Rapporto Ecomafie 2023 di Legambiente
La Campania e Napoli ai vertici per i reati contro l'ambiente
Gravissime responsabilità delle giunte antipopolari De Luca e Manfredi
Redazione di Napoli
È impietoso il rapporto Ecomafia 2023, realizzato da Legambiente - edito da Edizioni Ambiente, media partner Nuova Ecologia, reso noto lo scorso 7 luglio - in ordine ai reati ambientali che si commettono in Campania e soprattutto nella provincia di Napoli, in un quadro nazionale altrettanto preoccupante con Roma a fare da capofila all’inquinamento e al disastro del territorio. Le cifre inchiodano alle loro responsabilità politiche le giunte antipopolari comunale e regionale Manfredi e De Luca e i rispettivi assessori all’ambiente Vincenzo Santagada (con delega “alla salute e al verde”) e Fulvio Bonavitacola.
Il rapporto viene aggiornato ogni anno dal 1994 con numeri sempre più impressionanti per l’ambiente con violazioni frequenti del codice penale, nonostante la “riforma” del 2015 dovesse essere la panacea. Tutt’altro. Basti pensare che in Italia proprio i delitti contro l’ambiente restano sopra la soglia dei 30.000, esattamente sono 30.686, in lieve crescita rispetto al 2021 (+0,3%), alla media di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora. La legislazione ambientale continua a prevedere il compendio degli illeciti amministrativi che toccano quota 67.030 (con un incremento sul 2021 del +13,1%), facendo raggiungere le violazioni delle norme poste a tutela dell’ambiente a quasi quota 100.000 (97.716 quelle contestate, alla media di 268 al giorno, 11 ogni ora), secondo Legambiente.
Sul fronte del cosiddetto “movimento terra”, si registra il sempre più grave fenomeno del ciclo illegale del cemento, reati contro la fauna e ciclo dei rifiuti che rappresentano le tre principali filiere su cui nel 2022 si è registrato il maggior numero di illeciti. A farla da padrone quelli relativi al cemento illegale che si verifica nell’abusivismo edilizio e negli appalti in particolar modo, che ammontano a 12.216, 39,8% del totale, con una crescita del 28,7% rispetto al 2021. Crescono del 26,5% le persone denunciate (ben 12.430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare, che sono state 65, addirittura del 298,5% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni di euro. Viene stimato in crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro, anche il business dell’abusivismo edilizio, cui si accompagnano i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali (+4,3% rispetto al 2021) e 5.486 persone denunciate (+7,6%). Scende sensibilmente il ciclo illegale dei rifiuti con una riduzione sia del numero di illeciti penali, 5.606, (-33,8%), sia delle persone denunciate (6.087, -41%), ma aumentano le inchieste in cui viene contestata l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (268 contro le 151 del 2021). Crescono anche gli illeciti amministrativi (10.591, +21,4%) e in misura leggermente minore le sanzioni, che sono state 10.358, +16,2%; i reati legati a roghi dolosi, colposi e generici si attestano a 5.207, mentre le persone denunciate sono aumentate (768, +16,7%) e anche i sequestri (122, +14%). Nel settore agroalimentare gli accertamenti hanno portato ad ulteriori 41.305 reati e illeciti amministrativi, mentre sul fronte “archeomafia”, contati 404 furti d’arte nel 2022.
Gravissimo è il crescente fenomeno della corruzione ambientale che ha visto nell’ultimo anno decine di inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale: il numero e il peso dei comuni sciolti per camorra fa il pari con un fatturato illegale delle diverse “filiere” analizzate nel Rapporto resta stabile a 8,8 miliardi di euro.
La Campania e Napoli sono al vertice di tutte le classifiche per reati ambientali, che vanno dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti. Nel 2022 i reati contro l’ambiente fanno raggiungere il primo posto la Campania con 4.020 violazioni al codice penale (13,1% del totale nazionale), alla media di 11 reati al giorno, seguita da Puglia, Sicilia e Lazio. Crescono anche gli illeciti amministrativi che toccano quota 8.567 (incremento del 58%), con violazioni totali delle norme poste a tutela dell’ambiente che superano quota 12.000 (12.587 quelle contestate), collocando la provincia di Napoli al secondo posto subito dopo Roma.
Secondo il rapporto Ecomafie 2023, la Campania con 1.259 reati (22,5% del totale nazionale) è al primo posto della classifica regionale, seguita dalla Puglia (560 reati,10% del totale) ma sono da segnalare il terzo posto del Lazio (543 reati, 9,7%) e il quarto della Lombardia (362 reati, 6,5%) che superano Calabria e Sicilia. Inoltre la Campania raggiunge il triste primato circa le persone denunciate (3.358), mentre sono 12 gli arrestati e 995 i sequestri, 6.619 sanzioni amministrative, con l’hinterland partenopeo con il primato di 4.762 illeciti amministrativi accertati (la Campania è seconda con 8.567, dopo la Sardegna con ben 11.056 violazioni), 1.176 persone denunciate, una persona arrestata e 532 sequestri. Segue Avellino con 656 illeciti ambientali, 511 persone denunciate e 54 sequestri, mentre in provincia di Salerno sono stati 683 i reati con 569 persone denunciate, 3 persone arrestate e 155 sequestri; a Caserta sono 414 reati, 341 le persone denunciate, 2 gli arresti e 156 i sequestri e a Benevento 126 i reati, 72 le persone denunciate, 6 quelle arrestate e 59 i sequestri effettuati. Nel 2022 il settore agroalimentare ha visto ulteriori violazioni: 225 delitti contro l’ambiente, denuncia di 276 persone e 45 arresti, con 108 beni sottoposti a sequestro per un valore complessivo di oltre 112 milioni di euro.
“Il quadro che emerge dal Rapporto Ecomafia 2022 - commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - dovrebbe sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Mai come in questo momento storico si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi”. Non è mancata la critica di Legambiente al governo neofascista Meloni, con richiesta di “approvare quanto prima le riforme necessarie per rafforzare le attività di prevenzione e di controllo. No alla deregulation sugli appalti pubblici, sì all’introduzione nel Codice penale dei delitti contro le agromafie e la fauna e ai decreti attuativi della legge sulle agenzie ambientali”.

20 settembre 2023