Sindaco “sospeso” di Reggio Calabria
Falcomatà (PD) di nuovo a giudizio per abuso d’ufficio

Dal corrispondente della provincia di Reggio Calabria e della Calabria
Continuano i guai giudiziari per il sindaco “sospeso” di Reggio Calabria, il piddino Giuseppe Falcomatà, già condannato a un anno di reclusione per avere dato in gestione senza regolare bando di concorso il Grand Hotel Miramare all’imprenditore amico Paolo Zagarella.
Il 14 novembre prossimo Falcomatà si presenterà davanti al tribunale collegiale della città dello Stretto per rispondere di una nuova accusa di abuso d’ufficio riguardante la mancata costituzione di parte civile del Comune nel processo “Miramare”. La decisione del rinvio a giudizio è stata presa dal gup Claudio Treglia dopo l’esposto alla procura delle Repubblica di “Reggio Futura”, movimento politico di destra nato ai tempi dell’ex sindaco Scopelliti e presieduto dall’avvocato Italo Palamara, che vorrebbe affossare definitivamente Falcomatà per dare campo libero al “centro-destra” alle elezioni amministrative del 2025.
Nel frattempo per il sindaco “sospeso” si apre l’ultimo grado di giudizio del processo Miramare. Il 25 ottobre la Corte di Cassazione potrebbe dichiarare la prescrizione del reato di abuso d’ufficio. Poiché la famosa delibera contestata è del 16 luglio 2015, in linea teorica la prescrizione dovrebbe arrivare entro un termine massimo o comunque non superiore a sette anni e mezzo, quindi entro il 16 gennaio 2023.
Occorre precisare che la prescrizione non è automatica e non decorre dopo il deposito del ricorso in Corte di Cassazione che dev’essere ritenuto comunque fondato. Ma è proprio quello che spera l’imbroglione Falcomatà che senza la legge Severino siederebbe ancora a Palazzo San Giorgio insieme ai suoi fidati scagnozzi “democratici”.
È scandaloso che dopo due sentenze di condanna il sindaco “sospeso” di Reggio Calabria possa ritornare di nuovo in pista dopo anni di vergognosa amministrazione visto che non è riuscito a risolvere nemmeno uno dei tanti problemi che affliggono il martoriato popolo reggino, come la disoccupazione, l’abbandono scolastico e gli alloggi, giusto per citarne alcuni. Per non parlare poi degli scandali elettorali, come non ricordare che alle ultime elezioni comunali, pur di raccattare voti, hanno fatto votare anche i morti!
E così mentre l’attuale sindaco facente funzioni di Italia Viva Paolo Brunetti giustifica il suo immobilismo dichiarando “che non è semplice amministrare una comunità così vasta, variegata, impelagata in un intreccio di contraddizioni e appesantita da un fardello stracolmo di preconcetti, sovrastrutture e cliché che fanno di tutta un’erba un fascio, sempre e comunque sporco, brutto e cattivo”, le periferie della città versano nel degrado, nell’immondizia e nella fogna.
D’altronde se a Reggio Calabria l’astensionismo continua ad essere primo “partito” ci sarà sicuramente più di un motivo. È altresì evidente che l’astensionismo spontaneo non può bastare finché il potere politico resterà nelle mani della classe dominante borghese. Il vero cambiamento potrà attuarsi solo col socialismo e col potere politico del proletariato.

11 ottobre 2023