Riflessioni dello studente Gioele, militante del PMLI dal gennaio 2023, sullo studio di opere fondamentali di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao
Chi non vuol fallire deve studiare le cinque Opere fondamentali marxiste-leniniste suggerite dal PMLI
 
Leggere per la prima volta (o quasi) questa estate, i 5 testi che il PMLI considera fondamentali è stato un importante approdo politico nella grande terra del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, ma non solo ovviamente; studiare i testi dei 5 Maestri del PMLI è senza dubbio necessario, sono capolavori, non studiarli vale a dire fallimento. Fallimento equivale a dire vittoria per la borghesia.
Ebbene, chi non vuole fallire, è tenuto a studiare i seguenti testi e sviluppare il suo rosso studio:
- Marx-Engels, Manifesto del Partito Comunista
- Lenin, Stato e Rivoluzione
- Stalin, Principi del leninismo / Questioni sul Leninismo
- Mao, Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo
Il Partito prima di darmi l'incarico di studiare le sopracitate opere, non mi ha lanciato in pasto ai lupi; considerando la mia formazione precedente teorica e marxista-leninista, ha da subito capito che ero impreparato a leggere tali opere. Il Partito mi ha saggiamente prima scaldato, cioè preparato, ad affrontare la sfida, facendo sì che imparassi prima come lavora un marxista-leninista ovvero militando, poi come ci si approccia al giornale di Partito "Il Bolscevico" e a scrivere articoli per esso, infine incaricando me di studiare e recensire opere del compagno Giovanni Scuderi, in particolare gli Opuscoli. Tutto ha avuto un senso, nulla è stato lasciato al caso.
Ciò mi ha insegnato innanzitutto le basi e la terminologia del marxismo-leninismo, nonché un’infarinatura generale su questioni specifiche come classi, fronte unito, socialismo e sul Partito.
Grazie a ciò mi sono ritrovato non davanti ad opere per cui soggettivamente ero impreparato, con il rischio di leggere e non capire nulla, fraintendere, o peggio revisionare; assumendo così uno stile di studio pessimo e indisciplinato, se non del tutto erroneo.
Ovviamente non si ci può fermare agli Opuscoli, crearsi una coscienza sulla coscienza altrui sarebbe antimarxista per definizione! Inoltre si ridurrebbe a una tautologia che di fatto non porterebbe a nulla. È quindi ovvio che un militante che nulla ha in mano fa uso degli opuscoli per prepararsi allo studio delle opere originali dei grandi maestri del proletariato, nonché a studiare la linea del partito. Questo è inoltre fondamentale per la critica, ovvero scovare eventuali contraddizioni che possono essere segnalate e criticate.
Tutto poi si impara solo ed esclusivamente militando e studiando, la giusta militanza dipende dal Partito, il giusto Partito dipende dallo studio e dall'esperienza pratica;
Quant'è vero che se si vuole diventare rivoluzionari, così da fare la rivoluzione, ci deve essere un Partito rivoluzionario, che sia armato dell'unico mezzo per adempiere ai compiti sopra citati; il marxismo-leninismo-Pensiero di Mao.
 

Alcune questioni fondamentali da apprendere
Tenendo in considerazione la fama che queste opere hanno, sarebbe assurdo fare come sugli Opuscoli del compagno Scuderi; pertanto voglio segnalare alcune questioni fondamentali per ogni opera, da apprendere e adattare, che mi hanno particolarmente colpito e formato.
Il " Manifesto del Partito Comunista " getta la base politica e ideologica per quello che sarà poi lo studio di Marx ed Engels che svilupperanno fino al "Capitale".
Il saggio è non invecchiato quasi per nulla, ed esso ci ricorda una questione fondamentale di classe di carattere storico: "La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi tutto l'insieme dei rapporti sociali "
Questo ci dice che per mantenere ed aumentare la propria supremazia, la borghesia deve periodicamente rivoluzionare i propri mezzi di produzione, deve essere in grado di essere competitiva con altri borghesi così da macinare profitto. La ricerca del massimo profitto e la rivoluzionarizzazione dei mezzi di produzione portano inevitabilmente anche a modificare i rapporti sociali della società borghese: vede da una parte il proletariato l'aumento dello sfruttamento e della povertà e dalll'altra i capitalisti accrescere le loro ricchezze pur in mezzo a crisi economiche che ciclicamente si ripresentano.
L'analisi che Marx ha fatto del capitalismo continua a essere valida in questa quarta rivoluzione industriale e conferma che: " la storia dell'industria e del commercio è soltanto storia di rivolta delle forze produttive moderne contro i rapporti moderni della produzione, cioè contro i rapporti di proprietà che costituiscono le condizioni di esistenza della borghesia e del suo domini o".
Si acuiscono e incancreniscono le cicliche crisi del capitalismo, un sistema economico insostenibile per il pianeta, per l'economia e il popolo lavoratore. "Nelle crisi commerciali viene regolarmente distrutta non solo una parte dei prodotti ottenuti, ma addirittura gran parte delle forze produttive già create. Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che in tutte le epoche precedenti sarebbe apparsa un assurdo: l'epidemia della sovraproduzione".
Per concludere, la soluzione che Marx ed Engels espongono al proletariato mondiale, per raggiungere l'emancipazione e sconfiggere una volta per tutto lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è una sola: la rivoluzione del proletariato è l'unico mezzo per sovvertire il capitalismo e instaurare il socialismo, rovesciare la borghesia e avviarsi in prospettiva verso la società comunista, l'unica che garantirà di eliminare queste contraddizioni antagoniste presenti nelle società capitaliste.
Ricordandoci, che la vera vittoria è data dall'unità di classe degli operai. Cosa che il PMLI conosce bene e farà di tutto per far sì che si avveri, lotterà con fiducia, per l'Italia unita, rossa e socialista.
Come viene cantato dalla versione russa de "L'Internazionale": “Distruggiamo questo mondo di violenze e poi, Costruiamo un mondo nuovo. Coloro che non erano niente diventeranno tutto!”
" Stato e Rivoluzione " di Lenin fa chiarezza, tra le altre cose, su cos'è il socialismo e le varie necessità del movimento operaio se vuole conquistare il socialismo.
Questo saggio è il più emblematico ed è se studiato a fondo un'ottima cura contro le tendenze anarchiche, revisioniste, socialdemocratiche e ovviamente revisioniste.
Iniziamo subito delineando le differenze tra un autentico partito marxista-leninista e il “partito Opportunista” con queste parole di Lenin: "Educando il partito operaio, il marxismo educa una avanguardia del proletariato, capace di prendere il potere e di condurre tutto il popolo al socialismo, capace di dirigere e di organizzare il nuovo regime, d'essere il maestro, il dirigente, il capo di tutti i lavoratori, di tutti gli sfruttati, nell'organizzazione della loro vita sociale senza la borghesia e contro la borghesia. L'opportunismo oggi dominante educa invece il partito operaio in modo da farne il rappresentante dei lavoratori meglio retribuiti, che si staccano dalle masse, ‘si sistemano’ abbastanza comodamente nel regime capitalistico e vendono per un piatto di lenticchie il loro diritto di primogenitura, rinunciando cioè alla loro funzione di guida rivoluzionaria del popolo nella lotta contro la borghesia".
Questa posizione rivoluzionaria bolscevica è volontariamente ignorata da tutti i riformisti che vogliono continuare a prendere in giro i lavoratori con il riformismo, l'elettoralismo e la lotta parlamentare; invece di educarlo al marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Quindi tutti i partiti opportunisti che non educano il proletariato al marxismo-leninismo, che restano ancorati sulla presa in giro riformista, che non mettono in primo piano la questione del potere politico del proletariato per il socialismo, come fanno anche solo a pretendere dopo tutti questi anni, di avere la presunzione di rappresentare la classe operaia!
Questi volponi a capo di questi partiti di natura opportunista, prendono in giro i loro militanti in buona fede che non vedono alternative. Ma in primo luogo prendono in giro la classe operaia, che dopo più di un secolo di tradimenti da parte degli opportunisti revisionisti, adesso dovrebbe (il proletariato), stupidamente rigettarsi in bocca al lupo? Certo che no. Questo è un affronto all'intelligenza umana.
Il proletariato deve andare al potere, la madre di tutte le questioni, è la questione del potere politico: "L'abbattimento della borghesia non è realizzabile se non attraverso la trasformazione del proletariato in classe dominante, capace di reprimere la resistenza inevitabile, disperata della borghesia, di organizzare per un nuovo regime economico tutte le masse lavoratrici e sfruttate" .
Invito ora a riflettere, quale partito apertamente in Italia, parla di presa del potere politico, se non il PMLI? Vi risparmio lo sforzo e ve lo dico, nessuno.
Grave la posizione dei partiti (a questo punto si può anche dire) falso-comunisti sulla questione della Costituzione borghese, che nel corso della storia muta la forma ma non la sostanza, la sostanza è sempre quella secondo cui la Costituzione è sacra. Uno dei più noti sostenitori di queste illusioni riformiste e costituzionaliste è stato senza dubbio il socialdemocratico Allende, e si è vista com'è finita, il suo governo era debole e inerme. Ritengo che per approfondire questo tema occorre leggere ciò che ha scritto Scuderi sulla Costituzione italiana.
Senza un autentico partito comunista, armato del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, ci sarà solo un altro bagno di sangue da parte della reazione, che sarà il proletariato a pagare amaramente.
Giustamente Lenin spiega che l'unico governo che assicura la transizione al socialismo e che può garantire la sopravvivenza dello stato socialista è la dittatura del proletariato: "La dittatura del proletariato, periodo di transizione verso il comunismo, istituirà per la prima volta una democrazia per il popolo, per la maggioranza, accanto alla repressione necessaria della minoranza, degli sfruttatori. Solo il comunismo è in grado di dare una democrazia realmente completa; e quanto più sarà completa, tanto più rapidamente diventerà superflua e si estinguerà da sé" .
 
Circa ” Principi e Questioni del Leninismo ”, si tratta ricollegandoci a quanto detto prima di: "a) spezzare la resistenza dei proprietari fondiari e dei capitalisti rovesciati ed espropriati dalla rivoluzione, liquidare i loro tentativi d’ogni sorta di restaurare il potere del capitale;
b) organizzare il lavoro costruttivo raccogliendo tutti i lavoratori attorno al proletariato e svolgere questo lavoro in modo da preparare la liquidazione, la soppressione delle classi;
c) armare la rivoluzione, organizzare l’esercito della rivoluzione per la lotta contro i nemici esterni, per la lotta contro l’imperialismo.
La dittatura del proletariato è necessaria per risolvere, per adempiere questi compiti" . Oltre ad elaborarne la sintesi e sviluppare la teoria di Lenin, Stalin riesce con una dialettica impareggiabile a delineare chiaramente cosa è leninista e cosa no, facendo un'accurata sintesi del Leninismo.
Queste due opere sono i capisaldi di tutti partiti bolscevichi marxisti-leninisti nel mondo, non a caso i successi della rivoluzione cinese sono dovuti anche alla ferrea disciplina nell'applicazione leninista su tutte le questioni fondamentali, prima su tutte il Partito e tutto quello che ne comporta, il partito è tutto poiché il mezzo con cui fare tutto, senza una struttura monolitica e una costante vigilanza, tra le mani ci rimarrà solo un pugno di polvere.
Se "Stato e Rivoluzione" era una cura alle tendenze socialdemocratiche e anarchiche, "Principi e Questioni del Leninismo" sono una bastonata in faccia a chi non ha precedentemente ingerito la pillola.
In sostanza, sono due saggi di guida leninista fondamentali, che ci insegnano sui fondamentali principi leninisti, ma in particolar modo, ci insegna a come applicarli; nello studio e nella lotta.
 
" Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo " è la punta dell'iceberg che delinea chiaramente un partito che ha adottato il pensiero di Mao oppure no. È solo un assaggio della montagna ideologica che è il lavoro del compagno Mao, ma anche se solo un opuscolo, contiene l'arma più tagliente per risolvere in maniera consona le diverse contraddizioni che si possono sviluppare in seno al popolo che si risolvono in maniera democratica, o tra il nemico e noi (cioè antagoniste) e come si possono risolvere. La lotta tra le due linee, contro reazionari e ingerenze esterne al Partito è senza ombra di dubbio il più grande mezzo di difesa per prevenire che il Partito cambi il suo colore politico.
Mao incoraggia la partecipazione delle masse popolari a questa lotta ed è questo che lo porterà a lanciare la "Grande rivoluzione culturale proletaria" che il Partito ha già ampiamente trattato.
A differenza delle calunnie di personaggi come Hoxha, che venne smascherato subito dal PMLI come un trotzkista che praticava il frazionismo, Mao ha in realtà lanciato una e vera propria lancia dritta al cuore dell'idealismo; individua chiaramente che nella società socialista ci sono ancora gravi contraddizioni come tra le masse popolari e i dirigenti imborghesiti del Partito, oppure tra le diverse classi sociali e all'interno della stessa classe.
In altre parole, capisce e attua quello che nessuno prima e dopo di lui ha mai fatto, questo nuovo metodo di analisi, se praticato correttamente, è al momento apoteosi del giusto per un buon lavoro marxista-leninista nella lotta per l'edificazione socialista e per risolvere le diverse contraddizioni.
"Nella società socialista, le contraddizioni fondamentali restano ancora la contraddizione tra i rapporti di produzione e le forze produttive e la contraddizione tra la sovrastruttura e la base economica. Tuttavia esse hanno natura sostanziale differente e manifestazioni differenti dalla contraddizione tra i rapporti di produzione e le forze produttive e dalla contraddizione tra la sovrastruttura e la base economica nelle vecchie società ".
Mao è un mago della dialettica e ci mostra, sempre nell'opuscolo, come trattare diverse questioni in modo molto più materialista di come erano state trattate certe questioni in Unione Sovietica; a partire dall'industrializzazione, alla collettivizzazione, l'eliminazione dei controrivoluzionari, ecc.
Quello che a noi resta da fare è imparare e continuare ad applicare gli insegnamenti di Mao e il suo stile di lavoro, che si dimostra sempre più come la medicina contro i mali del revisionismo moderno e del neorevisionismo,
Vorrei concludere queste mie riflessioni invitando a studiare il Discorso pronunciato da Giovanni Scuderi per il 45° Anniversario della scomparsa di Mao dal titolo: “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul revisionismo e sulla lotta di classe per il socialismo”.
 
18 ottobre 2023