Per fare la sua parte nello scontro tra lo schieramento dell'imperialismo dell'Ovest e quello dell'Est
L'UE ha varato la Global Gateway in risposta alla Nuova via della seta cinese
 
Nel recente vertice del G20 a Nuova Delhi il governo neofascista Meloni-Salvini decideva di ritirare l’Italia dall’accordo sulla Via della Seta, siglato nel 2019 dal governo Conte-Salvini con Pechino e sanciva l'uscita dall'accordo attraverso l'adesione all'intesa sulla costituzione del cosiddetto corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC). Che veniva presentato come l'alternativa dell'imperialismo dell'Ovest alla “Belt and Road”, la Via della Seta lanciata nel 2013 da Xi Jinping. L'intesa di cui sono protagonisti Usa, Ue, India e Arabia Saudita, secondo il presidente americano Biden avrà la funzione tra le altre di “creare posti di lavoro e rafforzerà la sicurezza alimentare” ma è in realtà un progetto imperialista per ora sulla carta e tutto da verificare, come e quando partirà e con quali progetti, per non fare la fine di altri simili già lanciati in passato e che segnano il passo. Con lo stesso scopo e gli stessi pomposi argomenti usati per presentare l'ultimo nato a Delhi sarebbe già operante il progetto del 2021 lanciato dai paesi imperialisti europei, il Global Gateway (Porta globale).
Nel discorso sullo stato dell'Unione tenuto il 15 settembre 2021 all'europarlamento, dal titolo "Rafforzare l'anima della nostra unione", la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen salutava l'uscita dalla pandemia col lancio di iniziative dalla NextGenerationEU, con "investimenti sia nella ripresa a breve termine che nella prosperità a lungo termine", al Green Deal europeo. Rilanciava le ambizioni della potenza imperialista europea annunciando la possibilità di interventi militari non solo in ambito Nato ma anche per conto proprio, e calava l'asso del grande progetto per costruire una rete di collegamento coi paesi di ogni parte del globo, un sistema in grado di assecondarne le mire egemoniche.
Se l'Europa "vuole diventare più attiva in quanto attore globale, deve anche concentrarsi sulla nuova generazione di partenariati" in ogni parte del globo, sosteneva la von der Leyen che sottolineava: "Da questo punto di vista, la nuova strategia odierna dell'UE per la regione indopacifica è una pietra miliare, visto che la regione riveste un'importanza crescente per la nostra prosperità e sicurezza, ma è anche usata da regimi autocratici che cercano di espandere la loro influenza". E a seguire, occorre "approfondire i legami commerciali, rafforzare le catene di approvvigionamento globali e sviluppare nuovi progetti di investimento sulle tecnologie verde e digitale", insomma "l'Europa dev'essere più presente e più attiva nella regione" con un suo "modello di connessione mondiale" e non per "costruire una strada perfetta tra una miniera di rame di proprietà cinese e un porto di proprietà cinese". La nuova strategia in materia di connettività dell'imperialismo europeo veniva battezzata Global Gateway e seppur in maniera indiretta era presentata come la risposta della Ue alla Nuova via della seta cinese. Dovremo fare squadra, creare un forte "Team Europa" col quale "collegheremo le istituzioni e gli investimenti, le banche e la comunità imprenditoriale. E faremo in modo che questa diventi una priorità dei vertici regionali" della Ue, indicava la presidente della Commissione.
Il progetto era ufficialmente lanciato l'1 dicembre 2021 da un comunicato congiunto della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti. La nuova strategia europea partiva con una dotazione di investimenti fino a 300 miliardi di euro, di cui 150 in Africa, tra il 2021 e il 2027, meno di un terzo di quelli già investiti negli ultimi 10 anni dalla concorrente Via della seta cinese.
L'obiettivo di "promuovere connessioni intelligenti, pulite e sicure nei settori digitale, energetico e dei trasporti e rafforzare i sistemi sanitari, di istruzione e di ricerca in tutto il mondo" resta sullo sfondo ma in partenza, precisava il documento ufficiale, il progetto "si concentrerà sulle infrastrutture fisiche, quali cavi in fibra ottica, corridoi di trasporto puliti, linee di trasmissione di energia pulita, con l'obiettivo di rafforzare le reti digitali, di trasporto e di energia".
Su quali siano stati i primi passi concreti del pomposo progetto dell'imperialismo europeo ci sono state lo scorso anno alcune interrogazioni di parlamentari europei che pure favorevoli all'iniziativa denunciavano la mobilitazione insufficiente dei fondi stabiliti, parte dei quali comunque tolti dagli aiuti allo sviluppo sostenibile e alla lotta alla povertà, la creazione non di risorse ma di debiti nei Paesi in via di sviluppo su progetti premiano le aziende europee e favoriscono in paticolare gli investimenti privati.
Nelle nuove condizioni internazionali determinate dall'aggressione dell'imperialismo russo all'Ucraina e dalla necessità per i paesi imperialisti europei di cambiare fornitori energetici e staccare quello che per alcuni, vedi la Germania, era diventato un cordone ombelicale con Mosca il Global Gateway ha comunque segnato il passo. In parallelo alle difficoltà dell'imperialismo europeo a mantenere un ruolo di primo livello per conto proprio nella contesa per il dominio mondiale e per non finire semplicemente a rimorchio di quello Usa contro il socialimperialismo cinese.
Non che altre iniziative per contrastare la Via della seta cinese abbiano avuto maggiori risultati, basti pensare ai progetti del G7 che si è limitato a cambiare ogni anno il nome della propria strategia dal Blue Dot Network del 2019, al Build Back Better World del 2021, alla Partnership for Global Infrastructure and Investment del 2022.
L'imperialismo europeo non demorde e si è concentrato sul potenziamento del cosiddetto "Middle Corridor", in particolare del Trans-Caspian International Transport Route per sviluppare i collegamenti coi Paesi dell’Asia centrale con i quali i rapporti commerciali nel 2022 sono aumentati del 250% rispetto al 2021. Col sospetto degli Usa che lungo quella via transitino anche merci russe in violazine dell'embargo. Quello che è certo sono i nuovi investimenti su questa linea di collegamento decisi dalla Banca europea BEI per costruire un tassello fondamentale nella strategia del Global Gateway. Che potrebbe trovare un altro rilancio proprio nel progetto parallelo del nuovo Corridoio India–Medio Oriente–Europa (IMEC) definito dal G20 di Delhi; un progetto che parte con un fondo di soli 20 miliardi di dollari per costruire una nuova linea nave-ferrovia tra India e Europa, ma che ha un grosso problema nel percorso da India, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania e Europa nel passaggio da Israele. Il dittatore turco Erdogan ha già offerto l'alternativa del transito nel suo paese per raggiungere l'Europa.
Mentre i paesi imperialisti dell'Ovest si organizzavano e progettavano alternative, il socialimperialismo cinese stringeva accordi con la sequenza di paesi che dall'Afghanistan, all'Iran, all'Arabia Saudita, alla Siria sono lungo la sua Via della seta, una via che ha il terminale europeo nel porto greco del Pireo la cui gestione è già nelle mani di Pechino. Global Gateway e IMEC dovranno probabilmente trovare un altro punto di arrivo in Europa.

18 ottobre 2023