Attacco alle famiglie arcobaleno
La procura di Padova vieta ai bambini di avere due mamme e vuol togliere il doppio cognome
 
Nello stesso giorno in cui alla Camera si discuteva la proposta di legge fortemente voluta dal governo neofascista Meloni per rendere la Gpa (Gestazione per altri, chiamata anche “maternità surrogata”) un “reato universale”, è arrivato da parte della procura di Padova un altro attacco alle famiglie omogenitoriali (famiglie arcobaleno). Casualità? No piuttosto appare come un attacco a tenaglia.
Veniamo ai fatti. I primi di giugno sono partite le prime due rettifiche a una coppia di donne padovane che il 30 agosto 2017 sono diventate mamme di una bambina: la procuratrice di Padova Valeria Sanzari, descritta dai suoi colleghi come una conservatrice con simpatie filogovernative, ha provveduto alla cancellazione dell'atto di nascita della piccola, cassando il nome della madre non biologica, così come il suo cognome, dato alla figlia insieme a quello della compagna che l'ha partorita.
Nelle settimane successive la Sanzari ha fatto recapitare altre 32 notifiche a altrettante famiglie omogenitoriali nel padovano, tutte con figli nati dal 2017 a oggi.
Nelle motivazioni apportate per la decisione, la Sanzari ha asserito che avere un figlio in una coppia omogenitoriale "va contro le leggi, e i pronunciamenti della Cassazione, un atto di nascita registrato con due mamme".
A tutte queste bambine e bambini la Procura chiede che venga tolto il cognome delle “seconde madri” rimanendo così figli di un unico genitore cioè le donne che li hanno partoriti e obbliga i genitori non biologici a iniziare l'iter sfiancante e gravoso dell'adozione.
Oltre a essere un ennesimo feroce attacco sul piano dei diritti alle coppie arcobaleno è un atto discriminatorio per questi bambini che avranno forti ripercussioni e complicazioni a livello legale, tipo le firme necessarie per frequentare la scuola (pensiamo solo alle deleghe per andarli a prendere all'uscita di scuola) e per tutte le pratiche anche in campo medico e sanitario. Oltre al fatto che nell'eventualità della morte dell'unico genitore questi bambini potrebbero essere strappati dalla loro famiglia di origine per essere messi in adozione o in affidamento.
Della non casualità di questo atto contro le famiglie Arcobaleno nel momento in cui il governo neofascista Meloni è impegnato a imporre l'egemonia della morale neofascista e la famiglia eterosessuale come modello universale ne è convinta anche Alessia Crocini, Presidente di Famiglie Arcobaleno: “La Procura di Padova ha deciso di togliere un genitore legale a minori anche a distanza di sei anni dalla nascita: un atto vergognoso e indegno di un paese civile”; e aggiunge: “È incredibile che in una città dove per tutti questi anni nessun certificato era stato impugnato, la cosa avvenga a pochi mesi dalla circolare del ministro dell'Interno Piantedosi ai Prefetti. Sarà una casualità?” L a direttiva a cui fa riferimento la Crocini è del marzo di quest'anno dove il ministro dell'Interno Piantedosi faceva pressione sulle Procure italiane affinché togliessero diritti e doveri ai figli e ai genitori delle famiglie omogenitoriali. E sembra che la procuratrice di Padova Sanzari abbia recepito a pieno la direttiva governativa…
“Mentre Carolina Varchi di FDI, relatrice della proposta di legge contro la GPA, oggi assicurava in Parlamento che il suo partito ha a cuore tutti i bambini, veniva notificata alle prime mamme di Padova l’impugnazione del certificato di nascita: ipocrisia allo stato puro di un governo che da quando si è insediato agisce in maniera sistematica per cancellare i diritti dei nostri figli - aggiunge Alessia Crocini - Come Famiglie Arcobaleno lotteremo accanto a questi genitori e non lasceremo nessuna azione intentata ma è bene che la società civile italiana si renda conto che c’è in atto una vera persecuzione dei bambini con due mamme o due papà e prenda una posizione chiara.”
Anche il sindaco di Padova, Sergio Giordani, eletto nel 2017 in una coalizione di “centro-sinistra” si è dichiarato contrario alla decisione della Procura: “Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti” . Però non ha mandato nessuno a sua rappresentanza al nutrito presidio sotto le finestre della Procura organizzato dalle famiglie arcobaleno venerdì 23 giugno e che ha visto una grande partecipazione di padovani.
A queste 33 famiglie di Padova e a tutte le famiglie arcobaleno prese di mira dalla crociata oscurantista, omofoba e antifemminile del governo neofascista Meloni e delle sue truppe cammellate distribuite nelle Procure compiacenti e complici va tutta la solidarietà militante del PMLI. Il nostro Partito è e sarà sempre al loro fianco nella lotta e nelle manifestazioni di piazza, poiché se vogliamo contrastare questi vergognosi attacchi, sempre più frequenti e violenti ai diritti delle coppie arcobaleno, delle persone LGBTQIA+ e delle masse femminili, l'ultimo dei quali contro la “maternità surrogata”, l'unico modo è batterci uniti per difendere i diritti acquisiti e conquistati e conquistarne dei nuovi.

28 giugno 2023