D'Alema indagato per corruzione internazionale aggravata
Per la vendita di navi, aerei e elicotteri militari alla Colombia

Il rinnegato Massimo D'Alema (ex presidente del consiglio ed ex ministro degli Esteri), Alessandro Profumo (ex amministratore delegato del colosso Leonardo), Giuseppe Gordo (direttore generale della Divisione Navi Militari di Fincantieri), Gherardo Gardo (ex contabile di D'Alema e rappresentante italiano dello studio legale associato di Miami “Robert Allen Law”) insieme ad altre 4 persone è indagato dalla procura di Napoli con l'accusa di corruzione internazionale aggravata inerente la compravendita di navi, aerei e elicotteri militari al governo colombiano proposti dai colossi dell'industria bellica italiana Leonardo e Fincantieri.
Un affare da quattro miliardi di euro e una maxi-tangente di 80 milioni di euro pattuita nel 2021 “tra la parte colombiana” e “la parte italiana” che alla fine non si è concretizzata “a causa della mancata intesa sulla ulteriore distribuzione della somma tra le singole persone fisiche” coinvolte nella trattativa.
Secondo gli inquirenti, che nei giorni scorsi hanno perquisito abitazioni e uffici degli indagati e sequestrato pc, smartphone, documenti, agende e appunti, il reato imputato a D'Alema e alla “parte italiana” di mariuoli sarebbe stato commesso con l'ausilio di un gruppo criminale organizzato e attivo in diversi Stati tra cui Italia, Usa e Colombia.
L'inchiesta è stata avviata circa un anno fa a seguito di un esposto presentato dell’associazione “Assemblea Parlamentare del Mediterraneo”. Le indagini hanno preso corpo a fine gennaio 2022 quando sul quotidiano “La Verità” viene pubblicato l'audio di una riunione on line tra D’alema, Fierro Flores, emissario del governo colombiano, e un’altra persona. Durante la conversazione D’Alema parla della compravendita e afferma che: “La parte italiana è quasi pronta, abbiamo preparato le offerte e abbiamo ottenuto la copertura assicurativa per il piano finanziario... Siamo convinti che alla fine riceveremo tutti noi 80 milioni di euro”.
La pubblicazione della registrazione — effettuata da uno dei partecipanti senza informare gli altri — mandò su tutte le furie D’Alema il quale, nel tentativo di bloccare le indagini, chiese al Garante della privacy l'immediato sequestro del file senza però riuscire ad ottenerlo.
Dai riscontri investigativi è emerso che Leonardo e Financatieri avrebbero dovuto fornire alla Colombia aerei M 346, elicotteri, corvette, piccoli sommergibili e allestimento cantieri navali per un valore complessivo di 4 miliardi di euro di cui D'alema, sostiene la procura, era il “mediatore informale nei rapporti con i vertici delle società italiane”.
Sul ruolo dell’ex premier, Profumo davanti alla Commissione difesa al Senato nell’aprile 2022 ha affermato che: “D’alema non aveva alcun mandato formale o informale a trattare per conto di Leonardo”. Lo stesso D’alema minimizza sostenendo di essersi limitato a “mettere in contatto i soggetti”.
Per la procura di Napoli invece i “soggetti indagati – come si legge nel decreto di perquisizione – si sono a vario titolo adoperati quali promotori dell’iniziativa economica commerciale di vendita al Governo della Colombia di prodotti delle aziende italiane a partecipazione pubblica”.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti due consulenti del ministero degli Esteri della Colombia (Francesco Amato ed Emanuele Caruso anche questi indagati) tramite Mazzotta Giancarlo, ex sindaco di Carmiano (Lecce) e noto imprenditore salentino, si erano messi in contatto il “mediatore informale” D’alema per trattare con i vertici delle società italiane, “ossia Profumo (...) e Giordo” con l’obiettivo di giungere ad accordi con le autorità colombiane per le forniture.
Caruso e Amato secondo il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e il Pubblico ministero (Pm) Silvio Pavia si sarebbero resi disponibili a promettere e offrire a politici e pubblici ufficiali colombiani circa 40 milioni di euro, la metà della provvigione (da 80 milioni), pari al 2 per cento delle commesse da 4 miliardi di euro.
La torta era da spartire tra Marta Lucia Ramirez (ex ministro degli esteri e vicepresidente della Colombia), German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto (all’epoca entrambi delegati della seconda commissione del Senato della Colombia), e infine Edgardo Fierro Flores. Quest’ultimo, indicato come capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia, non è “un senatore” come tentò di giustificarsi a marzo 2022 D’alema davanti agli inquirenti napoletani, ma un ex paramilitare condannato a 40 anni di carcere e poi graziato dal governo colombiano.
Proprio a Edgardo Fierro Flores nel corso della suddetta riunione on line registrata a “sua insaputa” e pubblicata da “La Verità” D'Alema assicura: “Noi stiamo lavorando perché? Perché siamo stupidi? No, perché siamo convinti che alla fine riceveremo tutti noi 80 milioni di euro. Quindi si può fare un investimento, però non appena noi avremo questi contratti divideremo tutto, sarà diviso tutto”.
Secondo gli inquirenti gli 80 milioni di mazzette erano da “ripartirsi tra la parte colombiana e la parte italiana attraverso il ricorso allo studio legale associato americano Rober Allen Law rappresentato in Italia da Gherardo Gardo che avrebbe dovuto predisporre la contrattualistica simulatoria e formalmente giustificativa della transazione finanziaria”.
A confermarlo è lo stesso D'Alema il quale, secondo gli inquirenti, ha anche indicato ai suoi sodali lo studio legale americano Robert Allen Law che doveva occuparsi di curare ogni dettaglio dell’operazione.
Pertanto i magistrati partenopei sono convinti che i soldi delle tangenti “stabilite come success fee pari al 2% del valore complessivo delle due commesse in gioco e da corrispondersi in modo occulto”, fossero destinati a “pubblici ufficiali che svolgevano l’attività presso le autorità politiche e amministrative tra i quali sono stati finora individuati Edgardo Fierro Flores capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia; Marta Lucia Ramirez ministro degli Esteri e vice presidente della Colombia; German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto delegati della commissione del Senato colombiano”.

14 giugno 2023