I putiniani con la bandiera rossa, un obbrobrio

Il 12 maggio scorso l'Agenzia stampa del Partito dei Carc ha dato notizia dell'invio, in occasione della celebrazione del Giorno della Vittoria sul nazi-fascismo (9 maggio 1945), di un “video-messaggio congiunto ai comunisti e alle masse popolari dell'ex URSS”. Aggiungendo che il video-messaggio, dal titolo “Viva la lotta antifascista del popolo sovietico!”, è stato diffuso e pubblicato “in quei paesi” e che vi hanno aderito “compagne e compagni del Partito dei CARC, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista, Partito Comunista Italiano, Costituente Comunista, Patria Socialista, i giornalisti Alberto Fazolo e Marinella Mondaini”. Nel video questi due giornalisti e alcuni rappresentanti dei suddetti partiti si alternano a leggere i brani del messaggio.
Si tratta in realtà di una subdola operazione filoputiniana, un vero obbrobrio, che mascherandosi dietro la celebrazione della gloriosa e vittoriosa lotta del popolo, del Partito comunista e dell'Armata rossa dell'URSS contro il nazi-fascismo, mira a nient'altro che giustificare e sostenere la guerra di aggressione dell'imperialismo neozarista russo all'Ucraina, ribaltando la verità dei fatti e facendo passare l'aggredito per aggressore e viceversa, così da confondere gravemente la coscienza del proletariato e delle masse popolari italiane.

Un'operazione truffaldina ispirata da Putin
La prima parte del video-messaggio, con l'esaltazione di per sé pienamente condivisibile della lotta dei popoli dell'Unione sovietica per difendere le conquiste socialiste e sconfiggere gli aggressori nazi-fascisti, è costruita in realtà per lanciare la seconda parte dedicata alla giustificazione dell'aggressione armata della Federazione russa all'Ucraina, come se questa fosse il prolungamento naturale della guerra anti nazi-fascista vinta 78 anni fa dall'URSS socialista. E ciò istituendo un'inaccettabile equivalenza tra l'Ucraina e la Germania nazista, e tra l'“operazione speciale” di Putin e la lotta di Resistenza antifascista dei sovietici e dei partigiani italiani.
Non a caso il video-messaggio si chiude con le parole d'ordine “Viva la lotta antifascista del popolo sovietico! Viva il Reggimento immortale! Costruiamo un ampio fronte popolare per una nuova Liberazione del nostro paese!”, lette da un rappresentante del Partito dei Carc ad una manifestazione per il Giorno della Vittoria a Napoli, con la presenza di rappresentanti della “comunità russa” che sventolavano bandierine tricolori con l'aquila bicipite della Federazione russa, a suggerire una truffaldina continuità storica, ideologica e politica tra la gloriosa lotta antifascista dell'URSS e la sporca guerra imperialista di Putin.
Che poi è esattamente la stessa operazione truffaldina orchestrata dal nuovo zar del Cremlino con la celebrazione più solenne che mai del Giorno della Vittoria fatta lo scorso 9 maggio sulla Piazza Rossa, con un inusitato sfoggio di bandiere rosse e un enorme risalto dato al Battaglione immortale dei reduci e dei caduti della Grande guerra patriottica, per ingannare le masse popolari russe sulla falsa natura antinazista della sua criminale “operazione speciale” che tanti lutti sta causando anche a loro. Sicché si può ben dire che questa operazione propagandistica filorussa del Partito dei Carc è stato ispirata direttamente da Putin.
 

La falsa tesi della “guerra difensiva”
E, di nuovo non a caso, la seconda parte del messaggio si apre con due brani chiave letti da due giornalisti putiniani, molto presenti sulle tv Mediaset come il talk show Diritto e rovescio di Rete4, Marinella Mondaini e Alberto Fazolo, che si incaricano di proclamare il falso parallelo tra la Federazione russa e l'URSS (che non potrebbero essere più agli antipodi, come in realtà ammette anche Putin), e tra l'Ucraina e il nazi-fascismo, tesi quest'ultima sostenuta invece da Putin per ingannare le masse russe e le masse antifasciste del resto del mondo.
“Oggi, servendosi di governi fantoccio messi al potere in Ucraina con il colpo di Stato dell’Euromaidan nel 2014, gli imperialisti americani, europei e sionisti scatenano una guerra per procura contro la Federazione Russa e riportano in auge la bestia fascista”, recita infatti nel video la Mondaini, giornalista e scrittrice di posizioni putiniane e no vax che vive a Mosca, la cui pagina Facebook sembra un concentrato della propaganda del Cremlino. “Proprio l’Ucraina, che scrisse gloriose pagine di resistenza alla barbara politica di sterminio nazista, è stata trasformata in un vivaio di nuovi fascisti, la cui prima vittima sono le masse popolari usate come carne da macello per fare dell’Ucraina un avamposto dell’aggressione alla Federazione Russa”, continua a sua volta Fazolo, giornalista ed ex combattente nel Donbass, giustificando il pretesto putiniano della “denazificazione” del paese aggredito.
Le loro tesi sono identiche quindi a quelle ripetute ossessivamente da Putin, che quella combattuta in Ucraina non sarebbe la guerra di aggressione da lui scatenata contro l'Ucraina il 24 febbraio dell'anno scorso, bensì una “guerra difensiva” a cui la Russia sarebbe stata “costretta” per opporsi all'espansionismo della NATO e prevenire un attacco da parte dell'Ucraina “nazificata” e armata dall'imperialismo occidentale per distruggere la Federazione russa. Ossia l'Ucraina sarebbe la pedina di una “guerra per procura” dell'Occidente contro la Russia. Infatti, secondo la Mondaini, come ha sostenuto in un'intervista all'Antidiplomatico , “dal 1991 la Russia è stata umiliata ed è arrivato il punto di rottura nel momento in cui si è vista con le spalle al muro: l'Ucraina nucleare era una minaccia esistenziale per la Russia. Ci sono molti documenti e dichiarazioni di capi militari oggi che dimostrano come Putin sia intervenuto appena in tempo. L'Occidente per la mano dell'Ucraina era pronto ad attaccare”. E l'attacco sarebbe stato, secondo lei, addirittura di tipo nucleare.
Come non ci siamo mai stancati di ripetere fino dal 24 febbraio 2022, è questa una tesi quanto mai falsa e pretestuosa di Putin per giustificare la sua criminale aggressione armata ad un paese sovrano e indipendente come l'Ucraina per annetterlo alla Federazione russa secondo il suo disegno di restaurazione dell'impero zarista. Non è l'Ucraina che minaccia l'esistenza della Russia, ma esattamente il contrario. Lo ha confermato anche una fonte non certo sospetta di lavorare per l'Ucraina come il macellaio Prigozhin, durante il tentato golpe della marcia su Mosca conclusosi con un accordo di compromesso con Putin tramite la mediazione di Lukaschenko: “Il ministero della Difesa – ha rivelato il capo dei mercenari della Wagner evitando di accusare direttamente Putin - sta cercando di ingannare l’opinione pubblica e il presidente e di far girare la storia secondo cui ci sarebbero stati livelli folli di aggressione da parte ucraina e che ci avrebbero attaccato insieme all’intero blocco NATO. Pertanto, la cosiddetta operazione speciale del 24 febbraio è stata avviata per altri motivi. La guerra è stata necessaria a un gruppo di bastardi per trionfare e promuoversi, dimostrando quanto fosse forte l’esercito tanto che Shoigu (il ministro della Difesa russo, ndr) ha ricevuto il grado di maresciallo. Gli oligarchi avevano bisogno della guerra. Ne aveva bisogno il clan che oggi controlla la Russia”.
 

Invio delle armi e interesse “nazionale”
Il video-messaggio prosegue poi col lancio di due parole d'ordine tipiche delle posizioni filoputiniane del Partito dei Carc: quella di bloccare e sabotare “l'invio e il trasporto di armi verso l'Ucraina”, e quella di denunciare e sabotare “le sanzioni commerciali, monetarie e finanziarie contro la Federazione Russa che si ritorcono contro le masse popolari italiane”. La nostra posizione favorevole all'invio delle armi, anche italiane, per sostenere la Resistenza ucraina, maturata in base all'analisi concreta della situazione dopo oltre un anno dall'invasione russa, è stata presa a pretesto dalla Direzione di questo partito per rompere l'unità d'azione col PMLI sulla lotta contro il governo neofascista Meloni e in difesa degli interessi del proletariato e delle masse popolari italiane. Una decisione grave e unilaterale, basata sulla falsa accusa di avere la stessa posizione dei poli del PD e di FdI, della UE e della NATO, a cui l'Ufficio politico del PMLI ha risposto con un documento molto articolato in cui si sottolinea fra l'altro che “le motivazioni del PMLI sono diverse da detti poli e alleanze imperialiste. In ogni caso se si ritiene che la causa dell'Ucraina è giusta va appoggiata indipendentemente da chi sono i suoi sostenitori”. La posizione del Partito dei Carc e degli altri esponenti dei partiti revisionisti, come PCI e Rifondazione, e rossobruni come PC e Patria socialista, che hanno partecipato al video-messaggio, fa invece solo il gioco di Putin indebolendo la Resistenza ucraina nel suo sforzo di liberare il paese dalla sua armata neozarista.
Particolarmente subdola è poi la parola d'ordine, anche questa di sfacciato sostegno a Putin, della cessazione delle sanzioni contro la Russia, agitando il pretesto ricattatorio che queste “si ritorcono contro le masse popolari italiane”. Una tesi vergognosa e strumentale, questa dell'immiserimento dell'Italia quale conseguenza dell'invio delle armi all'Ucraina, che vediamo rimbalzare negli articoli del quotidiano filoputiniano Il Fatto di Travaglio ed è riecheggiata persino nel demagogico e truffaldino intervento del leader M5S Giuseppe Conte nel suo intervento durante il dibattito parlamentare di fine giugno in vista del Consiglio europeo del 29-30 giugno. Come se fosse questa la causa principale delle condizioni di vita e di lavoro infernali in cui da sempre il sistema capitalista costringe le masse lavoratrici e popolari italiane. Si tratta di un argomento classico dell'imbroglione Rizzo e di quanti come lui – vedi Fosco Giannini - sostengono che gli interessi economici e commerciali “nazionali” coincidono con quelli del socialimperialismo cinese (che spacciano per comunismo), e dell'imperialismo russo (che arrivano ad accreditare quasi come un prolungamento dell'URSS socialista di Lenin e Stalin). Al punto da rivendere l'aggressione di Putin all'Ucraina come un aspetto della “lotta antimperialista” di queste due superpotenze per cambiare l'ordine internazionale in senso multilaterale e difendere la pace mondiale.
 

Socialimperialismo cinese e neozarismo russo
Invece la realtà è ben diversa da come la presentano questi imbroglioni politici, se la si esamina alla luce del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e delle leggi economiche dell'imperialismo come fase suprema del capitalismo, già analizzate e chiarite definitivamente da Lenin: dopo la morte di Mao e la restaurazione del capitalismo, la Cina è diventata oggi una superpotenza socialimperialista, in piena competizione economica e militare con l'imperialismo americano per contendergli l'egemonia mondiale. Mentre con l'avvento del capitalismo oligarchico, dopo il crollo dell'URSS e l'instaurazione della dittatura putiniana, l'imperialismo russo ha assunto connotati neozaristi, miranti a restaurare l'impero zarista annettendo gli antichi territori che lo formavano, come appunto l'Ucraina.
La Russia espansionista e neozarista di Putin non ha nulla a che vedere con l'URSS socialista e internazionalista di Lenin e Stalin. Infatti nel discorso che ha preceduto l'invasione, e anche in altri successivi, il nuovo zar ha frontalmente attaccato non a caso Lenin, Stalin, l'URSS e il socialismo, attribuendo al padre della Rivoluzione d'Ottobre la “colpa” di aver “creato artificialmente” l'Ucraina, e alla Costituzione dell'URSS socialista di aver posto le basi per la sua futura disgregazione, concedendo ai popoli che scelsero di farne parte, la libertà di uscirne quando lo avessero ritenuto necessario. Al punto di accusare l'Occidente capitalista di non essere sufficientemente anticomunista.
Attacchi che svelano tutto l'anticomunismo viscerale e la mentalità imperialista e guerrafondaia del nuovo zar del Cremlino, che evidentemente rimpiange ancora il vecchio impero russo “prigione dei popoli” abbattuto dalla Rivoluzione d'Ottobre, e sogna di restauralo. Come ha svelato anche nel discorso contro il tentato golpe della Wagner, a suo dire “una pugnalata alle spalle” che ha paragonato, senza nominarli, al “tradimento” di Lenin e dei bolscevichi che con la Rivoluzione “rubarono la vittoria” della Russia nella Prima guerra mondiale e portarono il paese alla guerra civile e alla catastrofe. E questo sarebbe, secondo il sottinteso dell'obbrobrioso e truffaldino video-messaggio, colui che difende e porta avanti oggi la tradizione e i valori internazionalisti e antifascisti dell'URSS di Lenin e Stalin?

12 luglio 2023