Per rivendicare il pagamento della cassa integrazione e di tutte le altre spettanze dovute
Gli operai ex Gkn occupano la torre di San Niccolò a Firenze
Solidarietà e sostegno da parte della popolazione

Dal 30 giugno alcuni operai della ex Gkn hanno occupato la torre di San Niccolò a Firenze per rilanciare la lotta contro i licenziamenti, ottenere il pagamento di tutte le spettanze dovute, la cassa integrazione arretrata, la consegna delle buste paga, la reintegra dei lavoratori costretti a licenziarsi perché lasciati senza stipendio da oltre 8 mesi e l'attuazione del progetto di reindustrializzazione per la produzione di pannelli fotovoltaici e cargo bike elaborato dal comitato tecnico scientifico del Collettivo di fabbrica.
La protesta, assicurano i lavoratori, andrà avanti almeno fino all'8-9 luglio, giorni in cui sono previste una serie di concerti e iniziative di lotta davanti ai cancelli dello stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio in occasione del secondo anniversario di lotta e di assemblea permanente contro la delocalizzazione della fabbrica e i licenziamenti.
Il 2 luglio centinaia di lavoratori e solidali si sono riuniti in assemblea in piazza Poggi, sotto la torre, per sostenere la protesta e denunciare: “Non ci arrivano soldi della cassa integrazione che era stata approvata il 15 maggio. I flussi di cassa che l’azienda dovrebbe mandare all'Inps non sono stati forniti, tranne che per novembre e dicembre. Il nuovo padrone di Qf Francesco Borgomeo continua a mettere sotto ricatto i lavoratori per costringerli a licenziarsi. Noi continuiamo a lavorare, a fare i turni di manutenzione ma i contributi non ci vengono pagati, ci sono operai che devono andare in pensione e non possono. Non possiamo salire su una torre per ogni mensilità che ci spetta”.
Al termine dell'assemblea lavoratori e solidali hanno dato vita a un combattivo corteo che ha attraversato le vie del centro di Firenze, passando da via de Neri e Ponte Vecchio fin sotto le finestre di Palazzo Vecchio per denunciare anche l'immobilismo delle istituzioni locali, Comune e Regione, che finora non hanno mosso un dito per sbloccare la situazione dei pagamenti e dei diritti negati.
“L’esasperazione che ci ha fatto salire qua sopra deriva da questa situazione grottesca – chiarisce Matteo Moretti, delegato Rsu e membro del Collettivo di fabbrica ex Gkn – nelle settimane scorse abbiamo fatto dei presidi all’Inps, dove ci era stato garantito che i primi due mesi di flussi relativi alla cassa integrazione, novembre e dicembre 2022, dovevano arrivare entro questa settimana. Ovviamente non sono arrivati”.
Abbiamo chiesto di sbloccare subito la Cig e aprire “un tavolo regionale che metta a sedere tutti i soggetti che sono interessati al rilancio dello stabilimento”. Ma “L’intero sistema preferisce passare per impotente, per nascondere la propria complicità. Noi invece continuiamo a organizzare forme di lotta, a proporre piani industriali, a chiedere il rispetto di diritti basilari come quello alla busta paga o al pagamento dello stipendio o della cassa integrazione... Lo Stato – ricorda ancora Moretti - ha deciso di concedere questa cassa integrazione e contravvenire a quello che il tribunale di Firenze aveva detto e cioè che i lavoratori dovevano essere retribuiti in solido da parte della proprietà, quindi ci sarà una parte di soldi che dovrà pagarci il datore di lavoro, e l’altra attraverso la cassa integrazione. La prima rivendicazione è questa. Ma da tanto chiediamo anche di indagare su tutto quello che è stato l’affare Borgomeo tra fondo finanziario e proprietà, e sull’azione che sta facendo il liquidatore”.
In un comunicato stampa diffuso il 1° luglio, il Comitato provinciale di Firenze del PMLI ha espresso “il proprio appoggio militante all'occupazione di torre San Niccolò a Firenze da parte degli operai ex-GKN”; chiede che “siano immediatamente versati i mesi arretrati di cassa integrazione e la parte che ancora deve la proprietà” e che sia immediatamente riaperto il tavolo di confronto con il governo, la proprietà e le istituzioni locali per la reindustrializzazione e il rilancio della fabbrica.

5 luglio 2023