Intervento di Chiavacci all'Assemblea generale CGIL Toscana del 18 luglio 2023
Landini e la Cgil con il lutto per Berlusconi hanno perso un'occasione d'oro per denunciare il ventennio che ha riportato i neofascisti al governo

Pubblichiamo il testo integrale dell'intervento pronunciato in remoto, a causa di una contemporanea trattativa in una BCC, dal compagno Enrico Chiavacci, delegato Fisac, all'Assemblea regionale della Cgil che si è svolta il 18 luglio ad Avane, nell'Empolese.
 
Relativamente alla relazione del segretario Rossi, mi trovo d'accordo su molti dei punti toccati, a partire dall'elemosina spacciata dal governo come misura di contrasto alla povertà. Abbiamo sentito mille motivi per cui occorre indire subito lo sciopero generale, perché più tempo diamo a questo governo, più esso rafforza le proprie posizioni in ogni campo, e si blinda.
Siamo già in enorme ritardo.
Apprezzo anche il tono col quale Rossi ha spronato dirigenti e funzionari a scendere in piazza, mi spiace che ce ne sia bisogno, perché se non si è maturata questa coscienza a certi livelli, il problema c'è.
Oggi tralascerò le questioni relative alla FISAC poiché questa è l'ultima occasione per dare attualità ad un argomento tenuto colpevolmente da parte.
“Con Silvio Berlusconi scompare una personalità che ha segnato la storia degli ultimi 30 anni della vita politica e imprenditoriale del Paese, a cui va riconosciuto non è mai mancato il coraggio, la capacità di aggregare, la determinazione a costruire impresa”. Ed ancora: “In questa triste giornata, per tutti è il momento del rispetto e del cordoglio esprimendo a nome di tutta la Cgil la vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia, al partito di Forza Italia, a tutti i cari di Silvio Berlusconi”.
Le parole che ho appena pronunciato sono di Maurizio Landini, e la fonte è “Collettiva” del 12/06/2023, ore 13:53. Con questo post il segretario Landini non si è smarcato dal coro apologetico che ha contrassegnato la morte di Berlusconi. Una vergogna che si affianca a un’altra, quale il lutto nazionale e la sospensione per una settimana dei lavori della Camera e del Senato decisa all'unanimità dai capigruppo di maggioranza e opposizione, M5S incluso.
Decisioni inaudite e senza precedenti nella storia della Repubblica italiana; ma dopo i funerali di Stato del 1988 al fucilatore di partigiani Giorgio Almirante (per dirne una) non ci stupiamo più di niente. E questo è un male, perché non mostrare sdegno, significa incassare di buon grado un fatto, una posizione o un avvenimento. Alla fine se non lo si denuncia o lo si combatte, lo si accetta di fatto.
Infatti, nulla di meglio di questo quadro generale ha mostrato in tutta la sua evidenza che l’ascesa di Berlusconi e la conseguente “normalizzazione” dei rapporti fra Stato e mafia, e delle influenze piduiste di governo, non sarebbe mai potuta accadere senza l’appoggio fattivo del “centro-sinistra” a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale, sia nei periodi in cui era all’opposizione, ma soprattutto quando era al governo e “poteva fare, ma non ha fatto” nulla di diverso, proseguendo sulla stessa strada.
In un clima trasversale del panorama politico nazionale istituzionale di compianto e di riconoscimento all'ex premier, tutti i sindaci indistintamente hanno listato le bandiere a lutto, eseguendo senza batter ciglio le direttive del governo neofascista Meloni; tutti i sindacati di destra e i confederali, inclusa la CGIL, nei fatti gli hanno riconosciuto l’onore delle armi, attribuendogli un ruolo di “primo piano” nella storia del nostro Paese.
Landini ricorda e sottolinea positivamente la telefonata di solidarietà che il cavaliere piduista gli fece dopo l’assalto squadristico a questa sede, cito dalla stessa fonte: “Voglio ricordare la sua personale telefonata di solidarietà da me ricevuta quando la nostra sede nazionale è stata oggetto dell’attacco squadrista”. Eppure è stato Berlusconi che ha aperto il governo del nostro Paese ai neofascisti, sdoganandoli e proteggendoli di fatto. I risultati di questo processo sono sotto gli occhi di tutti.
Oggi Meloni dispone e le istituzioni si adeguano, convinte o meno, ma nell’interesse di chi? Della verità e di quel potere unico e del suo pensiero unico e di regime che rafforza questo stato di cose?
Forse di quella Resistenza alla quale ancora oggi almeno verbalmente ci rivolgiamo, non abbiamo compreso granché, dimenticandoci che anche nel ventennio c’era un governo, una narrazione e delle leggi ingiuste che i partigiani non solo non appoggiarono, ma non ne rimasero indifferenti e le combatterono con tutta la loro forza.
L'unico passaggio del segretario che ha l'intento di smarcare la CGIL - ma che in realtà ne rappresenta solo una insufficiente foglia di fico, è il seguente (stessa fonte): “Abbiamo avuto con lui e con i Governi che ha rappresentato, in particolare sui diritti del lavoro e sui diritti sociali, distanze politiche e culturali profonde”. Tutto qua, poco, troppo poco. Quasi nulla.
Purtroppo neanche stavolta la segreteria della CGIL ha avuto un pizzico di coraggio, quantomeno nel rispetto di coloro che sono morti assassinati nel combattere la mafia, nel denunciare quanto ha rappresentato Berlusconi dal punto di vista politico, governativo, sociale e anche culturale, e che oggi è più che mai radicato anche nelle istituzioni.
Al contrario, stavolta non abbiamo denunciato a dovere nemmeno ai nostri iscritti e alle nostre iscritte, l’ennesimo segnale di omologazione al pensiero e alla cultura borghesi, all’ennesimo episodio di revisionismo storico bipartisan del nostro Paese. Anche la CGIL purtroppo col proprio silenzio, si è fatta sostanzialmente complice non solo della riabilitazione definitiva di Berlusconi, ma anche della sua celebrazione apologetica pubblica, con tutto ciò che di marcio egli rappresenta. Abbiamo perso un'occasione d'oro per fare chiarezza, per denunciare a fondo il ventennio berlusconiano e prenderne le distanze auspicando un cambio di passo.
Si prenda esempio dal professor Montanari, che ha detto le cose come stanno e non ha esposto lutti all'università che dirige, dimostrando anche che si può fare! Che ci si può ribellare di fronte alle cose ingiuste, anche se imposte dalle istituzioni (poco) democratiche come queste.
Chiudo parafrasando Mao: “Tutti devono morire, ma non tutte le morti hanno uguale valore... La morte di chi si sacrifica per gli interessi del popolo ha più peso del Monte Tai, ma la morte di chi serve i fascisti, di chi serve gli sfruttatori e gli oppressori, è più leggera di una piuma”.
Va da sé che per me, come per molti altri compagni e compagne non solo dell’area “Le radici del sindacato”, checché ne dica Landini, la morte del piduista Berlusconi è stata più leggera di una piuma.

19 luglio 2023