Alla 78ª Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York la premier neofascista Meloni dichiara guerra ai migranti
L’Onu condanna l’aggressione russa all’Ucraina
Zelensky chiede una riforma dell’ONU, senza diritti di veto: "L'umanità non ha più speranza nelle Nazioni Unite quando si parla di ricerca della pace e della difesa dei confini nazionali”

 
La 78° Assemblea generale delle Nazioni Unite andata in scena a New York dal 19 al 23 settembre ha affrontato i temi del dossier mediorientale perorato dagli USA e le priorità dei Paesi in via di sviluppo, rappresentate dai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, l’immigrazione, tema al centro dell’attivismo dell’imperialismo italiano rappresentato dalla premier Meloni, cambiamento climatico e diritti umani. Sui quali tanto l’imperialismo dell’Ovest che quello dell’Est si sono espressi con le solite lacrime di coccodrillo e futili constatazioni che non possono che far adirare il Sud del mondo vera e unica vittima delle loro politiche repressive, affamatrici e di lacrime e sangue.
Per la premier italiana occorre una “Guerra globale ai trafficanti” di immigrati e difesa dei confini nazionali. Questo il compito che si devono dare le Nazioni Unite. “Dobbiamo respingere il racconto utopico e interessato di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe anche un mondo senza conflitti”. Il discorso del debutto della presidente del Consiglio italiana all’ONU è attraversato da toni, parole e contenuti della dottrina sciovinista, imperialista e nazionalista tipica della destra fascista, declinata sugli scenari dell'instabilità globale. Il cuore è l'immigrazione, l'Africa, a cui – spiega Meloni - è rivolta “particolarmente l'attenzione dell'Italia”.
Bisogna guardare all'Africa, dice la premier, alla striscia del Sahel, dove una catena di colpi di Stato ha infiammato l'area, dove “già provate dai lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all'instabilità, e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo”.
Di fatto la guerra in Ucraina è stata il tema centrale dell’Assemblea generale. La stragrande maggioranza dei leader mondiali ha condannato l’invasione russa e chiesto un cessate il fuoco. L’Assemblea generale ha espressamente condannato l’aggressione russa e chiesto il ritiro immediato delle sue forze dall’Ucraina. Il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina del 20 settembre ha ribadito che nell’invasione russa dell’Ucraina "Sono state documentate prove di diffuse e scioccanti violazioni dei diritti umani, comprese violenze sessuali legate al conflitto, detenzioni arbitrarie, esecuzioni sommarie, e il trasferimento forzato di civili ucraini, compresi i bambini, nel territorio sotto il controllo russo o in Russia". "Questi documenti sono vitali per chiedere conto della responsabilità, fondamentale per tutte le violazioni dei diritti umani", ha aggiunto. “L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite" e sempre per Guterres le azioni della Russia in Ucraina stanno "aggravando le tensioni e le divisioni geopolitiche, aumentando la minaccia nucleare e creando profonde spaccature nei nostri mondi sempre più multipolari. Esorto tutti i Paesi a fare la loro parte per prevenire un'ulteriore escalation e gettare le basi per una pace sostenibile". “Siamo pienamente impegnati a favore della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale", ha ribadito infine il segretario generale delle Nazioni Unite.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rappresentato l’eroica Resistenza del governo e popolo ucraini con due potenti, puntuali e incisivi interventi. Il primo del 19 settembre all’Assemblea generale per cui la Russia spinge il mondo alla guerra finale. "Oggi più che mai l'umanità deve agire in piena solidarietà per salvare vite umane. Così come le armi nucleari vengono controllate, lo stesso vale per l'aggressore e tutti i suoi strumenti e metodi di guerra: ogni guerra adesso può diventare definitiva, ma ci vuole la nostra unità per garantire che l'aggressione non si ripeta". "Ogni decennio la Russia inizia una nuova guerra: parti della Moldavia e della Georgia rimangono occupate. La Russia ha ridotto la Siria in rovina. E se non fosse stata la Russia, lì le armi chimiche non sarebbero mai state usate. La Russia ha quasi inghiottito la Bielorussia, minaccia il Kazakistan e gli Stati baltici”. Il presidente ucraino ha altresì accusato Mosca di usare cibo ed energia nucleare come arma. "Molte volte il mondo ha visto la Russia usare l'energia come arma. Ora la minaccia è ancora più grande: La Russia sta utilizzando l'energia nucleare come arma. Guardate cosa ha fatto alla nostra centrale nucleare di Zaporizhzhia: l'ha bombardata, occupata e ora ricatta gli altri con le fughe di radiazioni". Il presidente ucraino ha aggiunto che Mosca sta armando molte cose non solo contro l'Ucraina, ma anche contro altri Paesi, a cominciare dalla carenza di cibo, tutto in cambio del riconoscimento dei suoi territori catturati in Ucraina. "La Russia sta utilizzando i prezzi dei prodotti alimentari come armi e l'impatto si estende dalla costa atlantica dell'Africa al sud-est asiatico”. Infine facendo riferimento alla sua Formula di pace, presentata per la prima volta nel suo discorso in videoconferenza all'Assemblea dello scorso anno, Zelensky ha ribadito che "Stiamo lavorando ad un vertice di pace globale". "La formula di pace ucraina sta diventando globale - ha detto ancora riferendosi al fatto che ha ottenuto il sostegno di oltre 140 stati ed entità - ha l'obiettivo di offrire soluzioni e passi che risolveranno tutte le forme di aggressione usate dalla Russia contro l'Ucraina ed altri Paesi".
L’altro discorso il giorno seguente incentrato sul fatto che la presenza della Russia al Consiglio di Sicurezza è "illegittima", e "il potere di veto in mano all'aggressore è quello che ha spinto l'Onu in questa situazione di stallo". Parlando al summit del Consiglio di sicurezza sull'Ucraina, Zelensky ha sottolineato che "in caso di atrocità di massa il potere di veto dovrebbe essere sospeso e l'Assemblea Generale Onu dovrebbe avere il potere di superare il veto". "Penso che l'Onu possa fare di più per la sicurezza e la pace nel mondo. Sono certo che la Carta Onu possa funzionare per la sicurezza globale ma la discussione sulla riforma delle Nazioni Unite deve essere subito trasformata in un processo. Tutti i paesi hanno riconosciuto l'aggressione russa come una violazione della Carta Onu, ma ciò non ha cambiato nulla per la Russia all'Onu.", ha aggiunto, "Non non si tratta solo della rappresentanza al Consiglio di Sicurezza ma anche dell'uso del potere di veto. La maggior parte del mondo riconosce che le azioni della Russia in Ucraina sono criminali e immotivate e mirano a impossessarsi del territorio e delle risorse ucraine. La Russia dovrebbe ritirarsi da tutta l’Ucraina e la Crimea”, ha aggiunto il presidente ucraino. "L'umanità – ha continuato Zelensky - non ha più speranza nelle Nazioni Unite quando si parla di ricerca della pace e della difesa dei confini nazionali”. Secondo il leader di Kiev “è importante affrontare le problematiche senza retorica” ma anche "senza trovare compromessi con gli uccisori" perché “le vite dovrebbero essere difese senza compromessi".
Positivi i commenti ucraini sul dibattito al palazzo di vetro newyorkese. "Nonostante la differenza di visione sugli approcci il mondo è unito sulle cose fondamentali: la Russia deve perdere, il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina è fondamentale per tornare a un rispetto del diritto internazionale". Così su X, ex Twitter, il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, secondo il quale è ancora più importante che "i Paesi neutrali che oggi approfittano della situazione disperata della grande stazione di servizio dei propri interessi si rendano conto che la Russia non può essere un partner strategico". Mosca, ha concluso Podolyak, "perderà questa guerra". Di diverso avviso i neozaristi russi. “Gli Usa e i suoi alleati hanno interferito nelle vicende ucraine sin dalla caduta dell'Urss per indurre politiche filo occidentali a Kiev”: è l'accusa lanciata dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lavrov ha detto che è colpa dell'Occidente l'aumentato rischio di conflitto globale e ha difeso come "Uno strumento legittimo" il potere di veto della Federazione russa dopo le critiche di Zelensky durante la riunione sulla crisi ucraina. "Il ricorso al veto è uno strumento assolutamente legittimo previsto dalla Carta".
Il 21 settembre i presidenti di Ucraina e Brasile, Zelensky e Lula, si sono incontrati a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dopo che il presidente ucraino aveva rifiutato di incontrare Lula lo scorso maggio a margine del G7 di Hiroshima, perché lo considerava vicino alle posizione russe. È stato un "incontro importante" per Zelensky. "Abbiamo dato istruzioni al nostro staff diplomatico affinché lavori ai prossimi passi nelle relazioni bilaterali e per gli sforzi per la pace - ha scritto sul social X - Il rappresentante del Brasile continuerà a partecipare alle riunioni sulla Formula di pace". E sempre tramite X, Lula, ha fatto sapere del colloquio incentrato "sull'importanza delle strade per realizzare la pace e mantenere sempre un dialogo aperto tra i due Paesi". Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha riferito di una "riunione molto schietta. Credo che ora i due presidenti capiscano meglio la posizione dell'altro".
Molto chiaro nel suo intervento è stato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: "Su questa scena del crimine abbiamo anche la vittima: L'Ucraina e tutti gli ucraini. Combattono una battaglia che non hanno iniziato. Difendono il proprio Paese da una guerra che non volevano. E proteggono i propri figli dalle sofferenze che nessuno merita. E per salvarli da un altro orrore di questa guerra: il loro rapimento forzato in Russia". "La cosiddetta 'adozione'. In realtà, deportazione di bambini. Chiedo a tutti voi, compreso il rappresentante russo: potreste sopportare che vostro figlio venga rapito e deportato? E costretto a dimenticare la vostra famiglia, la vostra lingua, la vostra terra. La cosiddetta ‘rieducazione’. Di fatto, un tentativo di genocidio culturale. Difendendo i propri figli, gli ucraini difendono ciò che è più prezioso. Le loro famiglie. Il loro futuro. La loro libertà”.

27 settembre 2023