Appello del PMLI per le elezioni regionali
Molisane e molisani astenetevi, non votate i partiti del regime capitalista neofascista. Lottiamo per gli interessi delle masse molisane, per il socialismo e il potere politico del proletariato
Costruiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

 
Sono sempre più vicini i giorni di 25 e 26 giugno, date scelte per l’elezione del nuovo presidente e del Consiglio regionale in Molise. Tre i nomi in lizza per l’ambita poltrona di palazzo D’Aimmo, Francesco Roberti, sindaco di Termoli, curatore degli interessi della borghesia basso molisana, sostenuto dall’intero “centro-destra”, dall'UdC e FI fino alla Lega e FdI; Roberto Gravina, attuale insipido sindaco di Campobasso in quota M5S, che ha ottenuto l’appoggio di tutto il soporifero panorama politico del “centro-sinistra” nostrano, dal PD al PSI all’alleanza Verdi-Sinistra; infine, Emilio Izzo e la sua lista civica, di sinistra generica, “Io non voto… i soliti noti”, sponsorizzata dall’ex magistrato Antonio Ingroia. Izzo, in passato già candidatosi alle comunali di Isernia con una propria lista civica, è portavoce delle forze “anti-sistema” non meglio identificate in regione, con il quale abbiamo condiviso diverse battaglie nelle piazze e sotto gli ospedali in difesa della sanità pubblica ma verso cui siamo stati chiari sin da subito: ok stare uniti in piazza ma, relativamente all’elettoralismo borghese, noi siamo per l’astensionismo tattico! Respinte le candidature dell’ex ministra della difesa, Elisabetta Trenta, sostenuta dalla DC, perché ha presentato in ritardo la documentazione, e di Nicola Ninni di FN per aver fornito 14 candidati invece dei 15 richiesti. Infine, i partiti che si “richiamano” al comunismo: PRC, PCL, PaP e PCI non hanno trovato intese fra loro e, ad oggi, non hanno dato indicazioni di voto. 2 membri di alto profilo del PC, invece, sono candidati nella lista Costruire Democrazia a supporto di Gravina. Da evidenziare che da settimane, sia nei grandi che nei piccoli centri, si è assistito ad un vero e proprio mercato delle vacche: trattative serrate per scucire qualche presunto “squalo di voti” ad una lista, telefonate a destra e manca per promettere posti di lavoro, giurare che “questa è l’ultima occasione per salvare la nostra terra”, reciproche denunce di scorrettezze, incapacità, che “il disastro in cui versa il Molise è colpa della giunta precedente”, “no, è vero il contrario, questa giunta ha ereditato solo disastri dal governo precedente” e quanto di più triste si possa immaginare! Vane promesse, in sintesi. Ormai, però, tale modo di fare fa sempre meno presa sui molisani e sulle molisane come testimonia il crescente astensionismo degli ultimi decenni: l’affluenza è sempre più in calo costante, da oltre il 70% negli anni '90, a poco più del 60% negli anni Duemila, fino al 52,17% nel 2018. Dati che testimoniano la disaffezione al voto dei molisani, la loro scarsa fiducia nelle istituzioni, la voglia di guardare ad altro. Anche se sono serviti decenni, in tanti hanno ormai compreso che i problemi del Molise non stanno in quel partito o candidato bensì nel regime capitalista neofascista, vera fonte di tutte le disuguaglianze sociali, della disoccupazione, della mancanza di prospettive future, dell’impressionante spopolamento che sta spianando la strada per una soppressione dell’esistenza del Molise come regione. Tutti questi problemi non potranno certo essere risolti sic et simpliciter proprio da coloro che ne sono stati i principali responsabili e che ora hanno pure la faccia tosta di dire che hanno miracolose soluzioni a portata di mano. E non potevano applicare quando erano al potere? Un ridicolo senza precedenti che auspichiamo porti a un nuovo balzo in avanti dell’astensionismo. Assodato che nulla di buono potrà mai giungere da questi candidati e liste che li appoggiano, che non vogliono lottare contro il capitalismo, che produce tutti i mali del Molise, cosa propone il PMLI? Innanzitutto, siamo contro l’autonomia differenziata regionale che sta tanto a cuore al governo neofascista Meloni: sono anni che in questa terra stiamo sperimentando i “vantaggi” promessi dai partiti borghesi. Altro che opportunità di crescita! La distruzione dello Stato centrale sostituito da una ventina di staterelli, in Molise ha comportato aumenti delle tasse locali, tagli devastanti al Welfare che si sono palesati soprattutto sul settore della sanità con le ben note chiusure, mancate assunzioni e ridimensionamenti in tutti i plessi ospedalieri, milioni di euro erogati dalla giunta Toma al privato convenzionato (Neuromed, Cattolica, ecc.). E che dire poi dei tanti precari del settore a cui è stato promesso, fino all’ultimo, pure l’assunzione e poi abbandonati a se stessi? Noi ne vogliamo invece la piena integrazione in pianta stabile stante la mancanza di personale. Vogliamo lottare contro lo “stato sociale minimo” e il familismo molto forti in un territorio come il nostro dove, ancora oggi, si tende a scaricare le incombenze familiari sulle spalle delle donne: in regione (dati inizio del 2022) ben il 49% della forza-lavoro femminile ha solo un contratto part-time, per non parlare delle donne che non hanno nemmeno quello perché disoccupate o poiché costrette, anche a seguito del covid, a rinunciare al lavoro per occuparsi di bambini ed anziani stante (altra grave lacuna) la scarsa offerta di strutture a riguardo e che, quando presenti, hanno spesso costi proibitivi. Vogliamo forti investimenti sulle reti viarie e ferroviarie per fare uscire il Molise dal suo isolamento: lo sa bene chi vive soprattutto nell’entroterra dove, a causa di continui smottamenti dovuti alla mancanza di cura del territorio, si è costretti a percorrere più delle mulattiere che vere e proprie strade; per non dire dei collegamenti ferroviari, ridotti all’osso e da tempo sostituiti con i bus di Trenitalia per gli oramai eterni lavori di ammodernamento della rete. Vogliamo poi impegnarci per la riqualificazione ambientale e la difesa dell’erosione costiera, specie per le aree di Termoli e Campomarino, interessate puntualmente ogni anno dai danni causati dalle mareggiate e dalla contigua cementificazione selvaggia della costa. Questi sono solo alcuni dei temi caldi che interessano le masse popolari molisane e che darebbero lavoro a tanti. Come realizzare tutto ciò? Anzitutto non votando i partiti del regime capitalista neofascista, astenendosi disertando le urne oppure annullando la scheda o lasciandola in bianco, lottando per i diritti e le necessità delle masse molisane, contro il capitalismo e il governo neofascista Meloni, per il socialismo e il potere politico del proletariato. Occorre quindi organizzarsi creando nei quartieri, nelle città, nei paesi del Molise le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, costituite dalle Assemblee popolari e dai Comitati popolari fondati sulla democrazia diretta. Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l’Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino, da qui quello regionale, visto come contraltare della giunta e del Consiglio regionale del Molise.
 
Partito marxista-leninista italiano.Molise
Campobasso, 12 giugno 2023