Saluto di Enrico Chiavacci alla "splendida piazza antifascista" dell'Isolotto a Firenze
Ispiriamoci allo spirito e agli insegnamenti della Resistenza per combattere il fascismo salito al potere con il governo neofascista Meloni

Qui di seguito pubblichiamo l'importante intervento che doveva pronunciare il compagno Enrico Chiavacci all'iniziativa “Antifascismo in Festa” che si è svolta il 10 giugno all'Isolotto a Firenze.
Purtroppo non l'ha potuto pronunciare causa malattia. L'ha letto il valoroso compagno Massimo, sempre in prima linea e che non manca mai alle manifestazioni di piazza.
 
Care compagne e cari compagni,
porto il saluto del Comitato provinciale di Firenze del PMLI a questa splendida piazza antifascista.
Antifascista come il quartiere, l'Isolotto al pari d'Oltrarno, dove il nostro Partito ha mosso i suoi primi passi negli ormai lontani anni Sessanta, nella prima sede storica di via dell'Orto. Un legame forte, indissolubile, fatto di militanza popolare, proletaria e antifascista che ci porta anche oggi ad essere qui affinché le masse popolari, animate dai valori della solidarietà, dell'antirazzismo e dell'antifascismo appunto, possano riappropriarsi delle strade della nostra città, Medaglia d'oro per la Resistenza, che non meritano l'onta di ospitare nostro malgrado una sede di Casapound, così come quella di Casaggì qualche chilometro più in la.
Mai come oggi rinverdire il significato profondo dell'antifascismo, anche dal lato culturale, significa non solo ricordare la pagina più luminosa della storia del nostro popolo rappresentata dalla Resistenza, ma soprattutto ispirarsi al suo spirito e ai suoi insegnamenti per combattere il fascismo che si presenta sotto nuove forme e nuovi vessilli, e che oggi è salito al potere con il governo neofascista Meloni.
Certo, se le sedi neofasciste aprono e vengono sostanzialmente protette anche dalle amministrazioni di “centro-sinistra”, e tollerate dall'impianto costituzionale del nostro Paese, un ragionamento più profondo è necessario. Può la Costituzione borghese del '48, ormai ridotta a carta straccia da innumerevoli controriforme di destra, essere considerata l'antidoto, unico ed essenziale, al fascismo e al neofascismo?
La risposta sta nei fatti, che vedono consolidarsi provvedimenti e misure antidemocratiche e di stampo fascista in ogni campo (lavoro, istruzione, servizi, ecc.), seppur i “nostri” governi non perdano occasione per affermare di lavorare nel nome della Costituzione.
A poco serve anche richiamarla, com'è ormai abituata una larghissima parte associazionistica e politica, e porla a stella polare della lotta antifascista in Italia, perché essa è un'arma spuntata, soprattutto nelle sue parti più progressiste. Il richiamo costante alla sua applicazione integrale quale soluzione finale delle problematiche sociali del nostro Paese, alla prova dei fatti e del tempo, è semplicemente fumo negli occhi delle masse popolari che le pone sulla via dell'illusione.
Non è un caso che anche il governo Meloni, che ospita fior fiori di neofascisti fra le sue file, ha giurato su di essa.
Un governo che affonda le sue radici nel MSI, erede diretto del partito nazionale fascista, che lei e i suoi camerati di Fratelli d'Italia non hanno mai rinnegato, seppur tutta la storia del dopoguerra sia macchiata dalle imprese golpiste, terroriste e stragiste di questo partito e delle sue costole di Ordine nuovo e Avanguardia nazionale.
Non è un caso se Meloni si è data l'obiettivo di realizzare in questa legislatura, la repubblica presidenziale disegnata dalla P2 di Gelli e che era anche nel programma del MSI di Almirante.
È impossibile elencare l'enorme quantità di atti, provvedimenti e progetti di stampo antidemocratico, oscurantista, neofascista, razzista e xenofobo realizzati o messi in cantiere da questo governo in appena otto mesi; il tutto inserito in una brutale politica repressiva e poliziesca nei confronti di studenti e di lavoratori in lotta per il diritto al lavoro e contro lo sfruttamento, o dei sindacalisti che organizzano picchetti e scioperi contro l'arroganza e lo strapotere padronale, all'insegna dello slogan tipicamente fascista “ordine e sicurezza”, che si affianca all'altro caposaldo mussoliniano “Dio, Patria e Famiglia”.
Come abbiamo detto in piazza Santo Spirito lo scorso 25 Aprile, anche dal punto di vista culturale e della memoria, non ci può essere nessuna “pacificazione nazionale” né una “memoria condivisa” tra chi combatté dalla parte dei boia nazifascisti oppressori e chi impugnò le armi per resistere a quell'oppressione.
Al contrario, bisogna chiedere lo scioglimento immediato di tutti i gruppi e organizzazioni neofasciste e neonaziste e la chiusura di tutti i loro covi (per noi a partire dalla chiusura di Casapound qui a Firenze, e di Casaggì).
In questo contesto il nostro compito, dei partiti, delle organizzazioni e dei sindacati, così come di questo Coordinamento Antifascista che ringrazio a nome del mio Partito per l'attività che svolge, è quello unire tutte le masse antifasciste, anticapitaliste e progressiste, incluse quelle riformiste e i partiti parlamentari, in un fronte unito di lotta quanto più ampio possibile, senza settarismi, pregiudizi ed esclusioni, per cacciare il governo neofascista Meloni prima che faccia altri gravi danni alle masse e rimetta la camicia nera all'Italia.
Allo stesso tempo occorre comprendere che il fascismo è figlio del capitalismo, e che per estirparlo per sempre è necessario abbattere il sistema capitalista e, secondo noi, sostituirlo col socialismo e il potere politico del proletariato, che erano anche l'aspirazione delle partigiane e dei partigiani comunisti, la parte più numerosa, più coraggiosa e più avanzata della Resistenza italiana.
Oggi dobbiamo far rivivere quell'aspirazione, ponendo il problema del socialismo e del potere politico, perché altrimenti sarà impossibile, nonostante gli sforzi, estirpare fino in fondo il neofascismo, e cambiare veramente l'Italia in senso progressista.

14 giugno 2023