Nonostante 18 mesi di aggressione imperialista neozarista russa che semina morte e distruzione
Continua la controffensiva ucraina frutto dell’eroica resistenza di governo, esercito e popolo
Kiev ferma nel non cedere al baratto di terre ucraine per la pace. Zelensky: Non capisco perché Lula condivida le narrazioni di Putin. Il nuovo zar liquida fisicamente i suoi oppositori interni facendo fuori Prigozhin e il vertice della Wagner.
Zelensky: “La Russia perderà la guerra. Noi vinceremo perché la verità è dalla nostra parte”
 
Superato il diciottesimo mese dell’aggressione imperialista neozarista della Russia all’Ucraina all’insegna di un trend che si ripete: da una parte l’eroica resistenza sul campo del governo, dell’esercito e del popolo ucraini e relativo sviluppo della controffensiva, barra ferma del presidente Zelensky e di Kiev nel non cedere un millimetro alle pressioni esterne a barattare terre ucraine per la pace o l’adesione al consesso dell’imperialismo occidentale, dall’altro il perpetuare morti e distruzioni da parte russa, con i consueti, quotidiani, criminali bombardamenti sui civili e le strutture civili in Ucraina, mentre all’interno del paese il nuovo zar del Cremlino Putin si dimostra sempre più senza scrupoli, eliminando con metodi gangsteristici i suoi oppositori interni, come dimostra l’uccisione di Prighozin e tutto lo stato maggiore del gruppo di mercenari neonazisti della Wagner che avevano osato andargli contro.
Ma come affermato da Zelensky il 21 agosto a Copenaghen al parlamento danese “Oggi siamo certi che la Russia perderà questa guerra. Ma questa non è l’unica cosa importante. La cosa principale è ciò che dimostriamo con la nostra vittoria, con la nostra cooperazione, con ciò che dimostrate sostenendo l’Ucraina… Sono sicuro che vinceremo perché la verità è dalla nostra parte. Tutto il nostro popolo sta aspettando questo momento”. Aggiungendo il 31 agosto in occasione del 125° anniversario dell’Istituto Politecnico di Kiev che “l’Ucraina ha resistito. E l’Ucraina continua a vivere. L’Ucraina si sta difendendo. L’Ucraina si sta riprendendo ciò che le appartiene. Grazie a questa moderna conoscenza. Grazie al coraggio. Grazie all’unità. Grazie alle armi. Questo è un dato di fatto. Grazie al sostegno del mondo”.

Lo sviluppo della controffensiva di Kiev
In un’intervista al quotidiano britannico “The Observer” del 2 settembre il generale Oleksandr Tarnavskiy, che guida la controffensiva ucraina nella parte meridionale del Paese, ha dichiarato che le sue forze hanno rotto la prima linea difensiva della roccaforte russa nei pressi di Zaporizhzhia, dopo settimane di minuzioso sminamento, e si aspettano guadagni più rapidi mentre premono sulla seconda linea, più debole.
Al 31 agosto l’esercito ucraino stava continuando l’offensiva verso il sud del Paese, ottenendo alcuni successi "in particolare nell'area di Novodanilivka-Novoprokopivka". Lo ha dichiarato su Telegram la viceministra della Difesa Hanna Malyar aggiungendo che le truppe ucraine "stanno consolidando le loro posizioni". "Passo dopo passo, ci stiamo avvicinando alla vittoria". Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "non c'è forza che possa distruggere la nostra libertà e indipendenza". Zelensky ha inoltre voluto ringraziare l'80esima brigata separata d'assalto aviotrasportata "per i risultati ottenuti nei settori di Mykolaiv, Izyum, Kupyansk, Bakhmut e Severodonetsk".
Il giorno prima l'esercito ucraino era avanzato guadagnando terreno in direzione di Melitopol, città occupata dai russi nel sud dell'Ucraina: lo ha sostenuto su Facebook lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev. "Le forze di difesa dell'Ucraina continuano a portare avanti l'operazione offensiva in direzione di Melitopol, a guadagnare un punto d'appoggio sui confini raggiunti e a condurre una lotta di contro-batteria" si leggeva nel messaggio. "Stiamo respingendo il nemico", ha scritto su Telegram il generale Oleksandr Tarnavsky, comandante delle truppe dispiegate nella regione di Zaporizhzhia, che rivendica nuovi successi dei suoi militari a sud. Senza fornire troppi dettagli, il generale ha detto che i soldati ucraini, dopo aver rotto la prima linea di difesa, conquistando il villaggio di Robotyne, stanno adesso attaccando la linea che blocca la strada verso le città occupate di Tokmak e Melitopol. L'obiettivo è di raggiungere il mar d'Azov e isolare le truppe russe.
Dal canto suo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che la conquista di Robotyne apre la strada all'esercito ucraino verso Sud, anche in direzione della Crimea. Il discorso è stato pronunciato alla conferenza degli ambasciatori francesi e pubblicato sul sito del ministero degli Esteri. Il lavoro di un gruppo delle forze armate ucraine "ha permesso a un'intera brigata di attaccare Robotyne e di liberarla dopo settimane di assalti" ha detto Kuleba, aggiungendo che "dopo averne messo in sicurezza i fianchi, ci siamo aperti la strada verso Tokmak e, infine, Melitopol e il confine con la Crimea". Kuleba ha ricordato che "in questo momento le Forze armate dell'Ucraina continuano ad avanzare nella controffensiva" anche se è "estremamente difficile" a causa del "numero di campi minati e di fortificazioni" che "è senza precedenti". "Droni, elicotteri e aerei russi dominano l'aria. Ma gradualmente ci stiamo riuscendo" ha concluso il ministro degli Esteri ucraino.
Al 2 settembre l’esercito di aggressione russo ha visto salire a 264.660 le perdite fra le sue file dal giorno dell'attacco all'Ucraina. Lo ha reso noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe riguarderebbero anche 4.400 carri armati, 8.562 mezzi corazzati, 5.425 sistemi d'artiglieria, 730 lanciarazzi multipli, 499 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso altresì 315 aerei, 316 elicotteri, 7.866 attrezzature automobilistiche, 18 unità navali e 4.383 droni.
Il 3 agosto le forze armate ucraine hanno continuato ad avanzare sui fianchi intorno a Bakhmut, nella regione di Donetsk. Per il portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine Sergey Cherevaty, citato da Rbc Ukraine, "Stiamo parlando di centinaia di metri ogni giorno, di chilometri in una settimana. L'avanzata è graduale, senza attacchi frontali", spiegando che il movimento avviene con manovre precedute da ricognizioni. "Tutto questo serve a preservare il nostro personale, a preservare le nostre forze e i nostri mezzi. Perché non vogliamo ripetere gli errori del nemico. Ci stiamo muovendo in modo coerente ma costante", ha concluso il portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine.
Il 6 agosto il presidente ucraino Zelensky ha chiesto “pazienza” visto il ritmo con cui avanza la controffensiva dell'esercito del suo Paese, sottolineando l'importanza che le truppe di Kiev hanno preso l'iniziativa sul campo di battaglia. “Dobbiamo essere pazienti se vogliamo vincere e lo faremo”, ha detto il capo dello Stato ucraino. “La controffensiva è complicata e potrebbe essere più lenta” del previsto, ha detto Zelensky, interrogato dalla stampa latinoamericana sull'urgenza di recuperare territorio più rapidamente in vista delle elezioni Usa del 2024, che potrebbero portare alla Casa Bianca un'amministrazione meno disposta a continuare a inviare aiuti militari. Zelensky ha comunque evidenziato come “molto positivo” il fatto che l'Ucraina sia passata “all'offensiva” e abbia preso “l'iniziativa” sul campo di battaglia dall'inizio di luglio, quando le truppe di Kiev hanno iniziato la loro campagna per recuperare i territori occupati dalla Russia.
È invece del 12 agosto l’attacco delle forze ucraine a una base logistica russa in Crimea con 17 droni, dove decine di persone sono state uccise o ferite a seguito dell'attacco. Lo scrive Ukrainska Pravda citando i servizi di sicurezza ucraini. Secondo un primo report dei media ucraini sono stati colpiti alloggi, parcheggi e distributori di benzina nella zona di Yevpatoriia. Il ministero degli Esteri russo ha condannato gli attacchi ucraini sullo Stretto di Kerch, in Crimea, avvertendo che "non rimarranno senza risposta". "Tali azioni barbare non possono essere giustificate e non rimarranno senza risposta", fa sapere il ministero, come riportano le agenzie russe.
Le valutazioni affrettate sull’andamento dell’Ucraina in guerra riflettono scarsa comprensione della situazione. Lo ha affermato il 14 agosto Mykhailo Podolyak, consulente del presidente ucraino, spiegando che l’obiettivo principale non è solo la conquista territoriale, ma la distruttiva eliminazione delle capacità nemiche. Le forze ucraine si concentrano sulla logistica, il potenziale tecnico, gli ufficiali e il personale avversario. Secondo Podolyak, questo approccio strategico è un successo al 100%. “Le azioni mirate delle truppe ucraine non solo dimostrano l’efficacia delle operazioni, ma disegnano il percorso verso il futuro dell’Ucraina. Pertanto, le critiche superficiali non riflettono la complessità della guerra e la visione strategica delle forze ucraine, che stanno perseguendo il loro scopo con determinazione e successo.” "La controffensiva è viva procede anche se non è rapida come molti speravano: la Russia ha avuto tempo per rafforzare la sua linea difensiva, ha minato ogni metro quadro e non sto scherzando" ha aggiunto il 21 agosto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, collegandosi alla conferenza di apertura di “Quo Vadis Europa?”. "La decisione da parte di Olanda e Danimarca di donare gli F-16 è un passo veramente importante. La controffensiva proseguirà. Chi crede che sia troppo lenta sta offendendo i nostri soldati che stanno sacrificando la loro vita tutti i giorni".
Botta e risposta tra il New York Times e il Presidente ucraino Zelensky il 23 agosto su come sono schierate le truppe ucraine. Secondo il quotidiano statunitense "troppe forze ucraine, comprese alcune delle sue migliori unità combattenti, sono nei posti sbagliati. L'obiettivo principale della controffensiva dovrebbe essere tagliare le linee di rifornimento russe nell'Ucraina meridionale recidendo il cosiddetto ponte terrestre tra la Russia e la penisola di Crimea occupata. Ma invece di concentrarsi su questo, i comandanti ucraini hanno diviso le truppe e la potenza di fuoco più o meno equamente tra est e sud" scrive il quotidiano statunitense citando funzionari di Washington. I pianificatori americani hanno consigliato all'Ucraina "di concentrarsi sul fronte meridionale dirigendosi verso Melitopol, la massima priorità di Kiev, e di sfondare i campi minati russi e altre difese, anche se gli ucraini perdessero più soldati ed equipaggiamenti nell'attacco. Solo un cambio di tattica e una mossa drammatica potrebbero cambiare il ritmo della controffensiva", ha detto un funzionario americano. Pronta è giunta la risposta di Zelensky, durante una conferenza stampa al vertice internazionale della Piattaforma Crimea, citato da Rbc Ukraine, secondo cui le forze armate ucraine non possono spostare tutte le loro unità sulla linea del fronte meridionale, nonostante quello che chiedono gli analisti, perché sarebbe quello che vuole Mosca e rischierebbe di far perdere a Kiev sia Kharkiv che Dnipro.

Nessuna concessione territoriale in cambio della pace
A ribadire la ferma posizione del governo di Kiev di nessuna concessione territoriale in cambio della pace era stato il 7 agosto il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. “L’unica ‘base per i negoziati’ è quella della Formula di pace del presidente Zelensky. Non possono esserci posizioni di compromesso come ‘cessate il fuoco immediati’ e ‘negoziati qui e ora’ che diano alla Russia il tempo di restare nei territori occupati. Solo il ritiro delle truppe russe al confine del 1991″. Aggiungendo che “Non bisogna farsi illusioni: qualsiasi ‘Minsk-3’ non farà che prolungare la guerra in futuro. È l’abbandono delle illusioni ciò che sta avvenendo oggi in molti Paesi che ieri avevano giudicato male la Russia”.
L'Ucraina dovrà affrontare un autunno difficile perché sono sempre più insistenti le voci sulla necessità che Kiev si sieda al tavolo del negoziato con la Russia e concluda un accordo di pace: parola del ministro degli Esteri Kuleba in un'intervista rilanciata il 12 agosto dal sito web del media ucraino Strana. "Sarà una stagione politica molto difficile, avverto tutti. Vinceremo ancora su tutti i fronti, ma sarà un autunno difficile... Tutte queste voci che cominciano a essere ascoltate in diversi Paesi del mondo riguardano i "problemi", ovvero che i negoziati sono necessari. Queste voci stanno diventando più forti. Faremo tutto nel quadro del diritto internazionale e del diritto penale per garantire che queste voci svaniscano", ha aggiunto Kuleba.
"Scambiare un territorio per un ombrello della Nato? È ridicolo". È quanto ha scritto in un tweet il consigliere presidenziale ucraino Podolyak il 15 agosto commentando le parole del capo di Stato Maggiore della Nato, Stefan Jenssen, secondo cui all'Ucraina potrebbe essere concessa l'adesione all'Alleanza in cambio della cessione di parte del suo territorio alla Russia. "Ciò significa scegliere deliberatamente la sconfitta della democrazia", ha aggiunto Podolyak, "incoraggiare un criminale globale, preservare il regime russo, distruggere il diritto internazionale e trasmettere la guerra ad altre generazioni".
Negoziati e accordi di pace perorati da tempo anche dal presidente brasiliano Lula, che si è ripetutamente offerto di mediare tra Ucraina e Russia. Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato in un’intervista ai media latinoamericani pubblicata il 6 agosto che la posizione del suo collega brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva riguardo alla guerra in corso con la Russia è coerente con la narrativa di Mosca. “Pensavo che avesse una comprensione più ampia del mondo”, ha detto Zelensky, insistendo sulla necessità di invitare Lula a discutere la situazione con lui faccia a faccia. “Lula ha detto che né la Russia né l’Ucraina vogliono la pace mentre la gente continua a morire e queste dichiarazioni non aiutano a portare la pace”, secondo Zelensky, che ha anche sottolineato come il leader russo Vladimir Putin “non sia diverso da qualsiasi colonizzatore che mente e manipola costantemente e uccide i nostri bambini e stupra le nostre donne”. Zelensky ha anche denunciato che la Russia sta estraendo enormi risorse naturali ed economiche dall’Ucraina occupata. “Non capisco perché [il punto di vista di Lula] debba coincidere con le narrazioni di Putin”, ha aggiunto Zelensky da Kiev. “Spero che [Lula] abbia un’opinione propria. Non mi sembra necessario che il suo pensiero coincida con quello del Presidente Putin”, ha proseguito Zelensky.
Il 22 agosto il Segretario del Consiglio di sicurezza e difesa ucraino Oleksi Danilov, riprendendo tematiche espresse in un’intervista a “la Repubblica” del 15 agosto, ha affermato che Kiev "non ha altre opzioni" che non quella militare per liberare la Penisola della Crimea che la Russia ha annesso nel 2014. Non recuperarne il controllo significherebbe, ha aggiunto, "mantenere uno stato di guerra per le prossime generazioni". "La Crimea è parte del nostro territorio e dobbiamo liberarla e così faremo", ha spiegato. Il giorno dopo sul tema è intervenuto anche il presidente turco Erdogan, in un videomessaggio trasmesso durante il terzo Crimea Platform Summit di Kiev. "La Turchia non riconosce l’annessione della Crimea e continua a dire che è stata illegittima. Manteniamo il nostro atteggiamento a favore dell'integrità territoriale dell'Ucraina". "Con la fine della guerra e il ripristino della pace e della stabilità nel bacino del Mar Nero non solo la regione ma il mondo intero tirerà un sospiro di sollievo", ha aggiunto il leader turco.
Il presidente ucraino Zelensky nella stessa occasione ha sostenuto che "l'Ucraina ha una visione chiara di come verrà ripristinata una vita normale, pacifica, equa e democratica in Crimea dopo che avremo smantellato la tirannia russa nella nostra penisola ucraina", promettendo la "fine dell'occupazione della penisola”. "Noi garantiremo lo stato di diritto" e "restituiremo il vero significato all'infrastruttura della Crimea" che è sempre stata collegata "all'Ucraina e al resto del mondo" con porti e strade, mentre la Russia l'ha isolata, ha aggiunto. Lo stesso Zelensky è tornato sul tema il 28 agosto in una lunga intervista alla televisione ucraina dichiarandosi speranzoso che la liberazione della Crimea avvenga attraverso la pressione politica. “Credo che sia possibile spingere politicamente per la smilitarizzazione della Russia sul territorio della Crimea ucraina – ha affermato -. Sarebbe meglio. Qualsiasi combattimento avrebbe comunque delle vittime, ovunque sia. Tutto deve essere calcolato”.
"Il numero di pubblicazioni sui 'possibili esiti della guerra' consente di parlare dell'emergere di un nuovo fenomeno: la 'sindrome di Monaco'’, ha scritto invece su X, ex Twitter, il consigliere presidenziale Podolyak. Tuttavia, ha aggiunto, "qualsiasi modello teorico della finalizzazione della guerra deve basarsi sull'assioma secondo cui l'invasione russa dovrà affrontare una sconfitta completa e incondizionata. Dopo diciotto mesi di guerra, centinaia di migliaia di soldati perduti e centinaia di miliardi di dollari – ha continuato Podolyak - la Russia non dovrebbe solo tornare al punto di partenza, ma spingersi ancora più indietro. Putin alla fine dovrà perdere la sua legittimità all'interno delle élite come leader sano e capace". Questa, conclude il consigliere presidenziale ucraino, "è l'unica cosa che può dare alla Russia una possibilità di modernizzazione del dopoguerra e aprire la strada al formato 'diplomatico' tanto desiderato da molti. Fino ad allora, nessuna 'mano debole'. Solo armi, armi, armi".
Intanto il 28 agosto l’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina ha protestato formalmente per alcune parole pronunciate da papa Francesco sulla “grande Russia”. Bergoglio nei giorni precedenti si era collegato in video con un gruppo di giovani cattolici russi riuniti in una chiesa a San Pietroburgo catechizzandoli all’insegna dell’imperialismo neozarista: “Non dimenticatevi dell'eredità. Voi siete eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro il Grande, Caterina II, quell'impero russo grande, colto, di tanta cultura, di tanta umanità. Non rinnegate mai questa eredità. Voi siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti”. Concetti che secondo l’arcivescovo ucraino, Sviatoslav Shevchuk, “temiamo che siano compresi da alcuni come un incoraggiamento proprio di questo nazionalismo e imperialismo, che è la vera causa della guerra in Ucraina. Guerra che ogni giorno porta la morte e la distruzione del nostro popolo”.

Quotidiani bombardamenti russi con morti e distruzioni civili
Sempre più irritato dal mancato successo della sua invasione neozarista, l’aggressore russo ha continuato imperterrito e criminalmente a portare morti e distruzioni in tutta l’Ucraina. Il 31 luglio 5 morti nell'attacco russo alla città di Kryvyi Rih, tra cui una bambina di dieci anni insieme alla madre, mentre 53 persone sono rimaste ferite. Il giorno dopo nella regione di Kherson, è stato bombardato un ospedale con cui Medici Senza Frontiere (Msf) collabora, causando la morte di un medico del ministero della Salute. La sala operatoria è stata colpita direttamente. Le équipe di Msf hanno lavorato in questo ospedale fornendo attrezzature mediche e supporto alla salute mentale per le persone sfollate in seguito alla criminale distruzione russa della diga di Kakhovka. Msf continua a supportare l'ospedale e "condanna inequivocabilmente questo vergognoso attacco a una struttura medica".
Il 3 agosto almeno due civili ucraini sono stati uccisi e altri due sono rimasti feriti a causa di bombardamenti russi nella regione di Donetsk, in Donbass. Lo scrive l'Ukrainska Pravda , citando il canale Telegram del capo dell'amministrazione militare ucraina della regione parzialmente occupata dai russi. Kyrylenko ha stimato che in totale, i russi hanno ucciso almeno 1.642 civili ne hanno feriti almeno 3.929 nella regione di Donetsk dall'inizio dell'invasione nel febbraio 2022, aggiungendo che questi dati non sono definitivi, "perché non è ancora possibile stabilire il numero esatto delle vittime a Mariupol e Volnovakha". L’8 agosto era il presidente Zelensky a rilevare, nel suo discorso serale, che a Pokrovsk, nell'Oblast di Donetsk, due missili Iskander avevano ucciso in tutto "nove persone mentre 82 sono rimaste ferite, tra cui due bambini: uno di loro è in condizioni critiche". E ha aggiunto: “Questo è un atto deliberato dei terroristi per causare il maggior dolore, il maggior danno. La Russia si assumerà la massima responsabilità per questo, devono esserci sentenze contro i terroristi".
Altri tre morti e nove feriti, tra cui un bambino, il bilancio del bombardamento russo del 9 agosto su Zaporizhzhia. Il giorno dopo due missili russi, lanciati a 40 minuti di intervallo, il secondo mentre erano già arrivati i soccorritori sul luogo del primo attacco: la cronaca quotidiana della guerra in Ucraina restituiva un'ennesima strage di civili, uccisi nelle loro case. Il bersaglio stavolta è stato un'area residenziale di Pokrovsk, cittadina a 40 chilometri dalla prima linea del fronte orientale. Sette morti e oltre ottanta feriti il bilancio delle vittime, dopo tante ore a scavare tra le macerie. Mosca ha di fatto negato il raid sul centro abitato, affermando di aver colpito un "avamposto militare" nemico. Il 13 agosto 7 le vittime del bombardamento russo avvenuto nella regione di Kherson. Il 15 agosto i missili russi lanciati nella notte sull'Ucraina hanno colpito edifici residenziali a Leopoli, e a Lutsk, con morti e feriti. Nella stessa giornata l'Alto commissario Onu per i diritti umani ha reso noto che sono quasi 10mila i civili ucraini uccisi dall'inizio della guerra. Nel rapporto pubblicato si conferma la morte infatti di 9.444 civili, mentre altri 16.940 sono rimasti feriti dal febbraio del 2022. Tra le vittime si contano almeno 500 bambini, aggiunge l'agenzia Onu che riconosce che il bilancio delle vittime del conflitto potrebbe essere ancora più alto perché non vi sono dati aggiornata per molte regioni e città, in particolare quelle che sono state occupate dai russi. Secondo i dati confermati ottenuti dall'Onu, la maggior parte delle vittime, 7.339, sono rimaste uccise nelle regioni ucraine bombardate dai russi e difese dall'esercito ucraino. Mentre, sempre sulla base dei dati raccolti, nelle regioni occupate dai russi risultano 2.105 vittime.
Bombardamenti russi su Chernihiv, città dell'Ucraina settentrionale, il 19 agosto, con 7 morti e oltre 150 feriti. Il missile russo ha colpito la piazza centrale danneggiando un'università e un teatro. La gente stava andando in chiesa per celebrare una festa religiosa quando ha avuto luogo l'attacco. Il 21 agosto altri 3 civili morti e altri 24 feriti in seguito a bombardamenti russi in ben nove regioni: Dnipropetrovsk, Sumy, Lugansk, Mykolaiv, Chernihiv, Kharkiv, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. Nel complesso sono stati colpiti 129 insediamenti e 37 infrastrutture. Almeno sei civili ucraini sono stati uccisi nell'ondata di bombardamenti russi e attacchi con droni del 23 agosto, il 26 le forze russe hanno colpito un bar a Podoly, provocando la morte di due civili, mentre il giorno dopo altri tre morti a Kherson e Kharkiv.
Il numero di bambini colpiti in Ucraina è aumentato di oltre il 7% tra maggio e agosto rispetto ai quattro mesi precedenti, mentre gli attacchi aerei e con i droni sono triplicati, un pericolo continuo senza fine per bambine e bambini dopo 18 mesi di guerra. Questo l'allarme lanciato il 24 agosto da Save the Children, l'Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro. Dal maggio 2023, altri 148 bambini sono stati uccisi o feriti in Ucraina, portando a 1.700 il numero dei minori colpiti dall'escalation della guerra del 24 febbraio 2022, secondo i dati delle Nazioni Unite. Questo dato comprende 545 bambini uccisi, di cui 24 solo quest'estate.

Putin si vendica del tentato golpe uccidendo Prigozhin e azzerando i vertici della Wagner
“Se è vero che Putin ha ucciso Prigozhin - stiamo ancora aspettando conferma di questo - ci sta ulteriormente mostrando la sua debolezza. La promessa di certe garanzie a Prigozhin e poi la sua uccisione significa quanto deboli siano le parole di Putin. E' impossibile andare a negoziare con Putin perché non riesce a mantenere le sue stesse parole e promesse". Lo ha detto il 1° settembre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in collegamento video al Forum The European House-Ambrosetti. "Tutto questo conferma che non possiamo fidarci di Putin e che la sua parola non vale nulla. Aveva paura di Prigozhin e quindi lo ha gestito come abbiamo visto".
Il 23 agosto sull’aereo decollato da Mosca per San Pietroburgo e schiantatosi al suolo dopo un’esplosione vi erano oltre che a Evgenij Prigozhin e al suo braccio destro, il comandante Dmitry Utkin, anche un altro vice del gruppo mercenario neonazista Wagner Valery Chekalov, ex uomo d'affari, associato alle strutture commerciali di Prigozhin e presunto responsabile del servizio di sicurezza della milizia. Tra i passeggeri anche altri membri del Gruppo Wagner: Evgenij Makaryan, Aleksandr Totmin,che avrebbe combattuto in Sudan, Serghei Propustin, lanciatore di granate, e Nikolai Matuseyev.
"Non sono coincidenze", né il giorno, né il luogo in cui è precipitato l'aereo di proprietà del leader e fondatore della Wagner Prigozhin ha riferito una fonte del governo russo citata a condizione di anonimato dal Moscow Times. "Non lontano dalla residenza del presidente a Valdai, ci sono a guardia del cielo quattro divisioni di S-300 PMU1", i sistemi di difesa missilistica, ha detto la fonte. "Il 23 giugno una marcia su Mosca. E il 23 agosto due missili. I conti tornano", ha aggiunto. Prigozhin si credeva "indistruttibile", aveva deciso "di essere immortale". Un'errata percezione di se stesso che potrebbe essergli costata fatale, rendendolo incauto. Lo affermano anche ex subordinati dello stesso golpista del gruppo Wagner sentiti da Meduza. Dopo la tentata ribellione contro Mosca, nel giugno scorso, Prigozhin e altri comandanti della Wagner vennero convocati al Cremlino - ricorda una delle fonti sentite da Meduza -, in quella occasione Vladimir Putin “urlò contro di loro per tre ore. Gridò apertamente, ma poi non gli ha fatto nulla. Forse Prigozhin avrà pensato: 'Non ci ha ucciso subito, quindi non lo farà mai'". Parole che sembrano alludere a una responsabilità del Cremlino nello schianto aereo costato la vita a Prigozhin. "Tutti ce lo aspettavamo", dice un veterano della Wagner, "bisognava capire quando". Con la marcia verso Mosca, continua, Prigozhin "ha firmato la sua condanna".
Il presidente della Federazione Russa Putin molto probabilmente ha ordinato al comando militare di Mosca di abbattere l'aereo del capo della Wagner. Lo afferma anche un rapporto dell'American Institute for the Study of War citato dai media ucraini. Secondo gli analisti, i rappresentanti delle forze armate russe, in particolare il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore, generale dell'esercito Valery Gerasimov per vendicare l’umiliazione dopo l’ammutinamento dei mercenari del 24 giugno, difficilmente avrebbero giustiziato Prigozhin senza l'ordine di Putin. "L'intera sfera politica e di sicurezza russa probabilmente ha considerato la sopravvivenza di Prigozhin dopo la rivolta di Wagner come una decisione di Putin", ha osservato Isw. Secondo gli analisti, il ministero della Difesa russo e il Cremlino hanno distrutto la Wagner e indebolito il potere di Prigozhin dopo l'ammutinamento - e l'assassinio dei vertici di Wagner è stato probabilmente il passo finale verso l'eliminazione della brigata come organizzazione indipendente.

6 settembre 2023