Dalla Lombardia alla Sicilia
Strage infinita e oscurata di lavoratori
6 morti in 24 ore. Oltre 60 vittime al mese, molti minorenni

Nelle stesse ore in cui il governo neofascista Meloni decretava i funerali di Stato, il lutto nazionale e la chiusura del parlamento e la stampa e i mass media ad esso asserviti dedicavano edizioni speciali e servizi a reti unificate alla morte e ai funerali del pregiudicato Silvio Berlusconi, il sistema di sfruttamento capitalista assassino ha continuato, nel silenzio più assoluto, a mietere nuove vittime nei luoghi di lavoro.
A riconfermarlo sono gli ultimi dati Inail secondo cui i morti “ufficiali” sul lavoro nei primi 4 mesi del 2023 sono stati 264, 3 in più rispetto allo stesso periodo del 2022.
La giornata più nera è stata proprio quella tra il 12 e 13 giugno, quando nel giro di sole 24 ore sono morti 6 lavoratori.
A Gioia del Colle (Bari) padre e figlio sono morti a causa delle esalazioni sprigionatesi da una cisterna per il vino durante le operazioni di pulizia.
A Desenzano del Garda (Brescia) un operaio è stato investito da un mezzo pesante durante i lavori di manutenzione dell’autostrada A4 Brescia-Venezia. Sempre a Brescia un giovane elettricista di appena 23 anni è morto dopo essere precipitato da un traliccio dell'alta tensione alto circa 50 metri nei pressi di Castegnato, lungo la via Padana Superiore.
A Misterbianco (Catania) un operaio di 56 anni è caduto da un ponteggio ed è morto sul colpo in un cantiere edile.
Il 13 giugno a Capua (Caserta) è deceduto in ospedale anche Pasquale Cosenza, l'operaio di 38 anni deceduto in ospedale dove era ricoverato dal 9 giugno in seguito alla caduta dal tetto del capannone dove stava montando alcuni pannelli fotovoltaici.
Tra sabato 17 e domenica 18 giugno altri 5 incidenti mortali si sono verificati nei campi, nei cantieri e nelle officine da Nord a Sud del Paese.
A Crotone ha perso la vita il secondo agricoltore schiacciato dal trattore in una settimana: è il 75esimo dall'inizio dell'anno, siamo praticamente allo stesso numero di "morti schiacciati" nel 2022. Le altre morti si sono verificate a Genova, Latina e Bari.
Insomma dalla Lombardia alla Sicilia la strage di lavoratori non si ferma.
Le statistiche “ufficiali” certificano una vera e propria ecatombe: oltre 60 morti al mese, molti dei quali sono minorenni assunti a “nero” o con contratti irregolari.
Un'ecatombe agghiacciante e in costante crescita che purtroppo rispecchia solo in parte il fenomeno che ormai ha raggiunto cifre e livelli record ben più drammatici di quanto riportano i dati “ufficiali”.
Basti pensare che all'Inail conteggiano solo gli incidenti mortali avvenuti nel luogo di lavoro e “regolarmente denunciati”. Ciò significa che sono esclusi dalle statistiche circa il 30% dei morti su lavoro ossia i lavoratori a “nero”, gli irregolari, quelli che hanno una assicurazione diversa dall'Inail e quelli che muoiono in itinere, cioé durante il percorso casa-lavoro che non rientrano quindi nelle “statistiche ufficiali”.
A rendere ancora più drammatico il già cupo bilancio dell'Inail sono i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale di Bologna che il primo giugno ha pubblicato il report dei morti sul lavoro riferito ai primi 5 mesi del 2023 raffrontati con lo stesso periodo del 2022.
“Dall’inizio dell’anno – secondo il curatore del sito Carlo Soricelli - sono morti complessivamente 609 lavoratori, di questi 399 morti sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere e in altri ambiti lavorativi... Un numero di morti sul lavoro mai visto in 16 anni di attività dell'Osservatorio”.
Dal report di Soricelli emerge inoltre che: “Il 42% dei morti sui luoghi di lavoro (escluso quelli in itinere) hanno dai 62 anni in su (147 su 345) a causa della legge Fornero che impone di lavorare fino a 67 anni per ottenere una misera pensione.
Gli stranieri, se si escludono i morti dai 60 anni in su, sono tutti giovani, rappresentano ormai il 20% dei morti sui luoghi di lavoro. Predominante il sesso maschile nei morti sui luoghi di lavoro, ma in itinere, le donne sono quasi quanto gli uomini a morire mentre vanno o tornano dal lavoro”.
Insomma, denuncia l'Osservatorio: “Assistiamo a un’autentica strage con un aumento dei morti sui luoghi di lavoro rispetto al 31 maggio del 2022 del 16%”.
Un'ecatombe di lavoratori che non è certo causata dalla “fatalità”, “dall'inesperienza” o da chissà quale altra “maledetta serie sfortunata di eventi” come spesso si legge nelle cronache dei giornali e come ha cercato di dire Vincenzo Cubito, segretario della Fillea Cgil Catania, che addirittura le ha definite “Morti bianche”.
Si tratta invece di veri e propri omicidi sul lavoro che hanno un mandante ben preciso: il bestiale sistema di sfruttamento capitalistico che costringe le lavoratrici e i lavoratori a ritmi di produzione insopportabili e si nutre del loro sangue per realizzare profitti sempre più alti.

21 giugno 2023