Quattro giorni di bombardamenti russi su Odessa distrutta, in risposta all’attacco al ponte di Crimea. Morti e feriti civili anche in altre zone del paese
La Resistenza ucraina ha l’iniziativa militare sull’intera linea del fronte
Zelensky: “L’Ucraina sta avanzando sul campo di battaglia, liberando i suoi territori passo dopo passo, avvicinandosi al momento in cui le azioni di controffensiva potrebbero accelerare”
 
Ancora morte e distruzione in Ucraina. La città di Odessa è stata colpita la notte del 22 luglio da almeno cinque tipi di missili russi: lo ha reso noto il Comando operativo Sud dell'esercito di Kiev, come riportato da Ukrinform. I criminali aggressori russi hanno usato nell'attacco missili Kalibr, Oniks, Kh-22, Iskander-K e Iskander-M. "Una parte significativa dei missili è stata distrutta dalle forze di difesa aerea", si legge in un comunicato. "Il resto ha causato la distruzione delle infrastrutture portuali...", oltre a danni a edifici residenziali. Colpita anche la cattedrale della Trasfigurazione, principale luogo di culto cristiano ortodosso della città. "Ci sono almeno 18 feriti, tra cui quattro bambini, e un morto", ha riferito Oleg Kiper, capo dell'amministrazione militare di Odessa, in merito all'attacco missilistico avvenuto alle 3 ora locale.
Da giorni Odessa era sotto i bombardamenti russi e lo stesso giorno era arrivata la durissima condanna dell’Unesco della distruzione del patrimonio della città. La cattedrale colpita nella notte è solo l’ultimo bersaglio. Una valutazione preliminare a Odessa ha rivelato danni a diversi musei che sono inclusi nel fondo del Patrimonio mondiale dell'agenzia delle Nazioni unite, tra cui il museo archeologico, il museo marittimo e il museo della letteratura. "L'Unesco esprime il suo sostegno ai residenti di Odessa e porge le sue sincere condoglianze alle famiglie delle vittime", si legge nel comunicato dell'organizzazione, che chiede la cessazione degli attacchi contro i beni culturali protetti da strumenti normativi internazionali ampiamente ratificati.
Per la quarta notte consecutiva, al termine di una settimana in cui le forze russe hanno colpito la città con missili ipersonici e droni in ripetuti attacchi volti a distruggere le strutture di esportazione del grano di Odessa. Attacchi indiscriminati quelli dei neozaristi russi aggressori in risposta al bombardamento ucraino del ponte che collega la Crimea alla Russia del 17 luglio. Kiev ha confermato la responsabilità dell’attacco. Il servizio di sicurezza ucraino ha annunciato che rivelerà tutti i dettagli dell'attacco al ponte di Crimea dopo la vittoria dell'Ucraina nella guerra contro la Russia. Lo ha riferito il portavoce della Sbu, Artem Dekhtyarenko, in un commento a RBC-Ucraina. "Per ora, stiamo osservando con interesse come uno dei simboli del regime di Putin ancora una volta non sia riuscito a sopportare il carico militare", ha detto Dekhtyarenko. Il capo del servizio speciale, Vasyl Malyuk, ha affermato che le norme del diritto internazionale, l'analisi della situazione operativa e le tradizioni di guerra consentono di tagliare le rotte logistiche del nemico. Il ponte di Crimea è infatti uno dei corridoi di trasporto dei rifornimenti militari per l'esercito russo. Fonti di RBC-Ucraina hanno riferito che l'attacco al ponte di Crimea è stata un'operazione speciale della Sbu e delle forze navali militari ucraine.
Servono metodi "disumani" per combattere i terroristi, non bastano "sanzioni internazionali, intimidazioni o esortazioni", capiscono solo "il linguaggio della forza". Lo ha dichiarato su Telegram il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, il falco neonazista Dmitry Medvedev, dopo le esplosioni che hanno colpito il ponte di Crimea. "Quindi è necessario far saltare in aria le loro case e le case dei loro parenti. Cercare ed eliminare i loro complici", ha aggiunto Medvedev, evidenziando la necessità di "distruggere i vertici delle formazioni terroristiche". Intanto nella stessa giornata la Russia interrompeva l’accordo sul grano. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha precisato che la Russia tornerà immediatamente all'accordo non appena saranno rispettati i patti da lei richiesti. L'accordo che permetteva all'Ucraina di esportare il proprio grano in sicurezza attraverso il Mar Nero era in scadenza nella stessa giornata.
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha promesso il 23 luglio rappresaglie contro la Russia per gli attacchi a Odessa. "Missili contro città pacifiche, contro edifici residenziali, una cattedrale... - ha scritto Zelensky su twitter - non ci possono essere scuse per il male russo. Come sempre, questo male perderà. E ci sarà sicuramente una rappresaglia ai terroristi russi per Odessa. Sentiranno questa rappresaglia". "A tutti coloro che hanno subito questo ultimo attacco terroristico viene fornita assistenza – ha continuato - sono grato a tutti coloro che stanno aiutando le persone e tutti coloro che sono con Odessa nei loro pensieri ed emozioni. Ce la faremo. Riporteremo la pace. E per questo, dobbiamo sconfiggere il male russo". In precedenza, il 18 luglio, il presidente ucraino aveva ribadito in una intervista ai media africani che "Putin ha deciso di ucciderci tutti. Tutti coloro che non sono d'accordo con l'ideologia assolutamente fascista del presidente Putin". Secondo Zelensky, gli ucraini stanno lottando per il diritto di essere umani, ma il desiderio di Putin è quello di offrire un'esistenza da schiavo, ma non capisce che questo è impossibile. Zelensky ha aggiunto che Putin comprende solo la forza. Il coraggio dell'aggressore, ha sottolineato il presidente, si basa sulle armi che ha e sui milioni di persone che possono essere gettate nella guerra.
“Non ricordiamo un attacco di tale portata dall'inizio dell'invasione su larga scala". Lo ha dichiarato il 19 luglio in un post su Facebook il sindaco di Odessa, Hennadii Trukhanov, commentando l'ondata di raid notturni condotti dai russi sulla città dell'Ucraina meridionale. È stata "una delle notti più orribili", ha aggiunto il sindaco, che ha parlato di "feroce battaglia aerea" e di diverse persone ferite dai detriti di un missile russo abbattuto.
Il 20 luglio era stato di almeno due morti a Odessa il bilancio dei raid russi. Lo ha riferito il governatore di Odessa, Oleh Kiper, precisando che le vittime sono una guardia di sicurezza di 21 anni e un'altra persona che è stata trovata morta sotto le macerie durante un'operazione di ricerca e salvataggio. Kiper ha dichiarato che le difese aeree ucraine hanno distrutto tutti i 12 droni Shahed di fabbricazione iraniana e i due missili Kalibr che hanno preso di mira Odessa, ma ha aggiunto che i sistemi di difesa aerea non sono stati in grado di abbattere alcuni missili in arrivo, in particolare i tipi X-22 e Onyx, senza però precisare quanti missili siano riusciti a passare.
Sempre nella giornata del 21 luglio le forze armate russe hanno causato la morte di sei civili residenti nella regione di Donetsk durante i bombardamenti effettuati. Altre cinque persone sono rimaste ferite. Lo ha riferito il capo dell'amministrazione militare regionale Pavlo Kyrylenko su Telegram, come riporta Ukrinform. "Il 21 luglio, i russi hanno ucciso 6 residenti della regione di Donetsk: 4 a N'ju-Jork e 2 a Druzhba. Altre 5 persone sono rimaste ferite durante il giorno", ha riferito Kyrylenko, aggiungendo che è attualmente impossibile stabilire il numero esatto delle vittime a Mariupol e Volnovas.
Altri due morti il bilancio delle vittime dell'attacco missilistico russo all'edificio del centro culturale di uno degli insediamenti nella regione di Chernihiv. Lo ha riferito il governatore Viachesalv Chaus, citato dal Kyiv Independent. Si tratta di un'altra donna, che si aggiunge al corpo della prima vittima trovato dai soccorritori sotto le macerie la mattina. E’ salito invece a otto morti il numero delle vittime dell’ attacco russo del giorno dopo condotto contro la regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale. Tra le vittime anche un bambino di nove anni e sua sorella di 16, colpiti a morte nel villaggio di Druzhba, come spiegato dalla polizia locale.
''Sono 482 i bimbi ucraini uccisi nel conflitto con la Russia, 984 quelli colpiti in seguito all'aggressione armata in Ucraina, 17 quelli che hanno necessitato fino ad ora di protesi agli arti inferiori e superiori per provare a dare loro una parvenza di vita normale. Oltre tremila, a parte le tantissime abitazioni, le scuole e le istituzioni educative che sono state bombardate dai missili''. I dati sono emersi nel corso dell'incontro a Kiev della delegazione delle Misericordie con la commissione parlamentare per i diritti umani. Ci sono poi ''13 minori vittime di violenza sessuale legata al conflitto, un'altra atrocità legata alla guerra, e di oltre un milione (dato di maggio 2023) di sfollati interni, oltre a quelli che sono fuggiti all'estero, con conseguenze legate all'apprendimento scolastico in un'altra lingua''. Nel corso del 'incontro è stato presentato un opuscolo sul tema alla presenza di Dmytro Lubinets, Commissario per i diritti umani del parlamento ucraino. ''Dopo quasi un anno e mezzo dall'inizio del conflitto – ha affermato il presidente delle Misericordie Domenico Giani - questi numeri 'gridano' che è ora della pace. Di una pace che sia duratura, nel segno del rispetto dei diritti umani. Noi, che abbiamo ospitato come Misericordie dei minori ucraini all'inizio del conflitto e abbiamo guardato in faccia insieme a loro l'orrore della guerra provando ad alleviarlo, continuiamo a credere che sia possibile''.
Secondo il vicesegretario generale ONU per gli Affari politici Rosemary Di Carlo sarebbero almeno 9.300 i civili morti dall'inizio della guerra in Ucraina. I numeri sono stati forniti in occasione della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e, sempre stando a quanto precisato da Di Carlo, si andrebbe ad aggiungere ai circa 16mila civili feriti. Il dato, che nei fatti potrebbe essere però molto più alto, ha poi aggiunto fa dell'Ucraina "il Paese con il maggior numero di bambini uccisi e mutilati".
Passando alla situazione sul campo il 22 luglio il ministero della Difesa di Kiev ha affermato che l’Ucraina ha ora l’iniziativa militare sull’intera linea del fronte. Lo ha dichiarato il vice ministro della Difesa Volodymyr Gavrylov, citato da Unian. “Lungo l'intera linea, a prescindere da ciò che dicono i russi, che hanno cercato di fare qualcosa nella zona di Kupyansk con un tentativo disperato di allontanare in qualche modo le nostre forze, l'iniziativa è ora dalla nostra parte”, ha detto Gavrylov, sottolineando che “questo è importante anche per gli alleati, soprattutto dal punto di vista militare”.
Secondo il presidente Volodymyr Zelensky, l'Ucraina si sta avvicinando al momento in cui la controffensiva può prendere ritmo: lo ha affermato intervenendo in videoconferenza all'Aspen Security Forum, come riporta Ukrinform. “L’Ucraina sta avanzando sul campo di battaglia, liberando i suoi territori passo dopo passo, avvicinandosi al momento in cui le azioni di controffensiva potrebbero accelerare”. “Capisco che è sempre meglio che la vittoria arrivi prima. Ma non buttiamo la gente sulle mine e sotto i carri armati, letteralmente. Io credo nella nostra vittoria” ha detto Zelensky. "L'inizio delle azioni di controffensiva è stato ritardato: non volevamo perdere la nostra gente e i militari non volevano perdere l'equipaggiamento. Oggi ci stiamo avvicinando al momento in cui queste azioni possono diventare un po' più veloci.", ha aggiunto il presidente ucraino, osservando che l'Ucraina ha pianificato azioni controffensive la scorsa primavera, ma non è stato possibile portarle immediatamente avanti "perché mancavano munizioni, proiettili appropriati, armi, personale e addestramento delle nostre brigate su nuove armi". "Poiché abbiamo iniziato un po’ in ritardo, si può dire - ed è la verità, condivisa da tutti gli esperti - la Russia ha avuto il tempo per minare tutta la nostra terra e costruire diverse linee di difesa", ha aggiunto. "Sicuramente hanno avuto un po’ più di tempo del necessario perché hanno costruito tutte quelle linee. Hanno piazzato molte mine sui nostri campi a causa del ritmo più lento delle nostre azioni di controffensiva", ha spiegato Zelensky.
Nonostante il rinvio, sono iniziate azioni di controffensiva e l'Ucraina non si sta ritirando, ma sta gradualmente liberando i suoi territori, ha detto ancora Zelensky.
L'Ucraina ha riserve "significative" che deve ancora impegnare nella sua lenta controffensiva contro le truppe russe. Lo ha affermato il massimo ufficiale militare statunitense, generale Mark Milley. Le forze di Kiev stanno affrontando posizioni russe pesantemente fortificate che includono complessi campi minati, ostacoli di carri armati, filo spinato e trincee, ha detto ai giornalisti il presidente del Joint Chiefs of Staff, quando il 20 luglio gli è stato chiesto se la controffensiva fosse in fase di stallo. L'Ucraina ha "una quantità significativa di potenza di combattimento non ancora impegnata", ha affermato. "In questo momento, stanno preservando il loro potere di combattimento e si stanno facendo strada lentamente, deliberatamente e costantemente attraverso tutti questi campi minati, ed è una dura lotta".
Intanto sono 640 i soldati russi che hanno perso la vita in Ucraina nelle ultime ore. Lo riferisce lo Stato Maggiore dell'esercito ucraino nel suo ultimo bollettino aggiornando a 241.330 il totale dei militari russi morti dall'inizio del conflitto il 24 febbraio del 2022.
Le direzioni di Bakhmut e Lyman-Kupiansk rimangono la priorità nell'Ucraina orientale. Lo ha dichiarato il 19 luglio in una trasmissione televisiva Serhij Cherevatay, portavoce del Comando militare orientale dell'Ucraina, citato da Ukrinform. Nel corso della giornata precedente, in quest'aerea le forze ucraine avrebbero ucciso 226 soldati russi e ne avrebbero feriti 234.
Il 21 luglio è stato il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Andriy Yermak ad osservare che il nostro Stato continua a lavorare per ottenere garanzie affidabili sulla sua sicurezza e unire il maggior numero possibile di paesi attorno all’attuazione della Formula di pace del presidente Volodymyr Zelensky. Lo ha detto durante una partecipazione online al 14° Aspen Security Forum annuale. “Dobbiamo vincere la guerra il più rapidamente possibile. E abbiamo sentito che tutti i nostri alleati non solo credono, ma sono fiduciosi nella nostra vittoria. Quindi l’Ucraina deve ricevere garanzie di sicurezza affidabili ed efficaci”, ha affermato Yermak.
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko durante l'incontro con il nuovo zar del Cremlino Putin a San Pietroburgo ha affermato il 23 luglio che i membri del Gruppo Wagner "iniziano a stressarlo" perché "vogliono marciare verso Varsavia". Lo riferisce l'agenzia di stampa russa Interfax. "I Wagner stanno iniziando a stressarci. Dicono: 'Vogliamo andare in Occidente, permettetecelo'. Chiedo perché vogliano andare in Occidente. 'Beh, vogliamo fare un'escursione in Polonia, a Rzeszow'", ha minacciato Lukashenko. Il quale ha portato a Putin una mappa sul trasferimento delle forze armate polacche ai confini dello Stato dell'Unione. È’ evidente che Lukashenko e Putin stanno pericolosamente soffiando sul fuoco di un’estensione del conflitto.

26 luglio 2023