimento e il test un po’ troppo limitato.
Comunque vada, il proletariato e le masse popolari sarde devono battersi con ancora più forza e convinzione per il lavoro, contro la militarizzazione, lo sfascio della sanità e il caro vita, contro il capitalismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato. Solo da questa via passa il futuro dell’amata Sardegna e di tutta Italia.

14 giugno 2023