Sulle cariche poliziesche a Torino
Meloni usa il manganello e la repressione contro chi la contesta

Il 3 ottobre la polizia fascista agli ordini del ministro fascioleghista Piantedosi ha proditoriamente aggredito e manganellato a sangue alcune centinaia di manifestanti “colpevoli” di aver organizzato una manifestazione di protesta per contestare la partecipazione della premier Meloni alla quarta giornata del Festival delle regioni e delle province autonome di Torino.
I manifestanti, fra cui decine di giovani e giovanissimi, ragazze e ragazzi dei collettivi studenteschi e universitari “Cambiare Rotta”, militanti, attivisti e sostenitori del movimento “No Tav”, del centro sociale Askatasuna e di varie altre associazioni del territorio, erano scesi legittimamente e pacificamente in piazza per manifestare contro “la macelleria sociale”, le politiche xenofobe e razziste sull'immigrazione del governo, il caro affitti, per il diritto alla casa e allo studio.
Tutti i manifestanti erano a viso scoperto, nessuno indossava caschi o impugnava scudi e bastoni ma solo tanti striscioni, slogan e cartelli contro la premier neofascista Meloni e il ministro dell'Istruzione e del “Merito” Valditara tra cui: “Meloni, a Torino non sei la benvenuta”, “Soldi alla casa e allo studio non alla guerra”, “Pretendiamo che il governo Meloni ci ascolti”, “Contro la scuola dei padroni”, “Meloni qui sotto c'è una festa, manca la palla serve la tua testa” e “La vostra repressione non fermerà noi studenti”.
Il corteo, partito da Palazzo Nuovo, sede universitaria delle discipline umanistiche, è stato più volte caricato dalla polizia in Via Delle Rosine, angolo Via Principe Amedeo, in Piazza Castello nei pressi del palazzo della prefettura dove i manifestanti sono stati bloccati e circondati per circa un'ora da un cordone di poliziotti e celerini in assetto antisommossa, e poi ancora più violentemente nei pressi dei Giardini Reali in Via Montebello sotto la Mole Antonelliana.
I manifestanti volevano concludere pacificamente il corteo sotto le finestre di Palazzo Carignano dove era attesa la premier Meloni. Ma al primo accenno di procedere oltre la zona rossa sono partite le manganellate. Cinque ragazzi sono sono finiti all'ospedale con i denti rotti, la testa spaccata e le guance sfregiate; altri 60 sono stati identificati dalla Digos e rischiano la denuncia per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, lancio di oggetti pericolosi e manifestazione non autorizzata.
Le immagini pubblicate in rete mostrano chiaramente gli agenti di polizia che inseguono coi manganelli manifestanti e colpiscono alla cieca, ragazze e ragazzi inermi, che pacificamente sorreggono striscioni e cartelli. Mentre altri gruppi di celerini spintonano con gli scudi i manifestanti e bloccano il movimento del corteo impedendo ai manifestanti di sottrarsi alle manganellate.
In un comunicato Amnesty International Italia accusa la polizia di Piantedosi di “uso illegittimo della forza” e denuncia di aver "appreso con preoccupazione che, nell'occasione, la città di Torino è stata oggetto di un'ordinanza che ha reso zona rossa il centro della città e i luoghi nevralgici in cui le manifestazioni avrebbero preso luogo” emanata dal neopodestà piddino Stefano Lo Russo.
Segno evidente che il governo neofascista Meloni non tollera le contestazioni e ricorre alla repressione poliziesca e giudiziaria per criminalizzare gli oppositori.
Esattamente come avveniva ai tempi di Mussolini.

11 ottobre 2023