La delegazione africana in visita in Ucraina e Russia non convince il governo di Kiev
Zelensky: "Prima di tutto dobbiamo fermare questa brutale aggressione russa e liberare la nostra terra, il nostro popolo dal male imperiale russo"
Continuano sul campo la controffensiva della Resistenza ucraina e i massacri dei civili da parte dell’aggressore russo
 
La visita di importanti personalità istituzionali e politiche africane in Ucraina e Russia del 16 e 17 giugno è stato l’avvenimento più significativo della settimana appena trascorsa. Il Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha infatti incontrato il Presidente dell'Unione delle Comore Azali Assoumani, il Presidente della Repubblica del Sudafrica Cyril Ramaphosa, il Presidente della Repubblica del Senegal Macky Sall, il Presidente della Repubblica dello Zambia Hakainde Hichilema e il Primo Ministro della Repubblica Araba d'Egitto Mostafa Madbouly, giunti in visita nel paese aggredito dalla Russia. All'incontro hanno partecipato anche gli inviati speciali dei presidenti della Repubblica del Congo e della Repubblica dell'Uganda Florent Ntsiba e Ruhakana Rugunda.
Nel dare il benvenuto alla delegazione dei Paesi africani in Ucraina, Zelensky ha affermato che la voce del continente africano dovrebbe essere ascoltata dal mondo, in particolare quando si tratta di questioni fondamentali di sicurezza e del ripristino della reale forza della Carta delle Nazioni Unite e dell'intero sistema di diritto internazionale. “Purtroppo questa giornata è iniziata con un altro attacco terroristico russo contro l'Ucraina. I missili da crociera e balistici russi hanno dimostrato oggi il vero disprezzo della Russia per gli sforzi di ristabilire la pace e per tutti i leader mondiali che cercano di proteggere il mondo dalle aggressioni. La Russia è l'unica fonte di guerra e l'unica ragione per cui le conseguenze di questa guerra danneggiano il mondo intero, diverse nazioni in tutti i continenti. Nessuno può pensare che i propri confini siano protetti e che la sicurezza del proprio popolo sia garantita, mentre la Russia sta cercando di rendere l'aggressione e il furto di terre straniere una norma globale", ha dichiarato il Capo di Stato ucraino. Ha affermato altresì che la cessazione del terrore russo e il ritiro delle truppe russe dall'intero territorio dell'Ucraina è l'unica cosa in grado di fermare questa guerra. "L'Ucraina e il mondo intero non hanno bisogno né di conflitti ‘congelati’ né di guerre a fuoco lento. C'è bisogno di pace".
Sempre rivolgendosi ai leader africani in visita Zelensky ha ribadito che negoziati di pace con Mosca saranno possibili solo quando i russi si ritireranno dal suo paese. "C'è una reale necessità di una vera pace e di vero ritiro delle forze russo dal territorio ucraino indipendente", ha affermato in conferenza stampa. Il presidente ucraino ha detto di non poter impedire ai sette leader africani di ripartire stasera per San Pietroburgo, dove domani vedranno il presidente russo Putin. Ma ha sottolineato di ritenere che la Russia dovrebbe essere isolata diplomaticamente. E ha invitato i leader africani a partecipare alla conferenza internazionale che Kiev sta organizzando per creare un ampio consenso attorno alla propria proposta di pace. Zelensky ha detto infine di essere consapevole delle conseguenze negative del conflitto per l'approvvigionamento alimentare dell'Africa, ma ha ribadito che l'unica responsabile della crisi alimentare è la Russia, perché blocca la navigazione nel mar Nero e nel mare di Azov.
Ben diverso il punto di vista del nuovo zar del Cremlino che il 17 giugno, nel corso dell'incontro con la delegazione africana a San Pietroburgo, ha affermato che "In base alla carta Onu la Federazione russa ha il diritto di riconoscere le nuove regioni e poi di tutelarle". Secondo Putin la logica delle azioni della Russia nelle regioni ucraine occupate "è impeccabile dal punto di vista del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite". "È stato il regime di Kiev a scatenare questa guerra nel 2014. In conformità con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, avevamo il diritto di assisterli, facendo riferimento alla clausola sull'autodifesa", ha aggiunto. La delegazione dei leader africani, che è stata a Kiev il 16 giugno per presentare un piano di pace, "era interessata solo a sospendere il mandato di arresto di Vladimir Putin, da parte della Corte penale internazionale". Lo ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere dell'ufficio presidenziale ucraino, citato dai media ucraini all'indomani della visita. "C'è un punto che li preoccupa" ed è il motivo "per il quale, credo, siano venuti" a Kiev ieri, ha detto Podolyak facendo riferimento a tale richiesta. "Qualsiasi appello alla pace e al dialogo da parte russa, accompagnato da missili cruise e balistici, non è altro che un cinico e ipocrita bluff propagandistico. Volete la pace? Volete un cessate il fuoco? Questo si può ottenere con una sola telefonata. È sufficiente ordinare il ritiro delle truppe dal territorio di un Paese sovrano straniero", ha aggiunto Podolyak.
Continua intanto sul campo la controffensiva della Resistenza ucraina, nonostante una strenua difesa militare da parte dell’aggressore russo, che purtuttavia continua imperterrito nel criminale massacro di civili e devastando strutture non militari in tutto il paese. È del 18 giugno l’aggiornamento dello Stato Maggiore delle Forze Armate dell'Ucraina su Facebook: "Gli invasori russi continuano ad avanzare in quattro direzioni nel Donbass. Oggi ci sono stati 17 scontri militari". "Il nemico continua a uccidere la popolazione civile ucraina, usa tattiche terroristiche, con attacchi ai militari e ai civili - si legge -. Nel corso della giornata il nemico ha lanciato più di 40 attacchi aerei, effettuato 60 bombardamenti da più sistemi di razzi di lancio contro le nostre truppe e insediamenti. Sfortunatamente, ci sono morti e feriti tra la popolazione civile, compresi dei bambini, le infrastrutture critiche sono state danneggiate, più di 20 edifici residenziali, una scuola e altre infrastrutture civili sono state distrutte e danneggiate".
12 i civili dilaniati nell'attacco missilistico compiuto il 13 giugno dalle forze russe contro un quartiere residenziale di Kryvyi Rih, città natale del presidente Zelensky. Il giorno dopo tre persone sono state uccise e almeno altre 10 ferite nell'attacco missilistico russo sulla città meridionale di Odessa. Altre tre persone sono rimaste uccise ed altre tre ferite in un altro attacco neozarista russo sferrato a Kramatorsk e Kostyantynivka, nel Donetsk.
Il 16 giugno nella regione di Kharkiv un missile russo ha colpito un'auto uccidendo due persone. Il 18 la zona di confine della regione di Sumy è stata attaccata dagli invasori russi, due persone sono morte a causa del bombardamento". I russi hanno altresì colpito aree residenziali della città alluvionata di Kherson, provocando almeno 23 feriti, di cui tre sono bambini e almeno tre dei quali sono in condizioni definite "critiche". Una struttura medica, un asilo nido, un supermercato ed edifici residenziali sono stati colpiti. Altri due civili uccisi a Vuhledar, nella regione di Donetsk.
Sul campo l'esercito di Kiev ha inferto pesanti perdite alle forze armate russe, tanto che la Russia ha perso cinque volte più truppe dell'Ucraina sul fronte meridionale. Lo ha scritto su Telegram il viceministro della Difesa ucraino Hanna Maliar, dicendo che nell'ultima settimana solo a Bakhmut, nell'oblast di Donetsk nell'Ucraina orientale, le perdite russe sono state addirittura 8,73 volte superiori a quelle dell'Ucraina. "Il nostro eroico popolo, le nostre truppe in prima linea stanno affrontando una resistenza molto dura. Perché per la Russia, perdere contro l'Ucraina in questa controffensiva, direi, significa in realtà perdere la guerra". Lo ha detto il 15 giugno presidente ucraino in un'intervista all'emittente televisiva statunitense Nbc News, come riporta Ukrinform. Zelensky ha aggiunto che le notizie dal fronte sono "generalmente positive, ma molto difficili".
Le forze armate ucraine hanno già liberato più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino dagli occupanti russi nel corso della controffensiva. Lo ha dichiarato Oleksij Hromov, vice capo di stato maggiore ucraino, in un briefing a Kiev. "Durante l'ultima settimana, le nostre truppe sono avanzate nelle profondità del nemico fino a 3 km nell'area dell'insediamento di Mala Tokmachka e fino a 7 km a sud di Velika Novosilka. Sono stati liberati sette insediamenti nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia. Sono stati restituiti al controllo più di 100 chilometri quadrati di territorio ucraino", ha sottolineato Hromov. Nel sud dell'Ucraina, le forze armate di Kiev "avanzano" e registrano "un successo tattico". Lo ha affermato sempre la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar in un aggiornamento su Telegram. "Le forze di difesa dell'Ucraina continuano a condurre azioni sia offensive che difensive e hanno un successo parziale. Le nostre truppe operano in condizioni di superiorità aerea e di artiglieria del nemico", si legge nel messaggio. A sud, "praticamente in tutte le aree e direzioni in cui le nostre unità stanno avanzando, stanno avendo successo tattico. Stiamo avanzando gradualmente, ora fino a due chilometri in ciascuna direzione”. Sulle linee di Berdyansk e Mariupol, "il nemico sta portando truppe da altre direzioni e aumentando la potenza di fuoco". "A est, le forze di difesa dell'Ucraina stanno conducendo operazioni sia difensive che controffensive. Qui, il nemico sta cercando di rimuovere le nostre truppe dalle loro posizioni occupate e sta conducendo operazioni di assalto in più direzioni contemporaneamente, in particolare su Lyman", ha spiegato Malyar. A Bakhmut, "l'intensità complessiva delle ostilità è leggermente diminuita. Le nostre truppe stanno effettuando operazioni offensive in aree separate" e "il nemico sta facendo ogni sforzo per fermare le azioni offensive delle nostre forze di difesa".
Sono 219.820 i soldati russi morti in Ucraina dall'inizio dell'invasione delle truppe di Mosca nel febbraio 2022. Lo ha riferito lo stato maggiore delle forze armate di Kiev, precisando che Mosca ha anche perso 3.984 carri armati, 7.729 veicoli corazzati da combattimento, 6.571 veicoli e serbatoi di carburante, 3.847 sistemi di artiglieria, 610 sistemi di razzi a lancio multiplo, 364 sistemi di difesa aerea, 314 aeroplani, 304 elicotteri, 3.371 droni e 18 imbarcazioni.
Infine il bilancio del crollo della diga sul Dnipro provocato criminalmente dall’invasore russo è salito a 45 morti, dopo che le autorità di entrambe le parti hanno fornito aggiornamenti. Lo riporta la Cnn, facendo la somma delle 16 persone scomparse annunciate dalle autorità ucraine e dei 29 morti dichiarati dalle autorità filorusse. L'Ucraina, inoltre, sostiene che ci sono anche 31 persone disperse a causa dell'inondazione, e che 3.614 persone sono state evacuate dalle aree allagate "tra cui 474 bambini e 80 persone a mobilità ridotta".

21 giugno 2023