Nel comune limitrofo a Napoli, blindatissimo e militarizzato
Contestata Meloni al Parco verde di Caivano
“VOGLIAMO LAVORO”, “VERGOGNATI, FASCISTA!”

Redazione di Napoli
In una Caivano blindatissima con un massiccio dispiegamento delle “forze dell’ordine” agli ordini del ministro dell’Interno Piantedosi si è svolta giovedì 31 agosto nel comune dell’hinterland partenopeo la visita - seguita da una conferenza stampa - della premier Meloni sui fatti di violenza sessuale accaduti nella poverissima e abbandonata frazione quartiere del Parco Verde.
A fare da battistrada all’entourage del governo neofascista - erano presenti tre ministri (Piantedosi, Valditara e Abodi), il sottosegretario Mantovano, il sindaco Vincenzo De Falco (“centro-sinistra”), il prefetto di Napoli Claudio Palomba - è stata la parrocchia di don Maurizio Patriciello, che ha formalizzato l’incontro con un invito diretto all’esecutivo proprio per ricordare lo stupro delle giovanissime cugine di 11 e 12 anni presso l’abbandonato “Centro Delphinia” da parte di alcuni coetanei. Assenti - e silenti - sia il governatore De Luca con cui Meloni si incontrerà in un secondo momento, sia il responsabile dell’area metropolitana, Gaetano Manfredi.
Una visita non gradita dalle masse popolari del Parco Verde e di Caivano che non sembravano affatto sottoscrivere l’invito di don Patriciello e anzi il giorno della conferenza stampa seguiva una forte contestazione a malapena contenuta dalle squadracce di FdI che si erano organizzate per dare un’ulteriore copertura organizzativa alla loro caporiona. Per accogliere Giorgia Meloni a Caivano i dirigenti locali di Fratelli d’Italia hanno allertato i camerati, impensieriti dall’annunciata contestazione che covava sotto le ceneri. Infatti in alcuni screenshot poi divenuti pubblici obiettivo dei fascisti era di accogliere la premier con gli applausi e zittire le contestazioni: “le persone devono sembrare cittadini qualunque che accolgono Giorgia festanti anche per bilanciare eventuali contestatori”.
Ciò non è bastato per attenuare la rabbia o, comunque, intimidire le masse caivanesi che hanno gridato il loro dissenso alla presenza del governo neofascista contestandolo a partire dall’abolizione del reddito di cittadinanza, fino alla richiesta di lavoro (“Vogliamo lavorare”) e l’invito ad andarsene dalla frazione (“Vattene, vergognati! Fascista!”).
La tensione era tale che la conferenza stampa è durata poco più di dieci minuti in cui Meloni annunciava la nuova proposta del governo per il Mezzogiorno contenuta nella cosiddetta “Agenda Sud” dove non vi è uno straccio di politica seria di sviluppo e reindustrializzazione dell’hinterland partenopeo, ma soltanto i soliti pannicelli caldi dei “corsi di formazione finalizzati al lavoro”, di agenzie private che si occuperanno della domanda-offerta di lavoro capitalista con il varo di non meglio chiariti “siti specializzati” per ogni settore, fino al “servizio civile pagato”, chiaramente precario, supersfruttato e temporaneo. Una conferenza stampa, tra l’altro, che non ha previsto domande da parte dei giornalisti, in cui la premier ha parlato genericamente di “totale bonifica del territorio”, recupero del “Centro Delphinia” e la solita cantilena evidenziata presso il “Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza” per cui si deve rafforzare la presenza di fatto delle “forze dell’ordine” e persino dell’apparato giudiziario in senso repressivo, combattendo la dispersione scolastica, ma non toccando mai la questione principale: il lavoro per i giovani caivanesi.
“La visita della presidente del Consiglio a Caivano è un segno importante. Qui la gente spera che in questo modo si possano risolvere i problemi che a livello locale non trovano soluzione. La presenza delle istituzioni nazionali costituisce un motivo di speranza”, ha affermato don Maurizio Patriciello. Diversamente la pensano le masse popolari della zona che sono riuscite a gridare il loro forte dissenso nei confronti del governo neofascista che ad oggi non ha fatto un bel nulla, ad un anno dal suo insediamento, per riqualificare i centri extraurbani e, in particolare, l’hinterland partenopeo.

6 settembre 2023