Per impedire che i finanziamenti siano gestiti interamente dalla sinistra del regime
Il governo affida al gen. Figliuolo la ricostruzione post-alluvione dell'Emilia-Romagna, Marche e Toscana
Vicecommissari Bonaccini, Acquaroli e Giani
 
Il Consiglio dei ministri ha nominato il 26 giugno scorso il generale Francesco Paolo Figliuolo commissario alla ricostruzione del dopo alluvione che a inizio maggio ha colpito l’Emilia Romagna e parte di Marche e Toscana.
Figliuolo è lo stesso generale che ha curato la campagna vaccinale anti-Covid ai tempi del governo del banchiere massone ed è a capo del comando operativo di vertice interforze (Covi).
Silurato il governatore PD dell'Emilia Romagna e Commissario per l'emergenza, Stefano Bonaccini, che era dato per favorito. Insieme ai governatori Acquaroli e Giani sarà comunque vicecommissario.
Il governo neofascista Meloni con la nomina di Figliuolo, ben 40 giorni dopo i tragici avvenimenti, ha voluto ad ogni costo impedire che i fondi stanziati per la ricostruzione fossero gestiti dalla sinistra del regime neofascista e in particolare dal PD.
Figliuolo sarà in carica per cinque anni, prorogabili per altri cinque. Il decreto di nomina introduce un “modello unico per la ricostruzione nei territori colpiti da calamità”, annuncia il ministro per la Protezione civile di FdI, Nello Musumeci, che ha affermato anche che non non si procederà più “con un provvedimento per ogni calamità, con norme frammentarie, stratificate nel tempo e differenziate”.
A volere Figliuolo è stata la Meloni e questo nonostante il generale ricopra già un incarico delicato, quello appunto di comandante del Comando operativo del vertice interforze, incarico al quale si aggiunge ora quello di commissario per la ricostruzione. Spiazzata la Lega che avrebbe preferito l'attuale commissario per la siccità, Nicola Dell'Acqua, che ha un rapporto molto stretto con il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia.
Ridimensionato dunque rispetto alle attese solo al ruolo di vice, il governatore Bonaccini non nasconde la sua contrarietà per la mancata nomina a Commissario:
“Lavoreremo insieme, sono qui per fare le cose seriamente, ma avevamo proposto una collaborazione istituzionale che valorizzasse i territori prendiamo atto che il governo, dopo due lunghi mesi di gestazione, ha scelto invece un modello centralistico. Una scelta che reputiamo sbagliata ma che, ad ogni buon conto, vede la nomina di una persona con cui abbiamo collaborato bene durante la pandemia”.
Sulla questione va tenuto presente che si parla di fondi da stanziare per miliardi di euro che i politicanti borghesi del regime andranno a gestire sulle spalle delle masse ovviamente ad uso e consumo della borghesia e inevitabilmente quindi delle mafie. E comunque una miseria, uno stanziamento di aiuti largamente inferiori alle necessità della popolazione alluvionata e destinati a ingrassare le grandi imprese capitalistiche agricole, industriali e commerciali piuttosto che le famiglie, gli artigiani e i piccoli imprenditori che sono la fetta più consistente e più colpita dal disastro.
La nomina di Figliuolo è il frutto della lotta per la gestione in questa direzione dei fondi per la ricostruzione tra le varie fazioni borghesi e non lascia presagire nulla di buono per le masse alluvionate, ancora una volta private del diritto di parola e di gestione diretta dei fondi, che proverranno anche dal PNRR, le quali dovranno aspettare anni per ricevere le briciole dei fondi stanziati e gli effetti del loro impiego, pensato in realtà per le borghesie delle regioni colpite, i politicanti borghesi locali e le loro consorterie e non certo per risanare un territorio devastato andando incontro alle esigenze e ai bisogni delle masse popolari vittime dell'ennesima catastrofe naturale, diretta conseguenza del riscaldamento del pianeta e della devastazione ambientale frutto marcio del regime capitalista neofascista.
Fra l'altro non ci risulta affatto che come commissario antiCovid abbia fatto un lavoro brillante, tutt'altro, senza considerare poi che la nomina di un Generale ad un incarico così importante, che non c'entra proprio nulla con l'esercito, come già fu per la sua nomina a commissario antiCovid, sembra un segnale inquietante dato alle masse in lotta nel territorio per ottenere aiuti e risarcimenti.
Il decisionismo militare di Figliuolo, tanto caro a Draghi prima e alla neofascista Meloni oggi, non produrrà nulla di buono per gli alluvionati e per le masse popolari e sembra fatto su misura per coordinare, insieme al governo, la repressione dei movimenti di protesta delle masse popolari colpite dall'alluvione.
Anche nell'ambito della lotta per la ricostruzione delle zone alluvionate urge tenere nel mirino il nero governo Meloni, senza concedere nulla alla sinistra del regime neofascista, che va buttato giù da sinistra e dalla piazza prima che possa fare ulteriori danni al nostro martoriato popolo.

5 luglio 2023