Impressioni di partecipanti alla Commemorazione di Mao
 

Gli insegnamenti di Mao sono la stella polare per la conquista del potere politico da parte del proletariato
Come accade ormai da diversi anni ho partecipato convintamente e con spirito militante, insieme ai compagni della Cellula “F. Engels” della Valdisieve del PMLI, alla Commemorazione del grande Maestro del proletariato Mao.
Un gigante proletario rivoluzionario che con la sua opera ha arricchito e sviluppato il pensiero marxista-leninista attraverso la teoria e la pratica della continuazione della lotta di classe durante il socialismo e la seguente Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, per combattere il revisionismo moderno di destra e di sinistra ed estirpare l’esistenza della borghesia durante il socialismo e la nefasta opera della restaurazione del capitalismo, per difendere e consolidare il socialismo e il potere politico del proletariato.
“Gli insegnamenti Di Mao sul ruolo del proletariato nella rivoluzione e nel socialismo“, tema approfondito attraverso un importante, dettagliato e facilmente comprensibile discorso del compagno Andrea Cammilli a nome del Comitato centrale, che ha esortato il proletariato a lottare per la conquista del potere politico, sulla base degli insegnamenti di Mao.
Il proletariato dovrà farsi carico di combattere contro la borghesia, i revisionisti, i riformisti, i trotzkisti, gli operaisti, gli anarco-sindacalisti, gli avventuristi, e tutti coloro che coscientemente o incoscientemente, volutamente o no, hanno permesso in modo disonesto che si perpetrassero le ingiustizie sociali del capitalismo, che hanno consentito gradualmente di far ritornare in sella e al potere la borghesia imperialista nei Paesi socialisti, da Krusciov in poi in Russia, nella Cina da Deng in poi. Il risultato di questa nefasta opera è che la Russia e la Cina odierne non hanno più niente a che vedere con Paesi socialisti; non c'è traccia di produzione collettivizzata e di economia pianificata con il proletariato al potere.
Cammilli ci rammenta che grazie alle condizioni create dal revisionismo oggi il proletariato agisce come classe in sé lottando sul piano riformista e non come classe per sé che mira alla conquista del potere politico e ad un nuovo mondo socialista. Su questo punto nodale, va evidenziato che il PMLI, fin dalla sua nascita, ha sempre lavorato senza stancarsi per combattere l’influenza dei revisionisti e dei riformisti sul proletariato.
Il compagno Segretario generale del PMLI Giovanni Scuderi, che va ritenuto senza dubbi di sorta come un Maestro del proletariato ed esemplare continuatore degli insegnamenti di Mao, anche quest’anno ha presieduto in maniera impeccabile la Commemorazione, salutando con un fraterno abbraccio tutti i compagni presenti.
Nell’editoriale per il 46° anniversario della fondazione del PMLI dal Titolo “La questione del potere politico“, con riferimento al proletariato italiano, ci ha chiarito ulteriormente quali siano il ruolo e i compiti del proletariato oggi. Il compagno Scuderi, scrive infatti nell’editoriale: “Il proletariato, sia perché produce tutta la ricchezza del Paese, sia perché è l'unica classe che può sradicare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e le cause economiche che generano le classi e tutti i problemi delle masse, sia perché numericamente è di gran lunga maggiore rispetto alla borghesia, ha il diritto di avere il potere politico. Un diritto che deve rivendicare con forza e determinazione e imporlo con la rivoluzione socialista, quando matureranno le condizioni, perché non gli è riconosciuto dalla Costituzione e perché non è possibile ottenerlo per via parlamentare. Attualmente il proletariato si batte per il lavoro, il salario, la parità salariale, l'orario e la settimana di lavoro, la pensione, la sanità, l'istruzione, il fisco, le bollette, l'ambiente, il clima e su tanti altri fronti di lotta, tra i quali l'antifascismo, ma su un piano riformista, elettorale e costituzionale, senza mettere in discussione il potere della borghesia e il suo sistema economico capitalista. Eppure nell'Ottocento, sotto l'influenza di Marx ed Engels, il proletariato ne aveva coscienza. E con maggior profondità e concretezza nel Novecento sotto l'influenza di Lenin, separandosi dai riformisti e fondando il Partito comunista d'Italia. Senonché la borghesia, prima attraverso la direzione dogmatica, settaria e astensionista di principio di Bordiga, e poi con la direzione revisionista di destra di Gramsci, Togliatti e dei loro successori fino a Occhetto, gradualmente è riuscita a cancellare nella testa e nei piani del proletariato l'obiettivo della conquista del potere politico.
È giunto però il momento che il proletariato rifletta sul suo futuro, che si appropri della sua cultura, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo, del riformismo e della socialdemocrazia, che prenda coscienza di essere una classe per sé, non solo in sé, il cui compito fondamentale è cacciare dal potere la borghesia con la forza e prenderne il posto come classe dominante, cambiando radicalmente la società, nella struttura e nella sovrastruttura. Le operaie e gli operai anticapitalisti coscienti e informati prendano in carico senza indugio questa questione e la pongano all'interno dei luoghi di lavoro, dei loro sindacati, partiti e movimenti. E i partiti con la bandiera rossa aprano una grande discussione pubblica e privata per elaborare un progetto comune sul socialismo con il proletariato al potere.”
Il compagno Cammilli al termine del suo prezioso intervento ha ribadito che per la conquista del potere politico la lotta di classe non deve arrestarsi, quello che occorre strategicamente è cambiare il sistema economico, lo Stato e la classe dominante, abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le classi, le disuguaglianze sociali e di sesso, le disparità territoriali e tra città e campagna, dare il potere al proletariato. Questo si chiama socialismo. Per instaurare il socialismo bisogna abbattere il capitalismo e questo non cade da solo né tanto meno lo si fa cadere con una croce sulla scheda elettorale. Lo si abbatte con la lotta di classe, con la rivoluzione proletaria, e dando tutta la propria forza intellettuale, morale e fisica al Partito del proletariato, ossia al PMLI.
Inoltre invita tutti gli anticapitalisti, i rivoluzionari e le rivoluzionarie, le figlie e i figli migliori, più avanzati e più combattivi del proletariato, militanti e simpatizzanti del partito a riflettere su un’importante citazione del maestro Mao, che vale la pena ripetere: “Nell’epoca presente dello sviluppo della società la storia ha posto sulle spalle del proletariato e del suo partito la responsabilità della giusta conoscenza e della trasformazione del mondo… La lotta del proletariato e dei popoli rivoluzionari per la trasformazione del mondo comporta la realizzazione dei seguenti compiti: trasformazione del mondo oggettivo e nello stesso tempo, trasformazione del proprio mondo soggettivo - trasformazione delle proprie capacità conoscitive e trasformazione dei rapporti esistenti tra il mondo soggettivo e il mondo oggettivo... il mondo oggettivo che deve essere trasformato include anche tutti gli avversari della trasformazione, essi dovranno passare per la fase della trasformazione forzata prima di poter entrare in quella della trasformazione cosciente. L’epoca del comunismo mondiale sarà raggiunto quando l’umanità intera arriverà alla cosciente trasformazione di se stessa e del mondo” .
La mia impressione è che si tratti del nocciolo della questione per i sinceri fautori del socialismo, stella polare per la questione e la conquista del potere politico da parte del proletariato. Distruggere il vecchio mondo e crearne uno nuovo!
Anche quest’anno dopo aver partecipato alla Commemorazione mi sono sentito ulteriormente arricchito ideologicamente, e anche incentivato sul processo della mia trasformazione soggettiva da migliorare quotidianamente nel mondo del lavoro e di vita, sul pensiero marxista-leninista e sull’evoluzione che il pensiero di Mao gli ha apportato, riguardo a qualunque argomento venga trattato, ed è sempre un piacere poterlo fare insieme ai militanti e simpatizzanti del PMLi che ti fanno sentire come in una grande unita famiglia.
Viva Mao!
Viva il PMLI!
Viva il proletariato!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!
Massimo, simpatizzante della Valdisieve (Firenze) del PMLI

 

Cammilli e il PMLI hanno restituito dignità politica alla classe operaia
Quest'anno il tema della Commemorazione era l'insegnamento di Mao circa il ruolo del proletariato - ossia della classe operaia - nella rivoluzione e nel socialismo, e nella realtà politica e sociale attuale dove il movimento dei lavoratori è stato, per citare una felice espressione del compagno Scuderi, “risospinto in una situazione pre marxista” mettere al centro di tutta la nostra azione politica la classe operaia è di per sé un'azione rivoluzionaria, un gesto eversivo di rottura nei confronti di un pensiero politico borghese dominante secondo cui in Italia la classe operaia non esisterebbe addirittura più, come ha bene evidenziato lo stesso compagno Andrea Cammilli, oratore di quest'anno, menzionando studiosi di fama quali Damiano, Perulli, Vettoretto e De Masi (si veda Il Bolscevico n. 32/2023) che hanno sostenuto o tuttora sostengono questa ridicola tesi.
Per dimostrare che la classe operaia esiste in senso sociologico e anche giuridico basta leggere i contratti di lavoro di lavoratori dipendenti quali baristi, cuochi, autisti, tecnici manutentori, magazzinieri, braccianti agricoli, operatori ecologici, facchini, personale marittimo e ferroviario, dove l'inquadramento è quello di “operaio”: tutta la nostra società è letteralmente circondata da operai.
Il compagno Cammilli, interprete del pensiero di Mao, non solo ha dimostrato che ovviamente la classe operaia esiste ma ha anche evidenziato, sulla base dell'insegnamento di Mao e dell'esegesi che il compagno Scuderi ha dato alle sue opere, che essa ha un ruolo sociale rivoluzionario “sia perché produce tutta la ricchezza del Paese, sia perché è l’unica classe che può sradicare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le cause economiche che generano le classi e tutti i problemi delle masse, sia perché numericamente è di gran lunga maggiore rispetto alla borghesia” (si veda Il Bolscevico n. 32/2023).
E tutto il discorso del compagno Cammilli sul ruolo della classe operaia - contrariamente agli sproloqui antiscientifici di Damiano, Perulli, Vettoretto e De Masi che non hanno mai in vita loro messo piede in una fabbrica - ha acquistato un’autorevolezza scientifica in quanto egli stesso, lungi dall'essere un parolaio, è un operaio chimico fortemente impegnato anche nel sindacato, e sa bene di che cosa sta discutendo.
Il tema trattato ha contribuito certamente a diffondere il prestigio del nostro Partito nel mondo intero, come dimostrano i messaggi di saluto giunti quest'anno, oltre che dall'Italia, dai quattro angoli del mondo, ossia dalle Americhe, dall'Europa e dall'Asia.
Infine, bisogna sottolineare che Cammilli, oratore a nome del CC, lo scorso 2 febbraio ha subìto un gravissimo lutto con la perdita della sua compagna di vita e di lotta, nonché nostra compagna politica, Lucia Guida: considerando l'elaborazione delle idee, la ricerca del materiale da citare, la stesura del discorso, le prove dello stesso e infine la lettura del documento il 10 settembre scorso - e lo dico a ragion veduta in quanto sono io stesso oratore - è evidente che il nostro compagno Andrea si è messo al lavoro pochi mesi dopo la scomparsa della nostra mai dimenticata Lucia, e questo dimostra quale tempra inossidabile del carattere e quale eccellenza umana - qualità che, se messe al servizio della politica, diventano qualità politiche - il nostro Partito marxista-leninista italiano riesce a dare ai militanti.
Caro Andrea, per questa tua testimonianza politica, intellettuale e umana io ti abbraccio fraternamente!
Viva la classe operaia!
Viva i Maestri del socialismo scientifico e il PMLI che ne custodisce e diffonde il pensiero!
Lavoratori di tutti i Paesi, unitevi!
Giorg - Roma

Un vero capolavoro soprattutto per le nuove generazioni che odiano il capitalismo
Su Il Bolscevico n. 32 viene riportato il discorso di Andrea Cammilli riguardante la Commemorazione di Mao a nome del Comitato centrale del PMLI, un vero capolavoro, da veri eredi di Mao e non ci sono parole per dire quanto è importante soprattutto per le nuove generazioni che odiano il capitalismo.
In questo documento, come del resto sin dagli inizi dell’OCBI-ml poi PMLI, viene attaccato a fondo il capitalismo e viene indicata la strada giusta per abbatterlo con il ruolo centrale del proletariato e questo è il lavoro più importante che il PMLI ha fatto nella sua storia perché rappresenta la madre di tutte le battaglie.
Infatti, è giusto lottare contro gli effetti ma se non si cancellano le cause il capitlismo li rigenera continuamente quindi solo il socialismo autentico, come insegnano i Maestri, può salvare l’Italia e il mondo dalle catastrofi che ci sono e dalle altre che si delineano all’orizzonte.
Luciano - Scandicci (Firenze)

27 settembre 2023