Manifestazioni a Forlì e a Bologna
Sale la protesta delle masse alluvionate
Bloccata la “Mille Miglia” a Forlì. Fango a Bologna sotto la sede delle Regione

Dal corrispondente del PMLI per l’Emilia-Romagna
Ci sono ancora delle zone da ripulire, le cataste di rifiuti composti da mobili, elettrodomestici, effetti personali, rovinati dall’acqua e dal fango, non sono ancora state completamente rimosse, ci sono strade chiuse per le voragini che vi si sono aperte, per non parlare delle strade di collina e montagna che a causa delle frane sono inagibili, vi sono ancora sfollati, e anche coloro che sono rientrati e hanno ripulito le loro case dal fango sono alle prese con la conta dei danni, con la compilazione di moduli per ottenere qualche contributo economico per poter ricomprare almeno in parte ciò che è andato perduto, ci sono tantissime aziende dove macchinari costosissimi sono andati buttati, altre sono ancora chiuse, inagibili, o senza macchinari e materiali, per non parlare dell’agricoltura e dell’allevamento che hanno subito anch'essi danni enormi.
Insomma, dopo un mese dall’alluvione che ha colpito duramente la Romagna e in particolare Forlì, Cesena e Ravenna, pur tornando lentamente alla “normalità”, la situazione è tutt'altro che avviata a soluzione e lo spegnimento dei “riflettori” rischia di lasciare questo territorio in una fase di stallo dannosissima per l'economia e per la vita delle masse che hanno ancora tantissimi problemi a cui far fronte e alle quali non interessano minimamente le vergognose diatribe tra governo e regione sulla gestione dello stato di emergenza alluvionale e sulla destinazione dei fondi stanziati, con il governo che, tramite il ministro della Protezione civile Musumeci ha redarguito i sindaci per aver speso troppo negli improcrastinabili interventi immediati per mettere un minimo in sicurezza la popolazione e le strade, affermando che “il Governo non è un bancomat” e lasciando quindi intendere chiaramente che al di là delle passerelle istituzionali della Meloni, Salvini, ecc., il governo se ne frega degli alluvionati e i territori si devono arrangiare, proprio come faceva il loro maestro Mussolini che si faceva ritrarre a mietere il grano ma poi il popolo languiva nella miseria.
Ed è per questo che martedì 13 giugno al passaggio delle auto storiche della “gara” automobilistica “Mille Miglia”, in un tratto appena, e appositamente, riaperto per l'occasione, centinaia di manifestanti si sono posizionati lungo il Viale Bologna nei quartieri Romiti e Cava, 2 tra i più colpiti nel forlivese, armati di pale e stivali, per dimostrare la propria insoddisfazione nella gestione dell’emergenza con striscioni come “Siete lontani Mille Miglia dai bisogni della gente” oppure “A Mille Miglia all’ora verso il prossimo disastro ambientale”, e ancora “Nei quartieri l'emergenza non è finita”, e bloccando in taluni casi il passaggio delle auto.
Certo l'organizzazione della manifestazione automobilistica ha donato 100.000 euro alle zone alluvionate, ma il passaggio di auto storiche, Ferrari, Bugatti, ecc., dai costi esorbitanti, proprio nelle strade e davanti alle case di chi ha perso tutto è uno sfregio, un'offesa alla popolazione che non sarà facile lavare via come invece ha dimostrato di poter fare il comune di Forlì, se lo vuole, con le strade dove doveva transitare la “Mille Miglia”.
Inoltre, dopo l’assemblea pubblica dell’8 giugno, l’Associazione Forlì Città Aperta ha organizzato un flash mob in Piazza Saffi il 14 giugno per protestare contro la gestione post alluvionale, per esprimere la necessità di “spazi di discussione e confronto trasparenti e partecipati in cui la cittadinanza sia direttamente coinvolta e chiediamo che l’amministrazione comunale si renda disponibile a questo percorso cittadino condiviso e che si faccia promotrice delle istanze emerse e che emergeranno nelle sedi istituzionali, anche quelle regionali e statali, quando non di sua diretta competenza", denunciando come "l'assenza di un censimento dei bisogni determina nei fatti l'impossibilità di conoscere l'esatta condizione delle persone alluvionate, tra le quali ci risultano diffusi casi di fragilità, solitudine e mancanza di reti familiari a supporto… Tra le problematiche c'è anche quella emergenza abitativa, già presente a Forlì prima dell'alluvione e che si è fortemente aggravata. Tra la popolazione alluvionata emergono nuovi bisogni che necessitano della definizione di nuovi servizi sociali, sanitari, ricreativi ed educativi in particolare per le fasce della popolazione più fragili. Servizi che per essere predisposti necessitano di una conoscenza specifica, per questo riteniamo non rinviabile un censimento pubblico casa per casa come anche via per via". Si chiede poi la “moratoria costi bollette per il periodo di pulizia degli edifici (almeno dal 16 maggio al 15 luglio) che non sia solo uno spostamento in avanti o una rateizzazione dei costi, ma una cancellazione o ricalcolo sulla base dei consumi medi pre-alluvione; contributi per ridurre l'impatto dei costi dei servizi educativi e sociali sia pubblici sia convenzionati (centri estivi, centri diurni per anziani, trasporto pubblico locale, tasse scolastiche a settembre per tutte le fasce di età) per le persone e famiglie alluvionate. Chiediamo altresì di valutare forme di sostegno al reddito nelle condizioni di maggiore difficoltà".
Sabato 17 giugno è stata invece Bologna a essere teatro della manifestazione “Fermiamoli! 10.000 stivali per portare sotto la Regione il fango che abbiamo spalato!” indetta da Bologna For Climate Justice e dove tante realtà ambientaliste e antagoniste, collettivi, sindacati di base, hanno sfilato da Piazza XX settembre sino alla sede della Regione, dove sono stati rovesciati secchi pieni di fango, proprio quel fango che è stato spalato dalle località colpite e che ha sommerso intere comunità, denunciando: “Abbiamo spalato per settimane, insieme a un grande numero di volontari, adesso scendiamo in piazza. Continuiamo a protestare perché non vogliamo un futuro in cui spalare fango sia la nuova normalità, in cui neanche la propria casa sia un luogo sicuro”.

21 giugno 2023