”Leggere, conoscere e studiare Tre cose fondamentali di Scuderi è un dovere e un piacere”

di Ugo - Genova
Compagne e compagni, appena, settimanalmente, esce, Il Bolscevico , mi dedico alla sua lettura e ogni volta trovo trasferimenti di saggezza che non si può cogliere senza sentire la necessità di soffermarsi.
L’articolo, sarebbe più corretto definirla pagina delle tre citazioni, che provo a commentare sono le “Tre cose fondamentali da tenere sempre a mente” del compagno Giovanni Scuderi, estratte da un colloquio, avvenuto a Firenze l’8 dicembre 2000, che egli ha avuto con un operaio, e pubblicato su Il Bolscevico n° 27 (incontro, e discorso, si può trovare integralmente all’interno di una sezione dedicata del PMLI).
Prima di inoltrami nel mio commento avrei piacere, però, fare una premessa. Sorprende, sì, sorprende, la capacità di scorrevolezza con cui il compagno Giovanni Scuderi affronta, in ogni suo scritto, temi complessi, filosofici, storici. Ha la capacità di renderli chiari. Alla portata di chiunque. Ma attenzione, non li semplifica, ma li rende semplici, che è tutta un’altra cosa. Proprio per questo la sua si potrebbe definire un’opera pedagogica che diventa importante perché egli trasmettendo la sua saggezza, ci comunica, nello stesso tempo, anche le sue conoscenze, in modo da farle diventare patrimonio del Partito e di ogni compagna/o che si appresti nella lettura. Di sicuro abilità proprie, ma molto nasce, e in buona parte, dallo studio dei testi marxisti-leninisti-pensiero di Mao. Questo ci deve fare comprendere che quella è la strada che tutti i componenti del Partito devono seguire per la propria crescita personale e rivoluzionaria. C’è un modo per ringraziare il compagno Scuderi per la sua opera? Sì, c’è. Per esempio, seguire le indicazioni delle “Tre cose fondamentali da tenere sempre a mente”.
Nel primo invito il compagno Scuderi indica, come essenziale, per un marxista-leninista, avere una concezione proletaria del mondo. Questa condizione, ci dice Scuderi, si acquisisce studiando i testi marxisti-leninisti e applicando nella pratica ciò che si è compreso. Occorre, quindi, trasformarsi, o rimanere tali, ma pure in quel caso mettendosi continuamente in discussione, e fare in modo che il nostro modo di pensare, di vedere le cose, ma pure il nostro comportamento, sia antagonista alla borghesia e alla sua visione del mondo. “O si accetta la concezione proletaria del mondo, o si accetta quella della borghesia” , diceva Mao.” Ed è giusto. Persino ovvio. Perché su questi temi non può esserci una via di mezzo. Perché anche qualora si possa immaginare che possa esistere, quella terza via alla conclusione può solo fare il gioco della borghesia. È la storia a dimostrarlo. Sono i nostri Maestri a insegnarcelo.
Anche il secondo invito riveste una posizione importante e fondamentale. Perché serve a poco avere una preparazione marxista-leninista ma rimanere chiusi fra le mura di casa. Farsi una cultura rivoluzionaria, ma poi tenersela per sé, senza intervenire, senza applicarla, nel mondo del lavoro, nella scuola, nella società, nel luogo in cui si vive. La forza di un Partito non sono solo le sue idee, ma sono anche le donne e gli uomini che si animano per fare conoscere e diffondere le istanze del proprio Partito. Come ci dice il compagno Scuderi, l’ossatura portante del PMLI.
Nel terzo e ultimo invito il compagno Scuderi ci avverte che il Partito non è una entità immutabile. E che per conservare il ruolo che si è assunto nei confronti della storia, e che per rimanere in linea con la concezione proletaria del mondo, ha bisogno dell’attenzione di tutti gli attivisti del Partito. Sarà la discussione, la critica e l’autocritica, il dibattito interno, a vigilare che il Partito non cambi direzione, che non si trasformi in un Partito con obiettivi riformisti. C’è da attendersi, ci avvisa con un monito il compagno Scuderi, che il revisionismo strisciante, servo della borghesia, tenti di sedurlo con false e antistoriche strategie politiche. E più il Partito sarà radicato nella classe operaia, nella società, più questi rischi potranno diventare reali. Perché la borghesia ha ben chiaro, sa bene, quale dev’essere la sua concezione del mondo, e assolutamente non tollera chi la possa mettere in discussione, chi la vuole mettere fuori dalla storia.
Leggere, conoscere e studiare, i discorsi scritti dal compagno Giovanni Scuderi, è, nello stesso tempo, un dovere e un piacere. Un dovere perché ci permette di crescere e di contribuire al radicamento del Partito, e un piacere, perché assieme a lui ci si addentra nella filosofia marxista-leninista-pensiero di Mao con lo stesso tono di una chiacchierata, e ogni argomento diventa trasparente, ogni tesi, seppur complessa, diviene comprensibile.

12 luglio 2023