Zelensky: "La controffensiva è iniziata. L'Ucraina accoglie con favore la disponibilità di altri Stati e partner a trovare vie di pace, ma poiché la guerra è sul nostro territorio, l'algoritmo per raggiungere la pace può essere solo ucraino"
Il criminale Putin fa distruggere la diga di Kakhovka: un eccidio

 
La liberazione del villaggio di Blahodatne, nella regione di Donetsk, nell'est del Paese, l’11 giugno, con tanto di bandiera Ucraina issata in un palazzo del centro, è un segnale tangibile della prepotente avanzata dell’esercito di liberazione di Kiev dall’aggressore neozarista russo. Azioni importanti quelle della Resistenza ucraina, che erano state riportate il giorno prima anche dal ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence sull'andamento del conflitto. "Nelle ultime 48 ore si sono svolte importanti operazioni ucraine in diversi settori dell'Ucraina orientale e meridionale - si leggeva nel rapporto pubblicato su Twitter -. In alcune aree, le forze ucraine hanno probabilmente compiuto buoni progressi e sono penetrate nella prima linea delle difese russe. In altre, i progressi ucraini, sono stati più lenti".
Non c’era dubbio che "In Ucraina sono in corso azioni di controffensiva e di difesa: in questa fase non parlerò nei dettagli", ha dichiarato il presidente dell’Ucraina Zelensky durante una conferenza stampa congiunta a Kiev il 10 giugno con il primo ministro canadese Trudeau. Zelensky ha così commentato dopo che il presidente russo Putin aveva affermato che la controffensiva di Kiev, attesa da tempo, stava già fallendo, riferendo altresì di aver sventato gli attacchi ucraini a est e a sud. "È interessante quello che Putin ha detto sulla nostra controffensiva. È importante che la Russia senta sempre questo: che non le resta molto tempo, secondo me", ha detto Zelensky, aggiungendo di essere in contatto quotidiano con i comandanti militari, tra cui il capo delle forze armate Valery Zaluzhny, e "tutti sono positivi ora, ditelo a Putin!".
Le truppe ucraine sono avanzate fino a 1.400 metri in diversi punti del fronte vicino alla città orientale di Bakhmut negli ultimi giorni. "Stiamo contrattaccando. Siamo riusciti ad avanzare fino a 1.400 metri su varie sezioni del fronte", ha affermato Serhiy Cherevaty, un portavoce del comando militare orientale, sostenendo che le forze ucraine hanno inflitto pesanti perdite alle truppe russe e distrutto attrezzature militari nell'area. All’11 giugno la Russia ha perso in Ucraina oltre 200 mila truppe, 215.640, dall'inizio dell'invasione del Paese, nel febbraio 2022. Lo sostiene lo stato generale dell'esercito ucraino secondo quanto riporta Kiev Independent.
Durante il colloquio con l'inviato speciale del Papa in Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi, svoltosi il 6 giugno, lo stesso Zelensky aveva affermato che un cessate il fuoco e un congelamento del conflitto non porteranno la pace. "Il nemico approfitterà della pausa per riorganizzarsi e lanciare ulteriori attacchi, per provocare una nuova ondata di crimini e terrore", ha sottolineato il presidente ucraino, secondo cui "la Russia deve ritirare tutte le sue truppe dal territorio dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale.(...) Ho incontrato il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco. Abbiamo discusso della situazione in Ucraina e della cooperazione umanitaria nell'ambito della Formula di pace per l'Ucraina", e “solo gli sforzi congiunti, l'isolamento diplomatico e la pressione sulla Russia possono influenzare l'aggressore e portare una pace giusta nella terra ucraina. Invito la Santa Sede – ha concluso Zelensky - a contribuire all'attuazione del piano di pace ucraino. L'Ucraina accoglie con favore la disponibilità di altri Stati e partner a trovare vie di pace, ma poiché la guerra è sul nostro territorio, l'algoritmo per raggiungere la pace può essere solo ucraino".
Poche ore dopo le forze di occupazione russe, su ordine diretto del Cremlino, facevano saltare in aria la diga della centrale idroelettrica di Kakhovskaya, a monte del Dnepr, nell'area di Khershon, e dal bacino è iniziata la fuoriuscita incontrollata di acqua. Un bacino quello distrutto tra i più grandi dell’Ucraina, contenente 18 miliardi di metri cubi d’acqua, fornita come potabile a città e villaggi con centinaia di migliaia di persone, nonché agli agricoltori per la loro produzione nel sud e nel centro del paese.
La criminale distruzione da parte della Russia della diga Nova Kakhovka nel sud dell'Ucraina rappresenta un "ecocidio", ma si sta lavorando per garantire la sicurezza dei residenti locali. Lo scriveva su Telegram, Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente ucraino, evidenziando la minaccia anche per la vicina centrale nucleare di Zaporizhzhia. Secondo i russi invece la parziale distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka nelle zone costiere del Dnepr è stata causata dai bombardamenti delle truppe ucraine. "Alle 2:50 di questa mattina, - scriveva Yermak - le truppe russe hanno fatto esplodere la stazione idroelettrica di Kakhovka e la sua diga. Non capisco come possano esserci dubbi al riguardo. Entrambe le costruzioni si trovano nei territori temporaneamente occupati dalla Russia. Né i bombardamenti né qualsiasi altra influenza esterna sarebbero stati in grado di distruggere le strutture. L'esplosione è avvenuta dall'interno. Sappiamo che le truppe russe – aggiungeva Yermak - avevano minato la stazione idroelettrica nei primi giorni dell'invasione su larga scala, quindi l'esplosione premeditata è l'unica spiegazione plausibile. Tutte le teorie alternative non sono altro che false narrazioni della propaganda russa". L'intelligence ucraina ha intercettato e reso noto l'audio di una conversazione telefonica tra ufficiali russi in cui dicono di essere stati loro a far saltare la diga di Kakhovka e non gli ucraini. "Non sono stati loro (gli ucraini) a colpire la diga. C'è il nostro gruppo di sabotaggio. Volevano spaventare la gente con questa diga. Non è andata secondo i piani, ma più di quanto avessero previsto", afferma l'ufficiale militare russo intercettato descrivendo le conseguenze dell'esplosione.
Per Zelensky "La distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka è opera dei terroristi russi e conferma al mondo intero che devono essere espulsi da ogni angolo del territorio ucraino. A loro non dovrebbe essere lasciato un solo metro, perché usano ogni metro per il terrore. Solo la vittoria dell'Ucraina restituirà la sicurezza. E questa vittoria arriverà. I terroristi non potranno fermare l'Ucraina con acqua, missili o altro". Per il ministro degli Esteri ucraino Kuleba "La Russia ha distrutto la diga di Kakhovka infliggendo probabilmente il più grande disastro tecnologico europeo degli ultimi decenni e mettendo a rischio migliaia di civili. Questo è un atroce crimine di guerra. L'unico modo per fermare la Russia, il più grande terrorista del 21° secolo, è cacciarla dall'Ucraina". Mentre il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak e il capo del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale Oleksii Danilov affermavano che la diga era stata danneggiata da un'esplosione provocata nella sala macchine dalla 205ma Brigata motorizzata dell'esercito russo con lo scopo di creare inondazioni per bloccare la controffensiva di Kiev.
Insomma sull'attacco alla diga di Kakhovka "la conclusione principale è che l'esplosione è stata deliberata, ma il nemico ha agito in modo caotico, permettendo che le proprie attrezzature venissero allagate. Allo stesso tempo, l'esplosione della diga non ha influito sulla capacità dell'Ucraina di de-occupare i propri territori" ha scritto il presidente ucraino Zelensky in un messaggio su Telegram, dopo una riunione del comando militare. Anche il New York Times, dopo aver consultato diversi esperti, è giunto alla conclusione che un'esplosione dall'interno sia la causa più probabile della distruzione della diga. Secondo gli esperti la distruzione della diga avrebbe potuto essere causata solo da una grande quantità di esplosivo e un "colpo diretto" esterno di una bomba o di un missile non avrebbe potuto creare un simile danno. Esplicativa e precisa nel nostro Paese l’analisi di Andrea Margelletti presidente del Centro Studi Internazionali: “La diga era sotto il completo controllo dei russi, come avrebbero potuto farla saltare gli ucraini? Inoltre l’Ucraina non aveva alcuna ragione per piazzare cariche da demolizione alla diga, perché oltre a causare un disastro umanitario e ambientale sul proprio territorio avrebbe anche causato gravi problemi per la propria controffensiva. Il crollo della diga, insomma, porta vantaggi solo ai russi, quindi è chiaro e fuori di ogni dubbio chi è stato a piazzare la carica e perché”.
Il ministro dell'interno ucraino, Igor Klymenko, nominato responsabile dell'emergenza inondazione, ha detto che finora 48 località sono state allagate, di cui 14 in aree sotto occupazione russa e 2.412 persone sono state evacuate dalla parte ucraina, rendendo noto che nella regione di Kherson risultano disperse 35 persone, tra cui 7 bambini, con 6 morti accertati. Sono otto le persone morte nella parte controllata dai russi della regione di Kherson.
Già l’8 giugno il presidente ucraino Zelensky con un video alla nazione aveva ribadito che "La situazione nella parte occupata della regione di Kherson è assolutamente catastrofica. Gli occupanti hanno semplicemente abbandonato le persone in queste terribili condizioni. Senza soccorsi, senz'acqua, sui tetti delle comunità allagate. E questo è un altro crimine deliberato della Russia: dopo che lo stato terrorista ha causato un disastro, ne massimizza anche il danno. Ora abbiamo bisogno di una risposta chiara e rapida da parte del mondo a quanto sta accadendo". Per condannare due giorni dopo la "vergognosa indifferenza" della comunità internazionale di fronte alle conseguenze della distruzione della diga, compresa l'incapacità di "formare e inviare una missione di soccorso nel territorio occupato" o di "rilasciare dichiarazioni chiare e forti di condanna di questo ultimo crimine di guerra russo". Dichiarazioni chiare e forti come quelle dell’'attivista ambientalista svedese Greta Thunberg che il 9 giugno ha chiesto che la Russia sia ritenuta responsabile per la distruzione della diga della centrale idroellettrica di Kakhovka che ha descritto anch’essa come un ecocidio. "Questo ecocidio è la continuazione dell'invasione ingiustificata della Russia in Ucraina e l'ennesima atrocità che lascia il mondo senza parole: la Russia deve essere ritenuta responsabile dei suoi crimini", ha scritto Greta sul suo account Twitter.

14 giugno 2023